Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Una frase che prende spunto dal primo principio della termodinamica e che trova assoluta pertinenza anche nella musica di Linda & The Greenman (alias Linda Messerklinger e Gigi Giancursi). La prima attrice di teatro, cinema, tv, oltre che fotografa e tanto altro; il secondo membro storico dei Perturbazione che da pochissimo ha lasciato la band di Rivoli. Li abbiamo incontrati a Bologna in una delle loro prime apparizioni per un intimo concerto al Barazzo Live. Prima dell’inizio, tra un cambio di vestito ed una sigaretta, Linda e Gigi ci parlano con splendido (e contagioso) entusiasmo del loro progetto, fresco e vivo, mutevole e curioso. Poche domande, tante risposte in un continuo botta e risposta tra i due a descriverci un cammino che non perderemo l’occasione di seguire, passo dopo passo. (Fotografie di Melissa Lovaglio)
Il primo incontro: è stato per il videoclip di Se mi scrivi, vero? Fu un incontro consapevole?
Linda: E’ stata la mia prima esperienza come attrice su un set. Venivo dal teatro, volevo tanto iniziare un’esperienza cinematografica e i video musicali mi piacevano tantissimo. Mi chiamarono così per partecipare a questo video con la regia di Guido Chiesa, quindi per me era davvero un’occasione! Avevo sedici anni, e in realtà questo gruppo, Perturbazione, non lo conoscevo nemmeno! Il video poi veniva girato a Rivoli, il posto dove io vivevo, non notoriamente famoso per i set cinematografici… Arrivai quindi al Liceo Darwin di Rivoli e mi ritrovai sul set. Era la prima volta che li vedevo. Loro erano ovviamente presi dalle loro cose, quindi ci fu uno scambio molto lieve, come spesso avviene in un set tra le varie persone che lo frequentano. Fu comunque una bellissima esperienza, quasi una festa!
Quando poi vi siete ritrovati?
Linda: E’ successo casualmente al Salone del Libro dove Gigi era venuto a fare un live con i Perturbazione mentre io lavoravo là. Ci siamo incrociati gli sguardi, senza capire subito come-quando-perchè i nostri volti ci apparissero familiari. Da lì poi abbiamo iniziato a sentirci perchè io volevo intraprendere dei progetti musicali.
Gigi: Per un certo periodo a Torino è stata occupata la Cavallerizza, un tentativo di replicare l’esperienza del Teatro Valle di Roma (ed in qualche modo c’è riuscita). Linda era tra le persone che avevano lavorato per questa iniziativa. Sai, in realtà ora suoniamo insieme, ma è solo “una parte di lei” che suona con me. Linda è tante cose. E’ un’attrice, io la definisco “attografa”, ma ogni tanto scopro altre cose nuove che fa. Per ora, ad esempio non so ancora come cucini…
Linda: In realtà non è vero!
Gigi: Ah, già… allora non so come giochi a hockey su ghiaccio! Comunque, dicevo, lei ci chiamò come Perturbazione a partecipare, però si trattava di un periodo nel quale eravamo ovunque e ci era impossibile andare da lei. Così le dissi che avrei avuto piacere di andare io, chitarra e voce, anche solo per vivere e conoscere quell’esperienza. Così lei mi disse: “Ma io canto”. Io ho pensato fosse una sua velleità, come direbbero I Cani, invece canta benissimo!
Linda: Da lì abbiamo iniziato a pensare a che canzoni fare, scoprendo subito un terreno comune.
Infatti proprio questo vi volevo chiedere: ci sono brani vostri, ma ad ora anche tante cover. Nelle scelta di queste, chi è che contagia l’altro?
Linda: E’ reciproco. Ci sono brani proposti da lui che io non conosco, e così anche il contrario. Per entrambi c’è una grande curiosità e disponibilità ad aprirsi. Così abbiamo anche scoperto di amare alla follia gli stessi brani.
Gigi: Ora lo scopo è anche quello di ridurre una canzone allo schema minimo chitarra e voce. E’ una cosa bellissima vedere con quanti pochi elementi una canzone può stare in piedi e funzionare. Lei è stata anche un pungolo importante per farmi cantare molto di più di quanto facessi prima.
Linda: E’ vero, avvertivo che questa fosse per lui una necessità latente.
Linda and the Greenman: Gigi, perchè tu sei l’uomo verde?
Gigi: Per tutta una serie di motivi. Linda un giorno mi ha chiamato dicendomi: “Spero che tu non ti offenda, ma ho pensato che sarebbe bello chiamarsi Linda e l’Orso”…
Linda: Sì, la mia proposta era proprio “Linda e la Bestia”. Volevo giocare sulla contrapposizione delle parole, in particolare con il significato della parola linda.
