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Chasing shooting stars – Autumn Compilation

“Nulla. Non è Nulla”. E’ il cambiamento. La fine e l’inizio. L’abbondanza e il letargo delle premonizioni.
“Il crepitare. Lo scintillio”
… delle foglie staccate dai rami dopo il primo temporale di fine estate. Della pioggia di stelle cadenti che illuminano il cielo del buio d’autunno. Del tempo che posa la luce e l’ombra sui piatti della sua Bilancia e inventa l’equilibrio perfetto della notte eguale, scegliendo il mistero del numero 21 e le lune del mese di Settembre. Del silenzio e dei segreti dell’ocra e del rosso esplosi nell’ω delle attese. Della Pazienza che ricuce i petali ai bisogni, chiude gli occhi e sussurra piano… “And every Light reveals some Shade”. E i Ventri addomesticano la fame sulle diagonali dell’inverno a venire, stringendo il Sapore e la memoria.
LostHighways ripone nella bolla dell’equinozio d’autunno il primo anno di vita e offre in free download una compilation dal sapore retro-rock. Una compilation impreziosita dal privilegio dei contenuti originali di Paolo Benvegnù (autore di Versus) e di Giuliano Dottori (autore del titolo e dell’adattamento di un verso di Civil War di Joe Henry), e dell’interpretazione grafica di Giulia D’Aprile Albertini.

Dieci tracce di rock perduto. Dieci foglie di rock mai morto. Quel rock che negli anni settanta ha gettato le basi per tutto quello che è venuto dopo. Quel rock in cui nessuno del mainstream crede più, forse. Ma c’è una speranza. Questa speranza viene dalla Svezia. Da un’etichetta indipendente: la Transubstans Records. Nel giro di pochi anni ha pubblicato numerosi dischi di band provenienti dal Nord Europa che continua a credere nel verbo seventy.
Si parte dagli inclassificabili svedesi Drahk Von Trip, tra prog-rock, art-rock, psichedelia e folk. Un suono denso di poesia del tempo scandita dal suono di violini, flauti accanto a sintetizzatori vintage e chitarre ipnotiche. Autumn traspira di natura che muore e rinasce come le foglie. La voce di Suzanne è suadente come quella di una fata celtica.
Il riff floydiano dei norvegesi Lucifer Was incendia l’aria con Old In Eden. Un sound ricco di suggestioni tra chitarre urlanti e organi Hammonds, tra archi e l’incantevole voce di Jon Ruders.
La terza traccia della compilation è dei Graveyard, una nostra conoscenza: abbiamo approfondito questa grandiosa band con una recensione dell’ottimo esordio e con un’interessante intervista. I Graveyard sono tra Deep Purple e Iron Butterfly. Sono hard-rock denso di blues a cui non si può resistere e Satans Finest è il classico esempio.
Segue il 100% hard-rock cantanto in lingua madre svedese degli Abramis Brama. Nalen oscilla tra una prima parte bagnata di un riff ciclico che conduce ad una seconda parte più slow dove la sensualità danzante di un basso si frammenta di folgori di batteria improvvisa.
Prendete i Pink Floyd e i Black Sabbath, unite questi opposti immergendoli in liquide e space atmosfere. Tra momenti hard-rock e primo metal sound si svolge la trama di Sannaraijz degli svedesi First Band From Outer Space. Nove minuti d’impeto.
Dal silenzio sgorga un organo vintage per declamare l’incipit prog-rock di un quintetto norvegese sensazionale come i Gargamel. Sono il punto di incontro tra le due facce del genere: i Van Der Graaf Generator e i King Crimson. Tics è un brano progressive senza leziosità, i virtuosismi sono finalizzati alla melodia crescente e ipnotica.
Il prog basato sulla ricerca costante della melodia è quello del brano Circus Of The Absurd degli inglesi Pilgrym. Sono la reincarnazione degli Asia con il piglio dei King Crimson. Gli accenti di chitarra sono memorabili sui rimbalzi di organo.
La retro-psichedelia degli Skyron Orchestra continua la compilation dando spazio a quel suono alla Jefferson Airplane tra organi e chitarre fuzzy tanto incisive quanto melodiche e memorabili come si possono ascoltare in Sacred Atmosphere.
Irrompe un riff ai limiti del metal primordiale dei Burning Saviours, un’altra nostra vecchia conoscenza, abbiamo recensito il loro ultimo lavoro. Propongono un rock preciso e melodico che affonda le radici nella tradizione rock classica. The Spellweaver è da non perdere.
La decima e ultima traccia è firmata Carpet Knights. Zonked ovvero dove i cambiamenti di tempo sono di casa. Le improvvise accelerazioni sono vento che scorre sotto la finestra dei ricordi. Tra Jethro Tull e Anekdoten.
Dieci brani in cui suonare uno strumento ha ancora un senso. Il rock che devia ed erra per cercare melodia. Tanti assoli di rock maschio che continua ad essere suonato e prodotto, e una mano oscura lo tiene ai limiti. LostHighways, in collaborazione con la Transbustans, ha mozzato questa mano per portare sotto un modesto fascio di luce queste strade perdute del rock.
Buon compleanno a LostHighways! Buon ascolto a voi!

(Si ringraziano per la collaborazione: Paolo Benvegnù, Giuliano Dottori, Giulia D’Aprile Albertini, Amalia Dell’Osso, Luciana Manco e Konrad Cronberg.)


Link: CD Download.

Chasing Shooting Stars – Preview

Credits

Label: Transubstans Records

Contenuti originali di:
Paolo Benvegnù (www.myspace.com/benvegnupaolo)
Versus

Giuliano Dottori (www.myspace.com/giulianodottori)
Chasing shooting stars (titolo)
“And every Light reveals some Shade” (adattamento da Civil War – Joe Henry)

Tracklist:

  1. Autumn – Drahk Von Trip
  2. Old In Eden – Lucifer Was
  3. Satans Fines – Graveyard
  4. Nalen – Abramis Brama
  5. Sannraijz – First Band From Outer Space
  6. Tics – Gargamel
  7. Circus Of The Absurd – Pilgrym
  8. Sacred Atmosphere – Skyron Orchestra
  9. The Spellweaver – Burning Saviours
  10. Zonked – Carpet Knights

Transubstans Records Links:Sito Ufficiale,MySpace

Artwork 2008 © Giulia D’Aprile Albertini

Fronte/Retro (clicca sull’immagine per ingrandire)

Interno 1- 2 (clicca sull’immagine per ingrandire)

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3 commenti

  1. Stando alle vostre note, arriva un autunno carico ed energico! Grazie di queste musiche regalate e scoperte..
    Artwork magnifico, davvero.

  2. Il suono degli anni ’70 è indiscutibilmente un insieme di emozioni da cui tutti gli artisti moderni attingono in modalità più o meno palesi.

    Non è facile trovare però chi, con fedeltà, vive ancora quel suono con l’anima un po’ spersa e fuori dal tempo, ma i climi freddi della Svezia sembrano indurre questi musicisti a non poter fare a meno del ruvido calore di una chitarra seventies!

    E’ un piacere perdersi nelle strade del tempo, tracciando con un dito percorsi sul mappamondo, vibrando le stesse emozioni.

    Chasing shooting star è’ un dono prezioso, che profuma di autunno.

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