La copertina di Repave è davvero cosa azzeccata per questo disco dei Volcano Choir. North Sea increspato dal vento gelido: un magma in movimento. In particolare, quello sonoro. Dopo Unmap del 2009, Justin Vernon ed il suo progetto parallelo a Bon Iver tornano a gonfiare i polmoni di emozioni. Tiderays apre con arpeggi delicati, aperture corali e incalzanti manovre orchestrali. Ci culla Alaskans con echi che si ripetono lungo corde silenziose di una chitarra cuore del gruppo. Sorpresa e sospensione, melodia e canto appena sussurrato, un letto di fiume dove scorrono parole tra l’iroso e l’esortativo. Keel è una prolungata dilatazione di melodia, fotografia di panorami a perdita d’occhio; Almanac, invece, è giocata su strappi sintetici a rincorrersi. Il falsetto di Vernon non annuncia di prendere le distanze dalle strade già battute, così come i picchi estranianti delle atmosfere bucoliche rese anche grazie al taglio rock. Ma forse non tutte le ricerche devono avere in sé gli scossoni del fuoripista, visto che questo è il suo stile di songwriting: una finestra sull’universo dai mille riverberi puri e nudi. Disco per sollevare ampi respiri e dar vita a immaginifiche vedute. Rapave è un folk solo a tratti intimista e più attento agli zampilli del post rock per cercare la simbiosi con una natura ostile e benevola allo stesso tempo.
Credits
Label: Jagjaguwar-2013
Line-up: Jon Mueller, Chris Rosenau, Matthew Skemp, Daniel Spack, Justin Vernon and Thomas Wincek.
Tracklist:
- Tiderays
- Acetate
- Comrade
- Byegone
- Alaskans
- Dancepack
- Keel
- Almanac
Link:Sito Ufficiale, Facebook, MySpace