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Tempelhof – Frozen Dancers

Atmosfera rarefatta, onde sonore tanto morbide quanto anestetizzanti che ti stringono le spalle per poi mollarti all’improvviso, lasciando spazio a colpi di cassa e ad una sintetizzazione alienante.
La testa segue i bpm a tempo, è inevitabile.
Elettronica quanto minimal quanto noise; sto parlando del nuovo album dei Tempelhof,
Frozen Dancers, uscito per la Hell Yeah Recordings.
Contrariamente alle premesse ed al nome del gruppo che ci riporta all’aviazione tedesca, non stiamo parlando nè della scena underground Berlinese nè tantomeno di quella di una qualsiasi altra giovane e synthetica capitale nordeuropea. Siamo a Mantova e Paolo Mazzacani e Luciano Ermondi è proprio dalla città dei Gonzaga che hanno dato vita, dal 2007, ad un progetto che forse, oltre i nostri variopinti confini, avrebbe già dato abbondantemente notizia di sè.
Nove tracce che si alternano, allineandosi, in un continuum sfumato, vibrante e surreale.
Chi pregiudica il genere considerandolo freddo ed asettico provi ad ascoltare
Drake, il pezzo di apertura, una fiaba di suoni che si rincorrono tra oniricità ed estrema leggerezza. Con Nothing on the horizon è invece l’ambient ad avere il ruolo principale: ripetitività, ritmica e colori di un sobborgo di Berlino. She can’t forgive ci regala un cantato malinconico quanto sensuale e psichedelico, ai confini delle ballads anni 80 di alternative rock, dolcemente contrapposto a The Dusk, il pezzo a seguire, di sapore dance-techno.
Forse, l’elettronica, quella dance e minimal, da sempre, ha costituito un microcosmo blindato e dalle porte di accesso apparentemente insormontabili; c’è chi storge il naso solo nel sentirla nominare, chi la sopporta giusto nei club, chi ne è talmente innamorato che considera un sacrilegio, una pratica blasfema anche il solo parlarne.
Nel caso aveste voglia di sperimentare, prendetevi un po’ di tempo, un po’ di spazio, ed ascoltatevelo questo disco; vi accorgerete che non ne uscirete nè con lividi nè con segni evidenti sul corpo. Soltanto, mi auguro, con la sensazione di aver compiuto un viaggio surreale quanto immaginifico, partendo come danzatori di ghiaccio dall’aeroporto di Berlino, senza limite di bagaglio alcuno, volando vorticosamente fino ad arrivare all’interno dei confini di casa vostra, ancora più leggeri ed evanescenti di prima. Allacciate bene le cinture.

Credits

Label: Hell Yeah Recordings – 2013

Line-up: Paolo Mazzacani – Luciano Ermondi

Tracklist:

  1. Drake
  2. Monday is back
  3. Change
  4. Nothing on the horizon
  5. Sinkin nation
  6. She can’t forgive
  7. The dusk
  8. Skateboarding at night
  9. Running dog
  10. Cold sand ( bonus track)

Link: Sito Ufficiale

Drake – video

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