Il colore di qualche ricordo nel cuore di Perugia e della domanda sul senso possibile steso sui 34 anni di un sorriso che conta i giorni perduti. Il colore perfetto di un giorno qualunque… “Bello quando mi guardi e ad un tratto il mondo si ferma / e diventa silenzio”. Una band costruisce l’esordio discografico stringendo la mano sicura di Moltheni, che presta la voce, le parole, le corde con la generosità di chi sa innamorarsi ad un tratto: dopo un sound check, dopo uno di quegli incroci naturali e destinati ad un centro, non al frangente. E Un giorno qualunque diventa la gemma preziosa che il cantautore marchigiano taglia nel punto esatto della Bellezza e canta con la meraviglia degli istanti come brandelli di desiderio e di verità stretti ai lati.
Il debutto (La Tempesta, 2008) è una sequenza di dieci sfumature di un rock voluminoso, tra la brevità verbale e oscura di qualche apostrofo alla Nick Drake e l’incedere graffiante delle lezioni dei Massimo Volume, tra qualche inchino ai guizzi di PJ Harvey e gli spigoli sinistri dei Karate.
Chitarre taglienti, in virata labirintica; ritmica precisa, cubica; arrangiamenti che non addomesticano ma spingono le traiettorie oltre le intuizioni. Semplice. Sincero. Pulito. Invadente. Scomposto. Ricomposto rock dell’energia per generare.
Splendida la forza e la ferocia alternata ai momenti più delicati. Così Tempi migliori e Un giorno qualunque preparano l’aria e la sue deflagrazioni per Immobile Attendo e Il muro… “Trovandoti di fronte a un muro / forse è più facile riuscire a immaginare / (…) Non abbiamo mai cercato un obbligo non lo abbiamo mai cercato”, il maestro del reading Emidio Clementi è il fantasma che suggerisce e poi scompare nell’apertura finale che afferra il profumo vocale di Moltheni. Così L’essenza placa fino alle impennate ipnotiche della successiva Da quella sera… “meccanismo perfetto ha trovato il suo guasto”.
Un buon esordio. Una buona presentazione senza annunci a scaldare il palato! La cura e la giusta dose di immediatezza e spontaneità.
Credits
Label: La Tempesta – 2008
Line-up: David Pollini (voce, basso, organo, wurlitzer, cori) – Alessandro Fioroni (chitarre) – Stefano Bandera (batteria) – Giacomo Fiorenza (vibrafono, organo) – Moltheni (voce, chitarra acustica e cori # 2; cori in # 3 e # 9; voce in # 4) – Roano Pollini (fisarmonica); Prodotto, mixato e registrato da Giacomo Fiorenza all’Alpha Dept. di Bologna; Masterizzato da Francesco Donadello; Coordinamento grafico Nebule66; Realizzazione grafica e foto di Luca Sirci; Testi di David Pollini eccetto Un giorno qualunque di Moltheni; Musiche e arrangiamenti a cura di Colore Perfetto
Tracklist:
- Tempi migliori
- Un giorno qualunque
- Immobile attendo
- Il muro
- L’essenza
- Da quella sera
- Labbra morbide (karate)
- Sospesi
- Come se non bastasse
- Novecento
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