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Come afferrare i sogni: intervista ad Alessandro “Petrol” Pedretti

intervista_endlesstapes_IMG1_201411Alessandro “Petrol” Pedretti è un giovane batterista che può vantare tanti progetti all’attivo. Alcuni lo conosceranno come batterista de I Giuradei, ma oggi è di un’altra storia che vogliamo parlare. Incontro. Passione. Cocciutaggine, forse. Coincidenza, chissà?! Comunque è certo che Alessandro Pedretti da un po’ di tempo collabora anche con Colin Edwin, il bassista dei mitici Porcupine Tree. Endless Tapes si chiama il loro progetto musicale che l’anno scorso ha visto la luce con un Ep ed una serie di live. Ad Alessandro abbiamo voluto chiedere come si afferrano i sogni quando sono nell’aria proprio sopra di noi, e poi come si coltivano.

Per comprendere meglio il progetto Endless Tapes proponiamo in esclusiva per Lost Highways il video di Punto di Vista Differente Live @ Bloom (Mezzago – MI), direttamente dal canale YouTube di Colin Edwin.

Alessandro, dopo aver letto la tua biografia so che siamo coetanei e che fino ad ora hai certamente fatto molte più cose di me. Com’è nata la tua passione per la musica? È sempre stata la “batteria” l’unico amore?
Il mio primo approccio ad uno strumento è avvenuto quando avevo quindici anni. Era una fresca mattina di marzo e qualcosa mi ha impedito di prendere l’autobus per andare a scuola. Da quel mattino la mia vita è lentamente cambiata, mi sono reso conto che dovevo far qualcos’altro. E allora, istintivamente, ho preso in mano il telefono e ho chiamato mio zio che suonava nella banda del paese e gli ho chiesto il numero dell’insegnante di batteria. Una settimana dopo ero già sullo strumento. Dopo la prima lezione faticavo a staccarmi le bacchette, si portavano dietro un segreto che volevo conoscere a tutti i costi e ancora oggi mi accorgo di quante possibilità di vita felice porti con sè la musica. Non c’è solo la batteria nella mia “vita musicale” quindi, ma qualsiasi strumento che, in relazione ad un altro, generi vibrazioni tali da farmi sobbalzare e rendere palpabile uno stato d’animo che internamente è cosi nitido e chiaro ma che solo grazie alla sua espressione musicale risulta essere veramente completo.

Endless Tapes è un tuo progetto realizzato insieme a Colin Edwin, storico bassista dei Porcupine Tree. Quando ti sei avvicinato alla band inglese e quando direttamente a lui?
Li ho conosciuti per caso. Erano in una lista di gruppi che mi erano stati consigliati da un amico. Ho iniziato da In Absentia e il primo brano Blackest Eyes’ mi ha aperto un mondo… belle armonie che rimandavano ai Pink Floyd sostenute da una sezione ritmica impeccabile. Nel corso degli anni li ho seguiti parecchio anche dal vivo e con ascolti sempre più attenti, mi sono innamorato sempre di più dell’approccio di Colin alla musica. Se ascoltate i suoi dischi, vi accorgete di come ogni nota sia al posto giusto, anche quando non suona! È fantastico! Lo volevo con me.

Quando, invece, vi siete resi conto di poter davvero creare insieme? Su quali punti di incontro è nato il progetto?
Semplicemente mi sono sentito di contattarlo, avevo bisogno di stimoli. La mia vita ne offre spesso di nuovi, ma cercavo qualcosa di più. Colin ha colto e insieme abbiamo iniziato a lavorare su musiche inedite. Non ci siamo scambiati mezza parola in tutto il processo creativo. Ognuno creava la propria parte di musica e l’altro la integrava con la propria sensibilità del momento. È stato molto facile. Abbiamo lavorato a distanza ma il risultato è estremamente coeso. Questo ci ha creato problemi soltanto nel definire il genere che facciamo.

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Sia tu che Colin siete musicisti mentalmente molto aperti ed estremamente prolifici nonostante le ovvie differenze anagrafiche e di esperienza. Entrambi spaziate in diversi generi, diversi paesaggi sonori a seconda di ogni progetto. Nel mondo musicale odierno non è così scontato: chi nasce tondo non muore quadrato e viceversa. Tu, invece, da cosa sei spinto? Curiosità e voglia di esplorare diverse realtà o si tratta proprio di una necessità espressiva che deve mettere in luce le diverse facce della tua creatività?
Ancora oggi non so perché faccio musica, onestamente. Ho una passione sfrenata e un senso di gratitudine verso la musica che pare non aver confini. Penso che, tirando le somme, il mondo in cui viviamo abbia bisogno di qualcosa di buono, di qualcosa di grande e di meraviglioso che forse non provenga direttamente da noi. La musica ci passa attraverso e ha il potere di trasportarci ai confini della realtà in maniera molto più sana di qualsiasi diavoleria preconfezionata. Io sento che la musica mi dà una forza grandissima e in un qualche modo la devo ringraziare traducendola attraverso i miei sensi, in un flusso che, a seconda delle situazioni, prende forme differenti. Cosi come lo strumento musicale, anche io mi sento uno strumento.

