JoyCut. Un nome, non qualunque. Colto, di quelli che attivano le sinapsi e spingono il gioco dei referenti, prima concettuali poi concreti. JoyCut è una sorta di iperbole, sottile, acuta: mescola due universi, quelli di Joey(Nick Drake – Time of no Reply) e di Cut (Roger Waters – The Final Cut)… poi, va oltre. Fino alla wave, ai Joy Division, alla psichedelia strisciante dalle sperimentazioni dei Radiohead e Archive, e… alle scie brit, e… alla ricerca delle linee melodiche. I JoyCut azzardano la parola SINCRETISMO. Ci sta, tutta!
16 novembre. Una band bolognese lancia tra le grinfie del mercato un album di debutto che non ha assolutamente nulla di semplicemente patrio. The Very Strange Tale of Mr. Man suona “internazionale” nella sostanza e nell’attitudine, non scorre con timidezza… semmai con consapevolezza, con un pizzico di sicurezza che fa dannatamente BENE!
Dieci tracce che non soltanto provano a declinare la migliore tradizione rock nel segno della modernità e di un’ispirazione e emotività personali, ma che schizzano un concept capace di afferrare il vuoto e l’inconsistenza di una realtà in cui ci aggiriamo, totalmente anonimi e svuotati di ogni valore e pensiero. La Plastic City diventa metafora del freddo di una società composta di esseri che hanno smarrito un “sentire” umano. L’unico uomo rimasto veste l’abito della stranezza agli occhi degli altri, e per il gioco dei paradossi viene deformato in un alieno verde. Solo l’innocenza che galleggia negli occhi dei bambini (speranza nel futuro) coglie il “buono” da salvare e preservare.
La storia del Signor Uomo comincia con 45 secondi di polvere sonora a volteggiare nell’aria mentre le dita la spostano da corde d’elettricità (Take Off). Senza soluzione di continuità verso Take It e Yokono. Il battito cardiaco muta sulle scie di Come on che sa virare verso un’implosione ipnotica: “Come On/Come On/Come On/Come On/Now Run/Now Run/Now Run/Now Run/. Avvolgente Mr. Man. In bilico tra carezze e graffi di velluto blu elettrico Again.
La sequenza dolcissima di Lonely Dance e Shake Your Shape (accompagnata da un Video Documentario Liveospitato dalla pagina MySpace) offreil ruolo di protagonista al pianosu cui scivola una voce che saprà ridestare immagini e colori in penombra. Tutto sfuma, fino alla dolcezza del labirinto strumentale di Haiku.
I JoyCut hanno aperto i concerti degli Afterhours e dei Perturbazione… tanto per intenderci. E… il 22 e il 23 novembre (rispettivamente al Piper di Roma e all’Estragon di Bologna) saranno ospiti delle due date degli Editors.
La compagine dell’Estragon a la PillowCase Records hanno fatto centro.
Credits
Label: PillowCase Records/Venus 2007
Line-up: Just JoyCut! – All songs written & produced by JoyCut – Executive Production by Estragon/PillowCase Records – All tracks performed Live @ Bunker, Rubiera (RE)
Incredibile recensione per gli incredibili JoyCut. Penso che quando uscirà questo album nelle prossime settimane… inizierà la scalata. Sono veramente sincretici!:-)
Incredibile recensione per gli incredibili JoyCut. Penso che quando uscirà questo album nelle prossime settimane… inizierà la scalata. Sono veramente sincretici!:-)