Gigi: Io le ho detto che sfondava una porta aperta, e tutto sommato, per tantissimi motivi che se stessi a spiegare ora farei un trattato di antropologia culturale, sono molto legato a quell’immagine. Perfino il mio cognome, per un certo verso, contiene questa identità dell’orso. Però di gruppi con “l’orso” ce ne sono tantissimi, quindi siamo passati al “green”.
Linda: Il green si legava anche all’idea di una musica verde intesa come naturale, semplice ed artigianale.
Gigi: Poi il folk, inteso come musica pop-popolare, ma con delle radici. Camminare con i piedi per terra, perchè la terra è bellissima, a volte.
Ora state registrando? Avete dei programmi definiti o è tutto work in progress?
Gigi: La filosofia del camminare è proprio questa: un passo dopo l’altro. E’ quello che stiamo facendo. Vogliamo fare delle canzoni una dopo l’altra, poi girarci e guardare indietro e chiederci quanti passi abbiamo fatto. Per esempio ci piace tantissimo l’esperienza dei Magnetic Fields. Il disco, secondo noi, è ormai superato, ma è anche vero che bisogna talvolta fermarsi e fotografare ciò che si è fatto… però nel frattempo bisogna aver camminato. Altrimenti nessuno sa niente, non si mette nulla su internet, poi qualcuno pensa “mettiamo solo tre pezzi”… “no quattro, poi creiamo un po’ di curiosità facendo quest’altra cosa…”. Tutto questo diventa una pretattica che verrebbe spontanea semplicemente camminando liberamente. Così ci siamo dati uno scadenzario, senza che diventi una gabbia: facciamo due pezzi al mese e li mettiamo su internet.
Linda: E’ un progetto nato dalla necessità comune di fare qualcosa di libero, una concezione creativa senza ansia.
Gigi: E infatti poi accadono le cose, come il fatto che dopo appena un mese e mezzo siamo qui a Bologna. Indubbiamente conta anche la mia esperienza passata, ma non è matematico che poi qualcuno venga a seguirti anche dopo. Passo dopo passo noi continueremo… poi dipenderà molto da dove si metterà il piede!
Ora state girando tantissimo per locali in un assetto quasi buskers. Questa è comunque una situazione contingente o sarà caratteristica fondante del vostro progetto?
Gigi: Innanzitutto cerchiamo di fare di necessità virtù. Poi non nascondiamo il fatto che ci piacerebbe ampliare, ma questo diventa già uno staccarsi dal semplice camminare. Certamente in fase di registrazione possiamo anche prenderci il lusso di registrare multitraccia ed inserire diversi elementi. Nei prossimi pezzi infatti stiamo cercando di capire quale sia l’arrangiamento migliore, e probabilmente inseriremo anche un quartetto d’archi.
Linda: Siamo assolutamente aperti ad incontrare altre persone che condividono questo tipo di esperienza e di cammino. Si stanno già aprendo diverse possibilità. Faremo concerti con diversi ospiti, per sperimentare cosa succede con più strumenti e differenti sensibilità.
Linda, la recitazione e la musica sono per te cose distinte o complementari?
Linda: Nel mio caso sono assolutamente complementari. Un unico flusso di ricerca e sperimentazione. Quello che mi piace ora dell’ambito musicale è affine alla ricerca di libertà. Un set cinematografico ha una struttura ben diversa, il lavoro su un personaggio è completamente differente dall’immediatezza che si può avere con il canto. Si tratta di un altro canale, potenziabile reciprocamente.
Immagino che anche l’emozione sia ben diversa: anche se poche persone dal vivo sono cosa differente dall’occhio di una telecamera, anche se nasconde diverse migliaia di persone…
Linda: Certo, per quello anche il teatro. Il canto è ancora diverso, ed ora quando mi trovo su un palco a cantare mi trovo veramente al mio posto. E’ qualcosa di magico, e ne sono molto contenta. Altri punti di unione di questo nostro progetto con quella che è la parte visiva della mia esperienza è oggetto di discussione tra me e Gigi. Abbiamo idee, spunti di riflessione, stiamo ideando dei video.
Gigi: E’ bello giocare con ciò che sia ha. Ho un chitarrista con alcune idee, una cantante con delle bellissime idee, come posso cucinare questi ingredienti? In più lei ha davvero tantissime risorse. La cosa bella di questo duo è che abbiamo la possibilità di fagocitarci, ma non per annullare l’altro bensì per scoprire e trovare nuovi continui stimoli.
Un grande in bocca al lupo!
Linda e Gigi: Crepi!