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A pochi passi da qui – Macno

macno.jpgRaffinati, neri e argento, morbidi e spigolosi. Silenziosi e comunicativi. A pochi passi da qui. Questi sono i Macno. Poetici ed essenziali. Senza preamboli e fronzoli. Netti. Creano ambienti nei quali collocare immagini e ricordi. La voce di Mimmiz è perfetta per raccontare quello che noi vorremmo dire. Contenuta. A volte dilatata. Come un occhio sul mondo. Racconta. Pronuncia parole e amplifica il senso. Sa bastare. La maestria e la grazia degli strumenti. Saro De Giacobbe alle chitarre, Alessandro Pace al basso, Lele Leoni alla batteria. Io non giudico uno stile, una tecnica. Io giudico un suono, un’emozione. Giudico le Parole, il mio linguaggio. Ma soprattutto, io non giudico. Fermo. Pensieri che si susseguono, si sfiorano in cerchio. Si cullano sull’insoddisfazione. Dondolano. Cantilenanti, vibranti, soffocati, urlati. Raggiungono vette in cui la pelle si accende, si infiamma. Momenti in cui cerchi riscatto, cerchi conferma. E li trovi, trovi tutto senza cercare. Attese, attenzioni ottenute, dettagli. Sfumature di ombra e di seta, di lune sottovetro. Di lune fragili di vetro. Niente da dichiarare apre e riassume il senso completo del disco, prodotto da David Lenci (One Dimensional Man, Uzeda, Shellac, Cut, Steve Albini) e uscito nel 2005 per Load Up Records con distribuzione Venus. Prendere coscienza del mondo, dei nascondigli segreti pieni di sorprese, e degli sgabuzzini bui, delle ragnatele. Dieci brani come dieci stanze di ricordi animati. Aprire la porta di ognuna e ritrovarsi. Seconda porta: Evidentemente tu. A chiedere, a supplicare, a rinfacciare. A se stessi. A un te generico. Domande che conoscono le risposte. Sentenze costrette. Calma e passo veloce. Frenesia annoiata. Terza porta: Tregua. Rassegnazione. Rabbia. Consapevolezza. Rivalsa. Momenti che “non torneranno”. Numero quattro: Affrontami. Un piccolo, umile capolavoro. Occhi negli occhi. Parole che si scontrano. Chiudono. Un addio interminabile. “Prudenza e fantasia non trovano accordi”. Non si spegne un incendio soffiandoci contro. La conferma nella porta numero cinque: Fragile. Una mano che scrive, uno strumento che vibra. Carezze di solitudini e amor proprio. “Restando immobile so andar lontano…”in un sogno, ad esempio. Gli strumenti creano traiettorie. Di miele. Di fiele. Numero sei: Madre di ogni mio desiderio. Passione, candore, paura. Un’immagine statica. La visione più ricorrente. Ma con vortici di pensieri insaziabili. Un amore che non è amore, ma dipendenza incondizionata. Perdita di se stessi. Sette: Tra le tue meraviglie. Riprovare. Riassaggiare. Tornare indietro. Riprendere. Carne e mente. Un brano particolarmente vivo. Affamato. Un brivido la frase. “Se potessi ritoccare la notte di questa notte, lo farei”. Otto: Le stesse vanità. Crescente. Come la melodia all’inizio. In attesa di un agguato. Meditando un agguato. Due animali che si fiutano. Che emettono versi nei versi. Un invito. Un brano “folle poi metodico”. Nove: Cose che oso dire. Un ritmo che penetra, stride, muove. Due corpi. Istinto primordiale. “Ma l’istinto che cos’è?” . Lamenti di chitarra. Resta. L’ultima porta: Uno schianto. “Il mio solo segreto: a pochi passi da qui.”. Non è uno schianto. E’ una foglia che cade in spirali . Un respiro, un sospiro. Immagini che si rincorrono. Dolore mai cieco, visionario. E resta la memoria. La sensazione tattile. L’eco nelle stanze vuote. L’amaro in bocca e la dolcezza sulle dita.

Credits

Label: Load Up Records – 2005

Line-up: Mimmiz (voce) – Saro De Giacobbe (chitarra) – Alessandro Pace (basso) – Lele Leoni (batteria)

Tracklist:

  1. Niente da dichiarare
  2. Evidentemente tu
  3. Tregua
  4. Affrontami
  5. Fragile
  6. Madre di ogni mio desiderio
  7. Tra le tue meraviglie
  8. Le stesse vanità
  9. Cose che oso dire
  10. Uno schianto

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Un solo commento

  1. Conosco i Macno da un pò di tempo, li seguo “da lontano”.

    Questa recensione è quello che io penso e provo e che non sono capace di esprimere.

    Complimenti sinceri…

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