Vorrei che spendessi due parole anche per gli altri tuoi progetti ad ora attivi. Una descrizione sintetica e personale di ciò che sono per te Radici Sonore, Sique&Petrol, Saija/Pedretti, Giuradei.
Radici Sonore, insieme a Massimiliano Boventi, è un progetto di ricerca musicale che indaga le infinite possibilità di analizzare e ri-collocare i materiali sonori in un determinato contesto; tra i posti piu curiosi, abbiamo performato in un orto botanico, in un monastero e in una biblioteca.
In SiQue&Petrol è riversata la mia passione musicale per la canzone “pop” sporcata da elementi psichedelici, minimalisti e poliritmici che sostengono la voce di Silvia Dallera. Abbiamo fatto un disco ben accolto e ora siamo attivi dal vivo come quartetto.
Saija/Pedretti è un duo di improvvisazione glitch/ambient/drone con il caro Corrado Saija che mi accompagna anche tra i tasti bianchi e neri di Endless Tapes.
Nei Giuradei si suonano delle bellissime canzoni in bilico tra il cantautorato e la rabbia del rock. Ettore è un raffinato paroliere, una persona unica e insieme al fratello Marco formano una coppia perfetta. Abbiamo fatto centinaia e centinaia di concerti in tutta Italia e spero che un giorno tutti abbiano il piacere di conoscere questo progetto. È un progetto con un valore altissimo ma purtroppo non riconosciuto come dovrebbe… ascoltatevi Strega oppure Zingara e arrabbiatevi con tutte le radio e le televisioni che non le passano!!

Una domanda che non ho mai fatto a nessun musicista, per la quale chiedo massima sincerità: sei soddisfatto di ciò che fai? Un giovane musicista, di questi tempi, può essere veramente “orgoglioso” di esserlo?
Sono molto soddisfatto e orgoglioso di ciò che faccio, adoro la mia vita, anche se spesso mi tira delle palate in faccia! Non si vive certo di certezze e di stipendi fissi, ma questo forse non è cosi importante. Bisogna essere molto schietti e sinceri con se stessi e riconoscere coscientemente il proprio valore (che è l’unica certezza).
La collaborazione con Colin mi ha aiutato a chiarire tante cose. Una delle tante è il principio di fiducia che riveste le azioni che compio. La fiducia si tramuta in conferma quando un’azione prende forma… a volte ci impega tantissimo tempo. La fiducia nella mia volontà di mettermi in gioco con la musica mi ha portato a Colin, a Endless Tapes e a tante altre magnifiche avventure di cui, se fossi rimasto con le mani in mano, non sarei nemmeno qui a parlarne!
In un certo senso, la musica condivisa con altre persone, mi aiuta a vivere meglio e quindi riveste un ruolo decisivo nella mia umile vita.

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L’esibizione dal vivo per Endless Tapes si avvale della partecipazione di altri musicisti: com’è nata la collaborazione con loro e cosa hanno apportato ad un progetto che è caratterizzato principalmente da te e Edwin?
Il live di Endless Tapes si diversifica dai brani in studio soprattutto per il coinvolgimento fisico. Ci siamo ritrovati con brani già definiti creati grazie alla possibilità di sovraincidere e aggiungere colori a piacimento non pensando minimamente all’ipotesi di live. Poi ci è capitato, ed essendo in quattro abbiamo dovuto rimediare cercando di dare un carattere più diretto alle composizioni. Grazie alle abilità di Corrado Saija alle tastiere e Nicola Panteghini alle chitarre, siamo riusciti a trovare un sound molto compatto ed energico!

Il vostro EP risale ormai a più di un anno fa. Ora un tour. Occasione di incontrarsi, magari provare e creare insieme… c’è aria buona per la realizzazione di un vero e proprio album? Ci sono già nuove idee che puoi anticipare?
C’è un album già pronto, con delle musiche che, si può dire, sono di tipico stampo Endless Tapes! Per ora non c’è una data d’uscita, dobbiamo ancora confermarla, ma vi terremo aggiornati!

Punto di Vista Differente – video live @ Bloom (Mezzago – MI) [ESCLUSIVA LostHighways.it]

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