Home / Editoriali / L’anarchia è un modo di essere: Cesare Basile @ Circolo Ohibò Milano 10-04-2015

L’anarchia è un modo di essere: Cesare Basile @ Circolo Ohibò Milano 10-04-2015

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I caminanti sono siciliani erranti: un gruppo nomade diffuso in Sicilia. Stanziali o semistanziali, si occupano di mestieri come l’arrotino, l’ombrellaio o il riparatore di cucine a gas. I Caminanti, che accompagnano Cesare Basile nel suo tour, non sono tutti siciliani e non praticano mestieri come l’arrotino e il riparatore di cucine a gas. Sono musici tra i più eccelsi del panorama musicale italico e il10 aprile hanno fatto tappa al circolo Ohibò di Milano regalando agli astanti una serata di storie e ritmi che hanno dato voce a chi voce non ha, sfiancato dalla quotidiana guerra ad una società che costringe ai margini. Simona Norato, Caminante dedicata ai synth e alla tastiera, apre il concerto con tre brani del suo primo album da solista La fine del mondo: le persone la seguono attente e silenziose. Ringrazia e prende posto alla tastiera mentre si aggiungono gli altri Caminanti, Enrico Gabrielli ai fiati, Rodrigo D’Erasmo al violino e mandolino elettrico, Luca Recchia al basso e Massimo Ferrarotto alla batteria, Cesare Basile maestro di cerimonia alla chitarra e alla voce. Da li avrà inizio un live che rapirà la moltitudine. Un live intenso, scuro come la terra, terso come il cielo, bianco come le nuvole che veloci lo attraversano, rosso come la passione che colora ogni verso cantato da Basile. Al centro il suo ultimo lavoro in studio Tu prenditi l’amore che vuoi e non chiederlo più e a completare alcuni brani dei precedenti album del cantautore siciliano. Canta l’amore e l’anarchia Basile. In lingua sicula ci porta nelle vite degli ultimi, miserabili ed eroi si alternano nelle ballate blues, nelle marce che ricordano le feste dei santi di certo suolo del profondo Sud d’Italia, nelle contaminazioni etniche. Racconta storie vecchie che vivono il quotidiano, attraversate da sonorità folk elettriche. La ribellione ribolle nei fiati di Gabrielli e negli elettrici violini di D’Erasmo, le percussioni cupe di Ferrarotto battono il tempo in un live che è estasi per le orecchie, l’anima e gli occhi. Sul palco per quasi tutto il concerto anche il Caminante Manuel Agnelli che suona tastiere e si percuote il petto. Basile è concentrato e sorride alla città che per molto tempo l’ha ospitato. Un concerto che si compone dell’intero album Tu prenditi l’amore che vuoi e non prendertelo più partendo da Araziu Stranu, passando per la splendida Franchina e l’intensa interpretazione di Lilith Rita Oberti ne La vostra misera cambiale. Tra i vecchi brani proposti, come ogni volta, il trascinante blues e le caustiche parole di Strofe della guaritrice incantano e aggrovigliano lo stomaco. Guardare il palco e i musicisti che lo animano, in particolare Gabrielli, è valore aggiunto per un live che tocca angoli profondi dell’essere individuo nella società, corde che Basile sa far vibrare come nessun altro in questo momento in Italia, prendendo in eredità quello stesso impegno di cantare le miserie della società che fu di De Andrè perché “in fin dei conti la ragionevolezza e la convivenza sociale autentica si trovano di più in quella parte umiliata ed emarginata della nostra società che non tra i potenti” el’anarchia, prima ancora che un’appartenenza, è un modo di essere” (cit. Fabrizio De Andrè).

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