Home / Editoriali / E tutti i nodi al pettine verranno: Nada Malanima @ Culture in cammino (NO) 29/08/08

E tutti i nodi al pettine verranno: Nada Malanima @ Culture in cammino (NO) 29/08/08

E’ un cuore pulsante questa voce di donna, è più di una preghiera, è acqua ghiacciata e polpa rossa, è un gesto complice del capo, una verità senz’alibi, in continuo movimento, sconsideratamente leale, sconsideratamente viva. Graffia, si ritrae, supplica, morde, ride: questa voce di donna è un corpo, è una storia, è una danza di generosità e pudore, di intuizioni e rabbie, di meraviglie e amarezza. La sera si nasconde fra le righe, fra le note, e pare bisbigliare da lì il fragore dei sensi quando si aggrappano al proprio destino di funi, di nodi. Chiedimi quello che vuoi, Piangere o no, Luna in piena: Nada abbraccia i propri angeli, guarda in faccia i propri demoni, sorride; li cinge ai fianchi e se li inchioda al petto, lascia che urlino, che si scoprano, che piangano, che l’elettricità li seduca e li vinca, li restituisca intatti al gioco dei se, al giogo dei ma.

Il sole è grosso, Ti stringerò, L’amore è fortissimo: canta d’Amore con la fulgida memoria dell’olfatto e delle visioni; intona Amore che è conoscenza, ri-conoscenza, ventre e miseria, resistenza e leggerezza; danza l’Amore puro della purezza della pietra, duro della prepotenza, della fermezza del sole. Propone Stretta come l’inventasse in questo preciso momento, d’istinto, ed è un monile leggero eppure capace di ferire, per la lucidità di questo scuotere il capo di fronte al non-senso delle gabbie, delle costrizioni. Con i loro vestiti nuovi, riarrangiate e contaminate d’estro reggae e d’urgenza rock, Amore disperato e Ma che freddo fa riavvolgono il filo del tempo e lasciano che il passato scodinzoli sornione fra le pieghe del presente. Ma è Come faceva freddo a definire il punto esatto in cui il prima ed il poi si fondono per dar luogo all’incanto imperituro, riaprendo una ferita per curarla, perché dalla cicatrice scaturiscano i battiti di una forza che porti liberazione. Piero Ciampi, l’uomo raro che fu e l’artista impagabile che rimane, è lì, accanto a lei: in qualche modo lo si sente respirare nello stringersi delle sue corde vocali attorno alla supplica di un testo che è vento e sangue. Nada Malanima è una donna che preme le proprie guance sui palmi di mano della ragazza che le sopravvive dentro; è il coraggio di un ardore saggio e giovanissimo, di una spensieratezza preservata e dolente. Senza un perché, Il cuore è uno zingaro, Guardami negli occhi: il gomitolo delle stagioni libera poesia e levità, incanto e disincanto, sudore e respiro. Se tutto, improvvisamente, sembra giacere al posto giusto, l’onda rock di Tutto a posto rimescola le carte, perché sia chiaro il nesso fra quanto è doveroso fare e quanto è lecito permettersi di scegliere, di rifiutare, di maledire. Protetta dal proprio magnifico talento e dalla complicità raffinata di musicisti impeccabili, Nada regala al nocciolo d’anima del suo pubblico una parentesi complice, affettuosa: Questo giorno, accompagnata dalla sola chitarra acustica, e Grazie, cameo di malinconie al laccio del pathos che corrompe la misura del tradimento, del dolore. Sono tratti di tempera quelli che il suo passo vivo lascia sull’incedere dei minuti, lungo l’eco dei molti sguardi: tratti color terra, dal colore del sale, bianchi come certe lacrime, come il riguardo, come la decenza dell’onestà, come il rispetto. Nada Malanima è un grembo e la sua voce tocca la vita con le mani calde dell’autenticità, ad ogni costo. (Foto by Roberta Molteni)

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