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Requiem (for a Dream): comporre musica per i film, il genio di Clint Mansell

Non c’è niente di più complicato dell’adattare la musica ad una sceneggiatura. A fare questo tipo di lavoro usualmente sono i montatori del suono o i montatori della colonna sonora. Curano gli stacchi musicali e li rendono gradevoli allo spettatore, sincronizzando ciò che accade nella trama con il sottofondo creato dai compositori. In quasi tutti i film di Darren Aronofsky (regista eclettico vincitore del leone d’oro a Venezia con The Wrestler) l’apporto musicale era dato da Clint Mansell. Ex chitarrista e cantante del gruppo Pop will eat itself, dopo il 1996 ha stretto amicizia con il regista per il quale ha creato la sua prima colonna sonora, il film era Pi greco il teorema del delirio, progetto ambizioso e semi indipendente girato perlopiù in bianco e nero e quasi privo di dialoghi. Va da sè che la colonna sonora risulti essere una delle cose più importanti in un film di questo calibro. Il vero successo però arriva con Requiem for a Dream, primo vero passo di Aronofsky nel mondo del cinema commerciale. Montaggio veloce, trama fitta che coinvolge l’assunzione di stupefacenti e la dipendenza dai media a cui si aggiunge il dramma della solitudine.

Clint Mansell propone come filo conduttore di tutta la pellicola Lux Aeterna che eseguirà con l’aiuto del Kronos Quartet. Il successo è immediato, tanto da dare vita a numerose rielaborazioni del pezzo usate in film diversi (Ogni maledetta domenica, Sunshine, 300). Interessante notare che il compositore britannico, a parte la giovanissima età, sfoggi un curioso MySpace con altrettante curiose influenze, tra film e musica cita i Ramones, i Sex Pistols e poi Krzysztof Kieslowski, regista russo di Decalogo, che ha dato un enorme mano al cinema moderno senza dimenticare però una certa impronta dell’est nei suoi lavori. La genialità sta nel saper mescolare le passioni e saperle rielaborare in un modo tutto nuovo, cosa che al Nostro sembra riuscire benissimo.
Ripercorrere la sua discografia non è facile, per trovare i pezzi bisogna cercare chiaramente nelle colonne sonore dei vari film. Escludendo tutte le precedenti, che è impossibile non possedere, il progetto più interessante riguarda Doom, pellicola poco convincente del 2005 tratta dall’omonimo videogame, protagonista The Rock, in cui un gruppo di marines viene mandato nello spazio per sondare la vita su un altro pianeta e si ritrova a combattere con delle macchine killer. Sembra una trama spaventosa, e probabilmente lo è ma, come spesso accade nel cinema dei nostri giorni, c’è da salvare quello che di solito passa in secondo piano. La colonna sonora infatti è l’unione delle menti di Mansell e di Trent Reznor dei Nine Inch Nails, ovvero il sapiente connubio fra elettronica d’avanguardia e composizione classica, un po’ gracchiante e cupa in stile Angelo Badalamenti (altro gran compositore che collabora da sempre con David Lynch).
Validissimo anche The last man, pezzo per pianoforte e archi tratto da L’albero della vita (The Fountain).
Non importa quanto tempo passi, alle prime note le emozioni sbocciano improvvise.

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