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Non vogliamo addolcire la pillola: intervista ai Crazy Crazy World of Mister Rubik

Il nuovo disco dei Crazy Crazy World of Mister Rubik è uscito ad una settimana dalle recenti elezioni. Sulla copertina il fotogramma del video di un loro live a Napoli, quando la città era in piena emergenza rifiuti, un cassonetto in cui campeggia la scritta Urna Elettorale ovvero il titolo di un album. Un album a forte connotazione politica, la foto di una nazione piegata dalla crisi, non solo economica, ma anche da quella etica, morale e culturale delle Istutuzioni e dalla loro incapacità di dare risposte alle istanze di cambiamento che si alzano dalla società civile. Abbiamo parlato di Urna Elettorale con i The Crazy Crazy World of Mister Rubik.

Partiamo dalla genesi del gruppo. Da quali esperienze musicali arrivano Gabriele, Matteo e Stefano e come sono nati i The Crazy Crazy World of Mister Rubik?
Ci siamo incontrati durante il soundcheck di un concerto alcuni anni fa. Suonavamo rispettivamente negli Arabesque Trees (Gabriele) e negli Eveline (Matteo e Stefano).

Il cubo di Rubik fa venire alla mente la miriade di colorate combinazioni possibili che possono risolvere uno dei giochi più venduti al mondo. Ci dite quali combinazioni vi hanno portato, tre anni fa quando uscì il vostro primo album Are you Crazy or Crazy Crazy?, a collaborare con la neonata Locomotiv Club?
Abbiamo approfondito la nostra amicizia e collaborazione proprio al Locomotiv Club, che è un po’ la fucina delle nostre idee e logisticamente il luogo dove ci troviamo per discutere del nostro materiale e provare fisicamente gli arrangiamenti dei pezzi. L’idea di fondare un nuovo gruppo ed il nome The Crazy Crazy World of Mr. Rubik sono nati proprio al Locomotiv, dopo un concerto, in cui abbiamo deciso ufficialmente di dare inizio a questa nuova esperienza.

Torniamo al presente. Il vostro nuovo album Urna Elettorale (The Crazy Crazy Crisi) è un album da tematiche di forte connotazione politica. Da quale urgenza nasce la necessità di raccontare, con sguardo cinico e fotografico, questo periodo di crisi economica e di valori che attanaglia la nostra società?
Già nel nostro primo album Are you crazy or crazy crazy? abbiamo toccato tematiche simili. Quando ci siamo trovati per discutere dei nuovi testi e dei concetti che volevamo veicolare nel disco, immediatamente ci siamo resi conto di voler parlare della situazione sociale e politica attuale in Italia. È stata una sorta di urgenza ad indirizzare le tematiche del disco.

È forte il senso di sfiducia nelle istituzioni che trasuda dai vostri testi. Dal ghigno sul volto del tesoriere che ha rubato tutti i nostri averi alle finte promesse di un mondo nuovo e sorprendente che dopo la campagna elettorale resta sempre uguale. C’è una soluzione a questa decadenza etica e morale di chi ci governa o continueremo a cadere intristiti e raggelati dal cinismo?
Difficile in questo momento pensare ad una soluzione ma certamente ci speriamo, sarà un processo lungo e faticoso in cui sarà indispensabile trovare una nuova identità popolare. Fin quando ci saranno le solite facce…

Testi che sono anatemi pragmatici sussurrati, ironici e taglienti, che ricordano nel cantato i Massimo Volume e nei contenuti i CCCP. La vostra originalità sta, secondo me, nel comporre il testo quasi come fosse un dialogo teatrale. Potete spiegarci il perché di questa scelta stilistica?
È una modalità di canto nata in sala prove nella stesura di Are You Crazy Or Crazy Crazy? che poi abbiamo ripreso anche in questo disco. Nasce dall’esigenza di trasporre in cantato le voci della strada e più intimamente le dissertazioni tra Ego ed Alter Ego.

Il primo album vedeva l’uso della lingua italiana e di quella inglese mentre nel nuovo vostro lavoro usate solo quella italiana, come mai questo cambio di rotta?
Urna Elettorale è un disco che parla dell’Italia, giocoforza lo abbiamo cantato in italiano. In verità non ci siamo posti la domanda, lo abbiamo semplicemente iniziato a cantare in italiano in sala prove. Mentre per Are You Crazy or Crazy Crazy? abbiamo percorso la strada di entrambe le lingue, volevamo due dischi, uno in inglese ed uno in italiano, così da poter scegliere successivamente la versione più convincente. Con le due interpretazioni in mano ci siamo resi conto che la scelta migliore sarebbe stata quella del disco ibrido inglese/italiano.

La musica che accompagna le vostre composizioni in Urna Elettorale è un rock asciutto ritmato da sonorità afro e sudamericane quasi a stemperare la cupezza della realtà che cantate, è così?
Direi di no! È più una cifra stilistica, non è stato fatto con l’intento di addolcire la pillola!

L’album contiene la cover di Live in Punkow, omaggio ai CCCP. Oltre al gruppo di Giovanni Lindo Ferretti qual è l’humus musicale e culturale che forma il background dei Crazy?
I CCCP hanno saputo fondere più elementi creando un magma sia musicale che scenico di grande impatto emotivo. Il testo di Live in Punkow faceva al caso nostro, ci serviva sia nel brano che all’interno delle dinamiche del disco. Le nostre influenze vanno dal rock più classico all’elettronica più sperimentale, ognuno di noi ascolta davvero molta musica.

C’è un tour in programma per la presentazione dell’album? Potete anticiparci qualche data?
Certo, al momento abbiamo un tour di 35 date che toccheranno tutta la Penisola. In alcuni concerti condivideremo il palco con Appino/Zen, che sta portando in giro il suo nuovo album con Enzo degli …A Toys Orchestra e Franz e Giulio de Il Teatro degli Orrori. Tutte le nostre date aggiornate sono pubblicate su www.locusta.net

Grazie mille per la disponibilità ed in bocca al lupo.
Grazie a voi.

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