Come Pecore In Mezzo Ai Lupi – Misachenevica

Luciana Manco Album, Recensioni Lascia un commento

Su quest’album c’è da dire, innanzi tutto, che è stato registrato e mixato in soli sei giorni su nastro analogico in presa diretta, prodotto da Matt Bordin (Mojomatics) e masterizzato da Carl Saff a Chicago. Premessa necessaria, per capire lo spirito con cui è stato realizzato questo lavoro. L’atmosfera che si respira ascoltando questi undici pezzi è proprio quella dell’urgenza, della velocità, dell’inaspettato. Eppure è costato fatica a questo gruppo veneto, di Cittadella, che stupisce per personalità, per capacità di espressione. Un garage rock che graffia e tocca le nostre corde, anche grazie ai testi, veri, in cui è impossibile non riconoscersi. Perché siamo parte anche noi di questo momento storico confuso, incerto, che spesso degenera nell’autodistruzione. Eppure capace di conservare ancora angoli di stupore, di fede in qualcosa. I brani si susseguono con potenza decrescente. Si parte con un pezzo carico e intenso, che non a caso si intitola Figlio illegittimo di Kurt Cobain. La voce si distorce, la batteria si impone, i suoni stridono e fendono. I brani successivi sono articolati eppure netti. L’idea di registrare in presa diretta esalta la purezza del genere, che è un mix di generi. Sembra di sentire la carnalità dei corpi che si muovono con gli strumenti, che si fondono nella voce. L’album si chiude con Scheletri nascosti, che è una perfetta chiosa, un brano che ti lascia la sensazione di aver ascoltato qualcosa di completo, un messaggio che si fa comprendere, anche tanto. Credo che questo dei Misachenevica sia un ottimo lavoro, perché non pretende di essere originale, ma è, per meriti ovvi e oggettivi, un lavoro realizzato con professionalità, passione, sincerità.