Arise – Interstatic

Vladimiro Vacca Album, Recensioni Lascia un commento

Infettare il jazz con il progressive è opera solo di grandi musicisti. Questo trio norvegese ha il dono di sperimentare senza perdere di vista la rotta della melodia. Il mare è l’organo Hammond di Roy Powell che traccia la corrente prog dei brani. La batteria di Jarle Vespestad, serrata e ricca di controtempi, è la bussola che indica il nord della geometria ritmica. Il vascello che si muove fluido ed impavido alla ricerca dell’armonia perfetta è la chitarra metamorfica di Jacob Young. La voce negli Interstatic non c’è perchè questa chitarra hard-rock canta da dio! Un modo nuovo di inventare la fusion, di modernizzare l’esperienza jazz. Pezzi come Doozy Mugwump blues recitano che Deep Purple e Yes forse si potevano incrociare a metà strada con i Weather Report. Mentre in brani come Alpha dog, Alexa e Iwato le strade che si intersecano potrebbero essere quelle di Franco Micalizzi e di Frank Zappa. Arise è un ottimo disco per mantenere giovane lo spirito del jazz nel rock.