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La vertigine mi chiama ed io arriverò da lei: Deasonika @ Alcatraz (MI) 15/11/08

Prima data di un nuovo tour. Chi, come me, ha atteso tanto questo momento non sta più nella pelle. La serata è fredda e umida a ricordare che l’inverno è ormai irreversibilmente prossimo. L’aria è resa frizzante dalle numerose persone che si affollano all’ingresso dell’Alcatraz. A riscaldare l’atmosfera una rincorsa di abbracci e saluti tra chi ha condiviso quella passione e non vedeva l’ora di ripartire. A richiamare l’attenzione così precocemente l’annuncio di un’edizione limitata del disco TrediciPose, in omaggio ai primi cinquecento ingressi.
L’Alcatraz offre il suo palco laterale per questa serata, contenendo così il pubblico. Niente gruppo di supporto: al suo posto in apertura la proiezione del cortometraggio Dovunque, adesso, che a sua volta è contenuto in forma di dvd all’interno del packaging di TrediciPose, visto il contributo dei Deasonika nella realizzazione della colonna sonora. Nessuna presentazione: solo un campione ripetuto al termine della proiezione, fino alla salita sul palco del gruppo.

L’emozione è tangibile tanto quanto il desiderio di essere nuovamente di fronte al loro pubblico, finalmente con questa nuova veste più rock. Ognuno imbraccia il suo strumento e la musica, quella vera, invade prepotentemente le pareti dell’Alcatraz con le note di Photograph?. Un grande entusiasmo pervade il palco e il pubblico, trasformandosi nella parola chiave della serata. Per i Deasonika che si presentano per la prima volta live con una nuova formazione, questa è una grande prova. Marco Trentacoste, ancora presente in qualità di produttore, lascia vacante il posto di chitarrista. Stefano Facchi è temporaneamente sostituito alla batteria da Eugenio Ventimiglia. Quinto elemento aggiunto, Gionata Bettini ai synth. Nonostante le novità, fin dall’inizio, tutto appare curato e prezioso come un anno fa, quando dallo stesso palco si chiudeva il tour precedente. Il brivido passa dal palco alla pelle con Song X, tirata al punto giusto grazie alla grande performance di Francesco Tumminelli alla chitarra elettrica. I nuovi pezzi si avvicendano ancora interrotti ogni tanto dalla grande forza comunicativa di Max Zanotti che, rivolgendosi al pubblico, tenta di coinvolgerlo ulteriormente. A questo si aggiunge un appello rivolto direttamente alle band emergenti presenti, si suggerisce di seguire il loro esempio, regalando copie del disco durante i concerti, così da incrementare il numero di presenti. Alla scaletta non manca Teardrop, cover di un celebre pezzo dei Massive Attack, riarrangiato più duramente, in linea con i nuovi brani. Via il cappello che copre il capo di Max per essere più libero nel lungo finale strumentale. La prima guest star sale sul palco per Viole: si tratta di Floriano Bocchino al pianoforte. Il pubblico più fedele si esalta e canta a squarciagola, mentre Gionata lascia che il suo corpo segua la direzione dettata dal ritmo incalzante del pezzo. La morbidezza di Trasparente anticipa l’ingresso in scena di Gianluca Morello, inconfondibile voce degli Emoglobe per dettare con Max su Thank you. Sempre più batteria. Sempre più chitarre aperte e distorte in caleidoscopici suoni. Sempre più coinvolti, tanto da perdere l’equilibrio. L’atmosfera si incupisce sugli ultimi due pezzi prima della pausa. Kurt Cobain (la mia faccia a metà) live diviene la cifra narrativa del sound di tutto il disco, mostrando tutta la sua forza, così come All the other guys urlata senza trattenersi, rendendo visibile una sorta di adrenalina stanchezza. La ripresa è decisamente più moderata grazie ai brani del passato La mia veste e Non dimentico più con Marco Trentacoste nella line up, e a brani come Gregorian e Le rebelle che con il loro suono dolce e carezzevole accompagnano il live verso la fine.
L’esordio, baciato da un pubblico ben partecipe, è stato senza dubbio dei migliori: privo di grossi problemi audio e ricco in termini di performance, battezza TrediciPose come disco da ascoltare con attenzione e da vivere con trasporto nel live confermando la sua natura di disco da suonare. (Foto by Alice Pedroletti)

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