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“Superhero” – Lovers of ’69

lo_69Chi è il supereroe del terzo millennio? Chi conosce il segreto della vita? Nascosto da una bizzarra maschera, Federico Moi tenta di offrire la sua risposta: tu sei il “Superhero”. Sì, proprio tu che leggi ora questa recensione, tu che ascolterai le canzoni dei Lovers of ’69, tu che l’hai già fatto e sai di cosa parlo… e pure tu, che dirai che la musica di questa band non ti piace affatto. L’importante è che tu capisca chi sei. La complessità dell’uomo “qualunque” vince sulla banalità del mito. Quotidiane sconfitte, ripetute tristezze, sottili gioie, paure ricorrenti, dubbi irrisolvibili, capacità di amare e di perdere l’amore: questi sono i superpoteri dei quali noi tutti disponiamo, senza renderci conto della reale potenza che abbiamo tra le mani: al confronto Spiderman è un funambolo, Superman un’illusionista. Chitarre stanche incontrano inaspettate tastiere, mentre una voce “non all’altezza” si configura come chiave di volta dell’intero album. Posto in primissimo piano, il canto soffre della sua inadeguatezza cronica, scontrandosi con musiche sinuose e criptiche. Il folk-pop si allontana dalla tradizione strumentale mantenendo inalterata l’intimità del risultato, questa volta realizzato con chitarre, basso, tastiere e pc, in modo scarno, senza orpelli di alcun genere. La registrazione di stampo casalingo mette alla luce i difetti, ma spesso sono proprio i difetti stessi a contraddistinguere ed esaltare l’unicità del lavoro di un bravo artigiano. Per questo, le imperfezioni di “Superhero” possono infastidire quanto innamorare. Tra le canzoni dei Lovers of ’69 anche le  melodie più solari celano sempre una malinconia di fondo, talvolta cinismo, sentore di sconfitta la cui consapevolezza può paradossalmente portare all’invincibilità: “The secret of life, the secret of death, the secret of love. The secret’s that there’s no secret” (The Secret); “I know the direction but don’t know where to go now. I used to cry when all other people laugh” (Sunburnt). Ritmo e intrecci sonori, a volte ariosi e variopinti, diventano claustrofobici in Treat me bad: accompagnato dalla voce di Gianluca Maria Sorace (voce, mente e chitarra degli Hollowblue in cui lo stesso Federico Moi veste il ruolo di batterista), il brano si annoda e si contorce in una danza nella quale “Love and pain are beautiful twins”.
Per l’uomo (e per l’artista) non c’è possibilità di scampo se non la consapevolezza. “Superhero” è un opera sincera ed umile, in cui la musica non è altro che un perfetto vestito dell’anima; leggera essa si adagia alle forme, senza forzarle. Colori ed emozioni vengono accostati con eleganza, mostrando poliedricità musicale ed una singolare eccentricità compositiva e di performance. Lovers of ’69 è un progetto ormai rodato da qualche anno, è un laboratorio di idee per un musicista che sente la necessità di esprimersi, è un volto mascherato che non ha bisogno di mostrarsi. “Superhero” non cerca la perfezione, “Superhero” cerca la sua identità Lost in the highway.

Credits

Label: A cup in the Garden – 2008

Line-up: Federico Moi – Rossella Frassi; Gianluca Maria Sorace (voce in Treat me bad)

Tracklist:

  1. The Indifferent
  2. Sunburnt
  3. Treat me bad
  4. Twenty years
  5. My favourite
  6. The secret
  7. The place
  8. Lost in the Highway
  9. Wasting all my time
  10. The Emperor of Mediocrity

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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