A Bologna non si sta mai fermi. Per i giovani e la musica la mia città è sicuramente tra le più vive d’Italia. Qui hanno sede diverse etichette indipendenti, agenzie di booking, molte band sono nate e cresciute qui. Insomma: il terreno è fertile nonostante tutti i bastoni tra le ruote che vengono infilati dalle amministrazioni pubbliche e dallo stesso “sistema musicale” ipersaturo e senza controllo. Tutto bellissimo, nessuno realmente contento: un classico italiano, no? Eppure non ci si ferma, ed è così che nascono nuovi spazi per la musica, quella suonata.
Da pochissimo ha aperto il ReAcuto, uno spazio che vuole essere punto di aggregazione per musicisti (emergenti e non) con tre sale prove attrezzate. Carmelo Pipitone, che con i suoi Marta sui tubi proprio a Bologna ha vissuto gli esordi musicali, ci racconta come è nato il ReAcuto e come ha vissuto lui i primi approcci alla musica.
Come mai hai deciso di buttarti in questo ulteriore impegno? Marta sui Tubi e M.C.N. riescono comunque a lasciarti del tempo anche per il ReAcuto?
Guarda, se potessi fare anche dieci cose al giorno come queste, le farei perchè ho la fortuna di immergermi sempre e completamente in ciò che mi stimola veramente! ReAcuto è un’idea di Davide Paolini (chitarrista M.C.N.) e di Giovanni Gigantino (La Fabbrica) alla quale ho aderito senza pensarci un attimo!
Cosa offre il ReAcuto?
ReAcuto è uno spazio dotato di tre sale prova provviste di strumentazione professionale, bar e area ricreativa ed è stato creato per tutti i gruppi che cercano professionalità e competenza. Inoltre è un centro aperto a tutti coloro che si interessano non solo di musica, ma di arte mischiata alla natura, di rapporti sociali, di convivialità a 360 gradi! Siamo convinti che se impari a prenderti cura di un piccolo orticello, i frutti non potranno fare altro che crescere rigogliosi, lasciandoti nel cuore un grande senso di appagamento! È la metafora della vita!
Pensate in futuro di crescere offrendo anche servizi di registrazione professionale o assistenza alla produzione?
Assolutamente sì! Per ora siamo ancora piccolini ma abbiamo già pensato ad un ampliamento dello spazio anche in funzione di produzioni, registrazioni e, tramite il supporto attivo de la Fabbrica, anche di distribuzione dei dischi e live! Insomma abbiamo tanta voglia di mettere in pratica i tanti anni di esperienza che abbiamo sul “groppone”, cercando di poter aiutare anche chi si è avvicinato da poco alla musica con consigli e produzioni artistiche.
ReAcuto ha aperto da poco, sono passati tanti amici musicisti diventando un punto d’incontro anche per le realtà consolidate. Invece il mondo dei “giovani”, esordienti, come lo vedi? È molto diverso da quello in cui vivevi tu dieci anni fa agli esordi dei Marta sui Tubi?
Sì, sono passati a trovarci un po’ di amici in questi giorni, alcuni proprio per provare il suono delle salette, altri per contribuire attivamente al work in progress di cui uno spazio del genere necessita; Nika, Gigi Pastore, Andrea Broggi, Giuseppe Ciccarese, Beppe, Claudia ecc… sono solo alcuni degli amici che ci hanno dato una mano e che continuano a farlo, credo che lo facciano perchè il Re è ormai parte di loro ed è un po’ di tutti! La musica può fare anche questo, unire le persone!
Quando ho iniziato con i Marta non c’erano tanti spazi, ce li dovevamo inventare e la strada era il posto più ovvio, immediato! Suonavamo sotto ai portici in via del Pratello, rischiando secchiate di acqua ogni sera! Quello che consiglio a tutti coloro che vogliono approcciarsi alla musica è volerlo fortemente, senza “se” e senza “ma”! Certo, non è affatto facile, soprattutto nell’epoca piena di difficoltà in cui viviamo, ma tenere duro è fondamentale!
