Si tratta di una delle rock band più interessanti degli ultimi anni. Dopo tante tempeste, arriva l’approdo a Nuvole Production. Sono arrivati in finale a Sanremo Giovani 2013 presentando un brano che ha mantenuto la loro originalità nella scrittura. Li avevamo già intervistati in occasione del loro primo lavoro, li abbiamo incontrati ancora per fare due chiacchiere sull’esperienza sanremese e sui loro progetti futuri.
Dietro l’intima ragione è un esempio di canzone d’amore scritta in maniera diversa ed originale. Come è nata e come è stata scelto per Sanremo?
In primo luogo permettete una precisazione: “canzone d’amore” è una accezione molto allargata che comprende un ventaglio di possibilità realizzative pressoché infinite. Possiamo annoverare sotto questa dicitura canzoni tra loro molto distanti, per genere, approccio alla tematica, suoni etc. etc. Ciò premesso, Dietro l’intima ragione può in buona misura essere accorpata a questa schiera già numerosa, ma l’amore di cui si cita e di cui si tratta è totalizzante; non un amore da individuo a individuo, ma, in parte, una riflessione sull’amore che si irradia dall’individualità verso il tutto che lo contiene e questo, credo, pertiene più la sfera del modo che quella dell’ente. La riflessione da cui nasce il pezzo, per l’appunto, trae origine dal modo in cui il cambiamento interviene nella vita delle persone; in maniera inaspettata e inopinabile ci si trova a dover decifrare scenari ignoti, a vivere dimensioni non richieste, a gestire sentimenti, rapporti, equilibri che non rispondono più alle regole che valevano “prima” e che sono in attesa di una canonizzazione discernibile soltanto nel “dopo”. “Il mezzo” è territorio della Krisis da cui si esce solamente guidati dall’istinto sopito, mai arreso, celato Dietro l’intima ragione.
La vostra scrittura è in equilibrio tra lirismo e rock. A mio avviso, meritava di più in sede di “gara”. Cosa pensate del testo premiato a Sanremo?
Penso che Lorenzo abbia un grande talento e una evidente capacità di creare mondi con le parole.
Come pensate sia stata la vostra performance live nelle due serate?
Direi discreta, considerando l’ansia e i problemi tecnici. Sicuramente siamo riusciti a trasmettere l’essenza delle nostre esibizioni live, molto concitate ed emotivamente accattivanti.
Come è stata l’esperienza sanremese? Ci raccontate qualche aneddoto del dietro le quinte?
L’esperienza è stata pesante, fisicamente e psicologicamente molto impegnativa. Partivamo la mattina tra le 9 e le 10 con le interviste e finivamo verso le 18, molto spesso non pranzavamo nemmeno. Aggiungete anche le due sere dell’esibizione a questa settimana rocambolesca ed otterrete un bel frullato di Blastema. Retroscena interessanti se ne sono delineati parecchi, ma non tutti sono riportabili. Posso citare quando ci siamo inginocchiati a fronte della maestosità degli Elii, litaniando: “Non siamo degni, siamo cacchette, non siamo degni!”, così come avviene nel film Wayne’s world tra i protagonisti e Alice Cooper.
Siete una band che è ripartita tante volte nell’arco di dieci anni e passa, ma non avete mai smesso di crederci. Quanto vi ha pesato il fatto di essere considerati ancora una volta una band “emergente”? Proprio voi che in una nostra intervista due anni fa vi defineste una band “galleggiante” che cercava un lido…
Nessun peso particolare, oramai siamo avvezzi a tutti i tipi di etichette. Ci ha fatto sorridere e pensare il fatto che fossimo inseriti nella categoria “giovani” e che nella categoria big ci fossero “colleghi” più giovani di noi e sicuramente con meno percorso alla spalle. Ma l’Italia è questa qua (fi fi fi fi fi fi fi fi Italia evviva… etc.)
C’è stato qualcuno dei vostri sostenitori che ha storto il naso quando ha saputo della partecipazione a Sanremo?
Nessuno, anzi; da parte degli amici che ci seguono da un po’ c’è stato un forte moto d’orgoglio per il fatto di poter vedere il gruppo, per cui per anni si sono battuti cercando di spacciare dischi ad amici, colleghi e conoscenti, finalmente su un palcoscenico così prestigioso ed esposto. Forse i veri vincitori di questo Sanremo sono proprio i nostri amici della prima ora.
È uscita la nuova edizione del vostro secondo disco con l’aggiunta del brano presentato a Sanremo. C’è in programma un terzo disco?
Sì, c’è in programma un terzo disco, ma non sappiamo ancora nè quando nè come lo realizzeremo.
Quanto è stato importante l’incontro con Nuvole Production, dopo esperienze passate con Alain Pagani, Marcello Balestra della Warner e Gianni Bella?
È stato fondamentale: senza l’incontro con Nuvole non sarebbe stato fatto nulla di ciò che è stato realizzato in questi ultimi due anni.
L’ultimo disco che avete acquistato e che vi ha fortemente impressionato in positivo?
s/t – Little dragon