A due – Beatrice Antolini

Vladimiro Vacca Album, Recensioni 4 commenti

A Due mani. Due rami nella notte. Una driade che canta il suo dolore. Nebbia si dirada e… tra le foglie morte nasce l’arte della danza. E’ tornato l’ultimo strale di bellezza artistica della nostra scena indipendente. E’ lei: Beatrice Antolini, la sintesi della donna-musica. Il suo secondo capitolo A due è un caleidoscopio di infiniti colori e sfumature, dove tutti i brani sono stati scritti e suonati da lei stessa e missati dall’altro genio psichedelico della nostra terra: Marco Fasolo (Jennifer Gentle). New manner vuole essere il manifesto di una nuova maniera di pensare la musica emozionale. Sbalzi di tempo nella delicatezza di una melodia indimenticabile. Il mondo fatato di Beatrice è quello di Alice nel paese delle meraviglie dove tutto, apparentemente giocoso, è metafora di crescita interiore nell’oscurità. La matrice ragtime del precedente Big Saloon si stempera questa volta ancora di più in liquide armonie psichedeliche con virate pop e rock improvvise come in episodi memorabili quali Funky Show, A new room for a quiet life e Pop goes to Saint Peter. In Sugarise ci sono movenze tango e calypso che non ti aspetti ma che inseguono il ritmo di una sperimentazione che ammalia. Secret cassete è il canto soffice di una ninfa perduta nella sua stessa foresta o di una sirena che continua ad incantare Odisseo. Double J è una danza dove l’elettronica fornisce al tutto un sapore psichedelico ipnotico a cui non si può resistere. Taiga è il capolavoro dove una progressione di suoni lontani, come bolle d’acqua o nuvole di fumo, iniziano l’ascesa e ammantano tutto e catturano l’ascoltatore che passeggia ignaro nei pressi di quella quercia dove la driade sta per finire il suo canto che si concluderà con un vortice dionisiaco in cui tutto sarà inghiottito… resteranno solo due rami a forma di mani. In Italia fortunatamente esiste ancora l’arte ed il talento.