La tecnologia, invece di avvicinarci, ci ha imprigionati in celle invisibili che sono i nostri smartphone, smartpad e automobili. Siamo apparentemente vicini, molto spesso frequentiamo gli stessi spazi ma condividiamo emozioni senza carne. L’ultima frontierà dell’alienazione è l’autoalienazione. Intorno a questo fulcro tematico ruota il nuovo album di Damon Albarn. Una poesia moderna dove le parole di un vocabolario tecnlogico assumono un significato di profonda riflessione socio-esistenziale. Everyday Robots, Hostiles, Lonely Press Play e Hollow Ponds sono magiche canzoni narranti questo autoisolamento della nostra società intenta quotidianamente a premere un tasto play come un automa senza anima. L’altra parte del disco è più biografica, ci sono immagini della vita di Damon Albarn da colori chiari -scuri; momenti felici legati al suo lavoro per Africa Express (Mr Tembo) e momenti malinconici come quelli di una notte spettrale a Dunoon durante un tour con i Blur (The Selfish Giant), e anche ricordi di famiglia (Heavy Seas of Love). Il suono di questo disco parte dalla collaborazione di Daman Alabarn con i Massive Attack nella bellissima Saturday Come Slow e dal progetto Gorillaz. C’è tanto trip pop e folktronica. L’originalità delle soluzioni sonore è garantita dalla presenza di Brian Eno. Da evidenziare la partecipazione di Natasha Khan (Bat for Lashes) ad ispessire la voce commossa di Damon in The Selfish Giant. Everyday Robots è un album crepuscolare che racconta i nostri tempi malati con lo stesso linguaggio che li caratterizza. Un vero capolavoro contemporaneo.
Credits
Label: XL Recordings – 2014
Line-up: Damon Albarn.
Tracklist:
- Everyday Robots
- Hostiles
- Lonely Press Play
- Mr. Tembo
- Parakeet
- The Selfish Giant
- You and Me
- Hollow Ponds
- Seven High
- Photographs (You Are Taking Now)
- The History of a Cheating Heart
- Heavy Seas of Love
Link: Sito ufficiale