Un debutto pieno di originalità creativa. Esplora e inventa tutte le strade percorribili che sarebbero potute partire da brani come Friends, Tangerine e Gallows Pole presenti nel terzo disco dei Led Zeppelin. C’è tutta quell’attitudine a miscelare la tradizione del folk britannico con il rock americano tipico della West Coast, immergendolo in un mood a tratti lisergico di matrice psichedelica. Eleven sons inizia con un sublime trittico So they say, Feed your ignorance e Move ahead, che mostra chiare ascendenze dal White album dei Beatles. Move ahead apre a certe suggestioni psichedeliche che si potrebbero rintracciare nei contemporanei Tame Impala o Temples e che si sviluppano in chiave folk nei gioiellini A and D e How Long. You’ll be home è una magica danza quasi sciamanica, dove si alternano cambi di atmosfera molto intensi. Le restanti tracce continuano ad ipnotizzare l’ascoltatore in questa spirale psycho-acustica con arrangiamenti molto curati che affondono le radici nel passato pur essendo perfettamente moderni ed in scia della neo-psichdelia contemporanea. All’esordio discografico gli aretini Walden Waltz hanno già mostrato tutto il loro talento tanto da garantirsi attenzione internazionale di produttori come Jack Petruzzelli (Rufus Wainwright, Fab Faux) e Jack Douglas (John Lennon). Finalmente dall’underground italico fuoriescono band che possono competere con quelle americane ed anglossasoni. Grandissimo debutto.
Credits
Label: Santeria – 2015
Line-up: Matteo Cassi – Simone Lanari – Emanuele Cicerchia – Andrea Guerrini – Filippo Manfredi – Giusti Giovanni Fabiani.
Tracklist:
1. So They Say
2. Feed Your Ignorance
3. Move Ahead
4. A And D
5. How Long
6. You’ll Be Home
7. Tiger
8. Everywhere
9. My Old Friend
10. Dithyramb
11. The Fair And The Hermit
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