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Stavolta come mi ammazzerai – Edda

recensione_Edda-Stavoltacomemiammazzerai_IMG_201410Il prossimo 28 ottobre cercate di ritagliarvi almeno un’oretta di libertà: Stefano Edda Rampoldi, aka Edda ex voce dei Ritmo Tribale qualche decade fa, farà uscire il suo nuovo album Stavolta come mi ammazzerai per Niegazowana – Audioglobe.
60 minuti circa di album, suddiviso in 17 pezzi; so che magari il martedì, giorno appunto dell’uscita, non sarà forse facile trovare un’oretta da dedicare all’ascolto, traumatizzati ancora dal rientro in ufficio dopo fantasmagorici weekend o persi dietro ad ipnotiche ed infinite serie tv o sconvolti e doloranti dopo la lezione di cardiozumbayoga settimanale; certo è che anche soltanto per ringraziare l’artista di cotanta generosità ci dovremmo impegnare ad ascoltarlo dall’inizio alla fine questo album.
Si tratta del terzo lavoro di Edda come solista, dopo Semper Biot del 2009 e Odio i vivi del 2012.
Una sala di registrazione ad Arezzo, un iPad su cui sperimentare nuove sonorità ed almeno una ventina di brani già in testa da registrare; è così che nasce l’album, incentrato sulla poetica dei testi e sulla voce stessa di Edda, profonda, nuda e penetrante, circondata da una formazione strumentale old style, basso, chitarra e batteria, per accontentare tutti i nostalgici rock’n’roll rimasti.
Si parte con Pater, un testo che cammina al limite dello strazio, parole dure e drammatiche, cantate, urlate ed interpretate in maniera altrettanto drammatica in una litania ritmica toccante e spiazzante.
Nessuno può portarmi via l’amore”: si riprende fiato in Tu e le rose, il ritmo è cullante, il charleston della batteria ci accarezza e la melodia in scala minore accompagna parole di malincoamore ai confini del dramma esistenziale.
Stellina è un condensato di punk, urlato e grattato con eleganza epica, con una chiusura punk che più punk non si può.
La suadenza e la morbidezza della linea melodica di Puttana da 1 euro è ossimoricamente scagliata contro un testo duro, cinico ed un mood che arriva dritto allo stomaco come un montante di un boxeur sul ring, grazie a controcanti e chiusure di fraseggi in chiave disperatamente minore.
Di nuovo una donna protagonista di Peppa Pig, colei che riesce a risollevare anche la pessima giornata descritta dal protagonista; potente e roboante l’uso dei fiati nella parte finale.
Mater è l’altro pilastro della famiglia che chiude l’ipotetico cerhio aperto con il primo brano. Niente parole di miele però, neanche questa volta: c’è ironia, c’è crudezza e teatralità nei versi indirizzati alla mamma, nuovamente strazianti e viscerali.
Descrivere sei brani di quest’album è definitivamente riduttivo per capirne l’intero quadro. Empatico; un disco che riesce a toccare chi lo ascolta scagliandosi rapido contro le corde emozionali per ricreare un pathos surreale quanto tattile e tangibile.
La voce di Edda raggiunge delle vette di profondità e di coinvolgimento emotivo che forse neanche Manuel Agnelli ed i suoi Afterhours dei tempi che furono ne ricordano ancora.
La fine e ricercata ironia mista al pungente cinismo dei testi è disarmante, provate anche soltanto a leggere i titoli dei brani.
Regalatevi 60 minuti in cui forse anche voi finirete a terra semi incoscienti, come un pugile sul ring colpito da un pugno dritto nello stomaco.

Credits

Label: Niegazowana – Audioglobe

Line-up: Stefano Edda Rampoldi

Tracklist:

  1. Pater
  2. Coniglio rosa
  3. Tue e le rose
  4. Stellina
  5. Bellissima
  6. Dormi e vieni
  7. Puttana da 1 euro
  8. Piccole isole
  9. Mademoiselle
  10. Yamamay
  11. Mela
  12. Ragazza meridionale
  13. Ragazza porno
  14. Peppa Pig
  15. HIV
  16. Mater
  17. Sai bene

Links: facebook, sito ufficiale

Pater – video

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