È ancora così importante inventare luoghi per la creazione musicale? Siamo in un periodo in cui con uno strumento ed un pc si possono fare cose impensabili solo fino a qualche decina di anni fa…
Tutto si può fare, ma noi crediamo che niente può sostituire la gratificazione che si ottiene dal creare tutti insieme in una saletta. Anch’io spesso suono da solo a casa, compongo, registro, ma in un secondo tempo mi piace portare gli spunti in saletta per vedere come i componenti del mio gruppo riescono a svilupparli, ad ampliarli, a dargli anche un colore diverso che magari non avevo immaginato! Per questo è importante uscire dalla propria cameretta e vedere cosa c’è la fuori. Poi per carità, se vuoi registrare da solo con una buona scheda audio e un pc e questa cosa ti avvicina a quello che avevi immaginato di ottenere, va benissimo… meno male che esistono le alternative a tutto!
Tuttora hai sicuramente modo di conoscere molti giovani musicisti, probabilmente riceverai demo, ed ora con il ReAcuto li ascolterai dal vivo. Ti è mai capitato di avere a che fare con persone completamente inadatte alla musica? Infondo ora c’è un grande surplus musicale e può capitare… Come ci si comporta in quei casi?
Conosco tante persone che secondo me dovrebbero fare altro e non è sempre facile dirglielo in faccia, ma alla fine, se mi fermo a pensare, ognuno deve fare quello che gli va di fare. Mi posso anche sbagliare sul loro conto, chi lo sa… e poi, chi sono io per criticarli fino a questo punto? L’importante è riuscire a vedere negli occhi di queste persone anche solo una piccola luce che possa giustificare le nefandezze che impongono all’intera umanità!
Per i Marta sui Tubi sembra davvero un periodo d’oro, tanto da portarvi a pubblicare a breve una raccolta di brani (con ospiti speciali) che anticiperà il nuovo disco. L’attività live, inoltre, è sempre molto fitta. A distanza di più di un anno avrete capito quali sono stati gli effetti di Sanremo. Quanto pensi abbia influito numericamente sul vostro successo?
Sanremo è stato un esperimento, un modo per riuscire ad arrivare a più gente possibile. Quell’anno ci abbiamo provato perchè sapevamo che la produzione artistica sarebbe stata affidata al Maestro Mauro Pagani, che stimiamo e che quindi per merito suo ci sarebbero stati sicuramente, e aggiungo finalmente, tanti signori della musica italiana come Elio, Silvestri ecc, altrimenti estromessi dal modus operandi di stampo giurassico che ha sempre contraddistinto il festival.
I Marta sui tubi non sono ancora popolari quanto Ligabue, Negramaro, ecc, ma hanno indubbiamente un discreto successo popolare. C’è una fetta di pubblico che si scandalizza e ripudia il successo. Una specie di “snobberia indie” che talvolta è giustificata di fronte ad una mancanza di coerenza artistica. Dov’è il confine tra “ottenere successo” e “costruire successo”?
Non è un problema che riguarda i Marta. Ripeto: abbiamo sempre lavorato per riuscire a far arrivare la nostra musica a più gente possibile, il “successo” ripudiato sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti di tutti quelli che ci seguono e nei nostri confronti! La snobberia la lascio ai poveri d’animo.
Tutto comunque parte da lì: da una sala prove, che sia il garage del nonno di un amico o una struttura attrezzata. Qual’è il tuo più bel ricordo personale riguardo ad una sala prove? Quali erano i tuoi primi sogni riguardo alla musica?
Di ricordi ne ho tanti, alcuni estremamente folli e deliranti! Quello che posso dire è che ore e ore di prove in estate con 40 gradi all’ombra quando ero quattordicenne hanno sicuramente forgiato il mio carattere e mi hanno fatto pensare che non avrei mai potuto fare altro nella mia vita se non suonare.
Il ReAcuto è in via del Sostegno 3/12 (Bologna) uscita tangenziale n.5
specifiche tecniche
Info & prenotazioni: 366.533.32.54
e-mail: regnoacuto@gmail.com
pagina facebook