Gli effetti Collaterali nascono a Potenza nel 1999. Dopo due ep autoprodotti, arriva il primo disco nel 2008, Crederai che non sei schiavo, co-prodotto da quattro etichette indipendenti. Quello che ci propongono con questi nuovi 14 brani è un rock duro e semplice, senza mezzi termini e con poca ricercatezza musicale, stilistica e melodica, senza mai dimenticare quelli che sono stati i capisaldi del punk e del grunge. Le melodie risultano di un’essenzialità che se da un lato sa essere diretta, dall’altro appare anche abbastanza carente e ripetitiva nei complessivi 68 minuti di durata del disco. I riff di chitarra evocano spesso e volentieri i quattro accordi distorti che in passato hanno visto la fortuna di gruppi quali Nirvana, Sex Pistols e Ramones ma che, nonostante abbiano fatto la storia della musica, al giorno d’oggi risultano alquanto improduttivi e monotoni. Ripetitività che emerge in maniera evidente soprattutto nei due brani che chiudono il disco, Il male peggiore e Sarai libero… di essere schiavo, che nei 22 minuti di durata complessiva non sanno mai offrire particolari emozioni smarrendosi in divagazioni noise sulla medesima insistente e sterile melodia. A volte sembra quasi avere l’impressione di un’immaturità dettata dalla voglia di sputare fuori tutto e subito, nella maniera più rumorosa e diretta possibile. L’intento degli Effetti Collaterali di costruire un vivido quadro della società odierna, rappresentandone tutti gli emarginati è di certo nobile, ma non sempre riuscito. “Signori io non vi ho mentito, avete visto con i vostri stessi occhi i mostri viventi del nostro sipario. Voi ne avete riso o provato ribrezzo, tuttavia se lo avesse voluto la natura beffarda, anche voi potreste essere come loro; non hanno chiesto loro di venire a questo mondo eppure sono qui tra noi, si riconoscono in un codice che nessuno ha mai scritto. Offendetene uno e si sentiranno offesi tutti quanti”. La chiave di lettura dei testi è sempre la provocazione o l’ironia. Guerra, denaro, abusi sessuali, disoccupazione, emigrazione i temi decantati con la rabbia de Il Teatro degli orrori o la rassegnata e apparente spensieratezza dei Tre allegri ragazzi morti, che, però, non raggiunge mai l’intensità dei maestri. Ma lo spiraglio del talento c’è e affiora proprio nel momento in cui si opta per un po’ di ricercatezza nell’armonia dei brani; quando entra un po’ di psichedelia nelle composizioni, quando la chitarra ricorda anche le potenzialità del suono pulito e dell’arpeggio (La Decadenza e Consumatori finali), quando la rabbia sa alternarsi a momenti più raccolti, la voce sa diventare più calma e melodica quasi a celebrare le tristi storie d’emarginazione, accompagnata da una melodia addolcita dagli archi (Tagli e Una casa di carta).
Nella speranza che lo spiraglio, in futuro, diventi una fessura e magari una voragine che ci faccia precipitare nel vivo delle emozioni.
Credits
Label: Effetti Collaterali Records/GenerazioneZero/I Dischi del Midollo/Multietnica – 2008
Line-up: Fabio Settembrino (voce, chitarra) – Gianluigi Santoro (basso, voci) – Antonio Santoro (batteria)
Tracklist:
- La verità è un veleno che ti strappa il cuore
- La decadenza
- Teatro quotidiano
- Tagli
- Una casa di carta
- Nel tuo basso ventre
- Manichini
- Sottoattacco
- Diario di un povero vecchio pazzo
- La roba
- Smerda la tua rivoluzione
- Consumatori finali
- Il male peggiore
- Sarai libero… di essere schiavo
Links:Sito Ufficiale,MySpace