Il tempo è bastardo e la vita è imprevedibile. Proprio diaciassette anni fa questo disco, che stiamo celebrando tra i migliori album della storia della musica alternativa italiana, rischiava stranamente di non essere mai pubblicato. Così, un gruppo che non aveva più nulla da perdere, libero da qualsiasi vincolo contrattuale che potesse più o meno condizionare l’istinto creativo, creò il capolavoro. L’imperativo diventa originalità ed emozionalità, al diavolo le povere gabbie del “suonare fonicamente bene”. Nasce Hai paura del buio?, secondo album in italiano degli Afterhours. Nasce il disco che supera le barriere di genere, che strazia la forma canzone, che usa il cut-up per violentare l’anima carnale della poesia. Un disco così vero che bestemmia. Un disco ambiziosamente artistico. L’amore visto nella sua complessa dicotomia vittima-carnefice come nessuno mai l’ha raccontato. Il sarcasmo verso gli ipocriti stereoptipi della sinistra alternativa di quegli anni che avrebbero condotto alla crisi dei valori e della coscienza collettiva. Dal punto di vista strettamente musicale Hai paura del buio? rappresenta in 19 pezzi le potenzialità dell’imprevedibilità della contaminazione di genere, ed era giusto che Manuel Agnelli affidasse questa riedizione-celebrazione ad artisti più disparati per background artistico, proprio per esaltare le sfumature soniche presenti in ogni brano. È evidente che le associazioni artista-brano non sono state casuali ma studiate con una logica artistica perfetta. I primi secondi così visionari di Hai paura del buio? si espandano in 3 minuti circa e sono affidati ad un maestro dell’avanguardia sperimentale anni settanta come Damo Suzuki. L’originaria oscurità acustica di 1.9.9.6 si schiarisce con l’armonica e la voce di Edoardo Bennato e con i cori di Roberto Dell’Era acquisisce una magica reinterpretazione anche nel testo. La Smells like teen spirit italiana Male di Miele viene riproposta in due versioni: la prima in chiave rock statunitense dove Greg Dulli accentua la drammaticità del pezzo con una ritmica più incalzante e solenne ed un cantato in italiano tra i più riusciti; la seconda è la special track, dove le due voci più distintive del rock italiano, Piero Pelù e Manuel Agnelli, si intrecciano alla perfezione in un impeto rock leggendario. La carnalità e la sensualità di Rapace vengono esaltate in maniera unica dalle notevoli doti vocali di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, un’alchimia vocale con un Manuel da brividi, firma sempre ineguagliabile. Elymania finisce nel frullatore elettronico dei Luminal creando un nuovo brano. Pelle è affidata a Mark Lanegan che contribuisce a fornire colori ulterirormente più maledetti all’originale insieme al violino di Rodrigo D’Erasmo. Dea è perfetta nelle mani hardcore punk del Teatro degli Orrori. Senza finestra è il brano più incantevole per arrangiamenti e drammaticità d’interpretazione, classe infinita di Joan as Police Woman. C’è spazio per un ex, Enrico Gabrielli che colora la voce di Vasco Brondi di atmosfere alla Musorgskij in Simbiosi. Ad Eugenio Finardi riesce la reinterpretazione più originale di tutti brani, una fantastica ed esoterica Lasciami leccare l’adrenalina. I Bachi da pietra reinterpretano magnificamente Punto G in chiave metal-medievale. La genialità e la poliedricità artistica di John Parish trasforma Terrorswing in un mantra nel deserto. Il rock australiano dice la sua con Nic Cester, ex frontman dei Jet, che regala una riuscita versione rabbiosa di Veleno. Samuel Romano dei Subsonica piazza quello che potrebbe essere un incredibile singolo radiofonico: Voglio una pelle splendida. Le potenzialità folk della ballad Come vorrei sono espresse a 360° dal songwriter Pier Faccini. Questo pazzo pazzo mondo di tasse è un altro azzeccato capitolo sperimentale a nome Fuzz Orchestra & Vincenzo Vasi. Musicista contabile, Sui giovani d’oggi ci scatarro su, Mi trovo nuovo e Televisione (2014) sono canzoni affidate nelle ottime mani di artisti indipendenti italiani che Manuel Agnelli conosce molto bene: Marta sui tubi, Ministri, Rachele Bastreghi dei Baustelle e Cristina Donà. In definitva, questa riedizione di Hai paura del buio? è un nuovo album che, celebrando un disco storico della musica alternativa italiana, risulta essere anche un’enciclopedia di questi ultimi vent’anni di musica senza frontiere, senza recinti di genere, come dovrebbe appunto essere l’arte in generale, senza preconcetti ed incentrata sulla cultura e la qualità.
Credits
Label: Universal – 2014
Line-up: Manuel Agnelli (voce, chitarra elettrica, chitarra acustica, slide guitar, percussioni, cd player, nastri, organo, pianoforte, bontempi) – Giorgio Prette ( batteria, voci dalla paura) – Giorgio Ciccarelli (e-bow, piano, cori, chitarre, voce) – Roberto Dell’Era (basso, cori) – Rodrigo D’Erasmo (violini) – Xabier Iriondo (chitarra elettrica, rumori, microsynth, delay machine, tremolo, 501 space echo, electric mistress, enomalakito, bontempi)
Tracklist CD 2 Edizione speciale (2014):
Hai paura del buio? feat. Damo Suzuki;
1.9.9.6. feat. Edoardo Bennato;
Male di miele feat. The Afghan Whigs;
Rapace feat. Negramaro;
Elymania feat. Luminal;
Pelle feat. Mark Lanegan;
Dea feat. Il Teatro degli Orrori;
Senza finestra feat. Joan as Policewoman;
Simbiosi feat. Der Maurer + Le Luci della Centrale Elettrica;
Voglio una pelle splendida feat. Samuel Romano;
Terrorswing feat. John Parish;
Lasciami leccare l’adrenalina feat. Eugenio Finardi;
Punto G feat. Bachi da Pietra;
Veleno feat. Nic Cester;
Come vorrei feat. Piers Faccini;
Questo pazzo pazzo mondo di tasse feat. Fuzz Orchestra + Vincenzo Vasi;
Musicista contabile feat. Marta sui Tubi;
Sui giovani d’oggi ci scatarro su feat. Ministri;
Mi trovo nuovo feat Rachele Bastreghi;
Televisione (2014) feat. Cristina Donà + The Friendly Ghost of Robert Wyatt;
special track: Male di miele feat. Piero Pelù.
Link: Sito ufficiale.