“Perchè infine a me non interessa un granchè arrivare/ ma godere in santa pace, fino a dove il cielo si abbandona all’arancione”, canta Matteo Toni su un ritmo in levare che profuma di mare.
Questi versi descrivono al meglio il concetto insito nell’album di esordio del cantautore modenese; poche parole che disegnano i tratti della ricerca del piacere personale e consapevole, del gusto del tempo, dell’assenza di fretta, della ricerca della bellezza.
Dopo aver apprezzato (non sempre, per la verità) e aver visto esplodere il nuovo filone cantautorale italiano passando per l’eleganza di Alessandro Grazian, il sarcasmo di Dente, l’ironia di Brunori Sas, la delicatezza di Colapesce, la poesia leggera di Giuliano Dottori, la sfrontatezza di Vasco Brondi ed altre peculiarità di altrettanti personaggi più o meno affermati nel panorama indipendente, in questo inizio d’autunno è Matteo Toni ad arrivare come un’onda che pulisce e aiuta a mettere a fuoco la qualità.
In Santa pace di qualità ce n’è davvero tanta, da far impallidire un po’ di gente, da innamorarne ancor di più.
Si tratta di un progetto personale, che nasce da una chitarra slide e dalla voce; stampo cantautorale con influenze disparate (dal blues al reggae, passando per sonorità caraibiche). Dopo il buon ep Qualcosa nel mio piccolo, in questo 2012 si avverte il balzo: i brani prendono forma esattamente, non un attimo prima e non un attimo dopo, nel punto in cui melodia e ritmo si incontrano e si amano. A volte con furore, a volte con dolcezza, sempre di amore si tratta: amore per la musica e per la sua universalità. Infatti le canzoni di Matteo Toni suonano in modo completamente differente da quanto siamo abituati a sentire dentro i nostri confini in questo affollatissimo panorama di cantautori. La forza di questi brani sta nella semplicità e nel coraggio di affiancarsi a sonorità che si hanno dentro, e non vengono rubate ed arraffate dall’intorno.
Note di chitarra si arrampicano sull’altrettanto originale ed importante batteria di Giulio Martinelli, mentre la voce si esprime senza virtuosismi ma con una spiazzante libertà. I testi, profondi ma mai barocchi, sono estremamente curati nella loro piacevole musicalità
L’ascolto di Santa pace colpisce davvero nel segno e raggiunge l’obiettivo dettato dal titolo stesso. Matteo, Giulio e Antonio “Cooper” Cupertino (alla produzione) hanno realizzato un disco di notevole livello, di quei dischi che non se ne vanno con le mode passeggere: perchè quest’esordio le mode non le segue, anzi, inconsapevolmente potrebbe addirittura crearne.
Credits
Label: Still Fizzy Records / La Fabbrica – 2012
Line-up: Matteo Toni (voce, chitarre weissenborn e lap steel, semiacustica, acustica 12 corde, banjo, armonica, glockenspiel, organo Hammond) – Giulio Martinelli (batteria) – Cooper (cori in Isola nera). Prodotto, registrato e mixato da Antonio “Cooper” Cupertino
Tracklist:
- Bruce Lee vs. Kareem Abdul-Jabbar
- Isola nera
- Santa pace
- I provinciali di nuoto
- Alle quattro del pomeriggio
- Alle quattro del mattino
- Fidati
- Melodià
- Acqua del fiume
- Il canto di Valentina
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