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Eppur si muove – Dew Drop Reggae

Le realtà musicali sono diverse e il nostro paese ne è pieno.
Nella parte che guarda verso l’Africa, normalmente definita “mediterranea”, si sono sviluppati suoni che hanno il loro zoccolo duro nella musica tradizionale, ne sono esempi lampanti le tarantelle, la canzone napoletana classica, le ballate e le tammorre del Salento, i canti sardi e siciliani.
Eppure questa nostra area mediterranea, forse proprio per la vicinanza al continente nero e alla costa slava, è sempre stata permeabile ad altre sonorità. Sonorità d’oltreoceano come il blues e, specialmente esotiche, come il reggae, quella musica giamaicana che trova nel sud dello stivale i contrasti che l’hanno resa una verità ormai imprescindibile del nostro panorama sonoro.
Portato in Italia dai Pitura Freska e dagli Africa Unite il reggae scopre Caparezza e Sud Sound System, e nuove leve si presentano prepotentemente sulla scena. E’ il caso dei Dew drop Reggae, la formazione di Giovinazzo che da un po’ di tempo si è fatta notare addirittura dalla Bandabardò aprendo i loro concerti. La giovane formazione pugliese propone una musica morbida in alcuni episodi, tirata e scoppiettante in altri, che ci fa ondeggiare col corpo, persi in armonie dolci e mescolate della loro seconda terra. I Dew Drop Reggae si avvalgono di una formazione di valentissimi e giovani stumentisti e un intreccio vocale più che buono. I tre vocalist Paolo Restivo, Michele Pierno e Federica D’Agostino si alternano in ricami ottimi e sopraffini. Sezione vocale di cui, seppur Restivo è il frontman indiscusso, trova il ricamo di classe nella voce di Federica D’Agostino, la giovane ma bravissima seconda vocalist che carezza le frasi e le impreziosisce con ricercato stile.
Eppur si muove è il loro lavoro; un lavoro dove, in sole sette tracce, ci regalano tutti i colori di un meltin pot sonoro gustoso e ritmato. La formazione si avvale di una sezione fiati davvero valida che non scade mai nel virtuosismo ma che, al contrario, lavora delicatamente, in modo quasi defilato. I loro fraseggi sono semplici e incisivi, il sassofono di Gianpaolo Sinise accarezza una bellissima Raggae’n love che, seppur il testo denota qualche passaggio semplicistico, potrebbe benissimo sfondare alla radio.
L’ingresso del basso di Africanamente continua a restare su atmosfere delicate, dimostrazione che la contestazione e il volume a manetta non sono ingredienti fondamentali per questa ensemble pugliese, anzi la ricerca di atmosfere vellutate e sobrie al contempo fanno del loro stile una piccola perla di ricercatezza ben racchiusa nella chitarra di Alessandro Polacco.
Eppur si muove si sviluppa poi con Intelligente ma… e Il guerriero folle, i pezzi più sarcastici e amari, (pezzi che troveranno nella dimensione live il loro completamento) per poi chiudersi con Il folletto malpuzzone, divertente divertimento per stemperare i toni.
Un lavoro discografico che denota solo piccole incertezze nei testi, alcune ingenuità e forse qualche sentimentalismo troppo accentuato. Un piccolo neo su cui si può tranquillamente sorvolare dato la giovane età dei componenti della band e la loro capacità strumentale, ma che comunque deve spronarli alla ricerca di realtà un po’ più matura… ma diamo tempo al tempo. Da semi buoni nascono fiori alti.

Credits

Label: La canzonetta – 2007

Line-up: Paolo Restivo, Michele Pierno , Federica D’Agostino (voce) – Alessandro Polacco (chitarre) – Gianpaolo Sinesi (sax alto) – Michele Martella – (sax baritono)Vincenzo – Marrano (tromba) – Alessandro Grasso (basso) – Andrea D’Aconto (batteria)

Tracklist:

  1. Poiner
  2. Cerca il nucleo
  3. Raggae’n love
  4. Africanamente
  5. Intelligente ma…
  6. Il guerriero folle
  7. Il folletto malpuzzone

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