Quando si scopre che il nome della band in questione non è altro che l’accrocchio di ¾ dei nomi dei componenti del gruppo, ovvero del cantante EUGENIO Casaro, del fisarmonicista Emanuele VIA e del batterista Paolo DI GIOIA e che il titolo dell’album è semplicemente l’anagrafica completa del quarto elemento, nonchè bassista, si intuisce già, a grandi linee, che non siamo davanti alla convenzionalità fatta musica.
Citare Elio e le storie tese sarebbe un tantino pretenzioso, ma, per capire il quadro, la strada percorsa è quella del cantautorato ironico e goliardico.
Lorenzo Federici, inteso come album e non come bassista, è uscito per Libellula/Audioglobe lo scorso dicembre e segue l’EP di esordio del gruppo torinese, dal titolo altrettanto ironico, EP Urrà, uscito nell’agosto 2013, completamente autoprodotto e finanziato con una campagna attraverso Musicraiser.
10 brani che riportano alle origini di strada del gruppo, nato come busker, con l’aggiunta di venature swing, cantautorali italiane, baleristiche e nu-folk per alcuni versi (in fondo se i Mumford&Sons avessero ascoltato Fred Buscaglione da piccoli, adesso suonerebbero così).
Si parte con Argh! che riporta alla luce una delle più controverse domande per chi frequenta i concerti: sono gli artisti a presentarsi sul palco sempre più tardi o è il pubblico ad andare nei locali con molta calma? Il quesito è portato avanti su una melodia folk con un gioco di cori e controcanti a rendere ancora più scanzonata l’atmosfera.
Ho perso nasce per essere un inno ai perdenti, numericamente superiori ai vincenti, per definizione. Se i Queen si sono dedicati a quest’ultima categoria, gli Eugenio in via di gioia, invece, si rendono paladini dei più deboli.
Si passa poi al problema degli acquisti seriali e alla smania di possedimenti con Pam fino ad arrivare ad un’analisi del microcosmo che, in estate, si riversa sui litorali nazionali: Zoo Balneare, dove impera l’eterna lotta sociomorfologica spiaggia libera vs. lettino ed ombrellone.
Gli Eugenio di via di gioia riescono a far sorridere: i testi sono ben strutturati e l’ironia utilizzata è calibrata e non eccessiva, cosa, tra l’altro, spesso difficile da equilibrare senza cadere nella banalità o volgarità.
Le melodie sono semplici, il che aiuta non poco la riconoscibilità del brano; a volte però sono davvero troppo semplici, con ritornelli ripetitivi e forse troppo ridondanti (Noi adulti, Troppo sul seriale)
Un disco scritto e composto per divertire e per far sorridere della quotidianità; un disco che cerca di riuscire nel suo intento senza tante altre pretese.
Credits
Label: Libellula/Audioglobe – 2015
Line-up: Eugenio Casaro (voce) – Emanuele Via (fisarmonica) – Paolo di Gioia (batteria) – Lorenzo Federici (basso)
Tracklist:
- Argh!
- La cosa peggiore dell’universo
- Ho perso
- Non ancora
- Ottetto di stabilità
- Noi adulti
- Egli
- Pam
- Troppo sul seriale
- Zoo balneare
- Il mondo che avanza (ghost track)
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