Ai primissimi ascolti di quest’ultimo 23 sono rimasto fortemente disorientato per una ragione, principalmente: per la tenacia e la testarda determinazione con cui i Blonde Redhead, band italo-nipponica di adozione americana, balzata ormai da più di dieci anni agli onori della cronaca e diventata in poco tempo paladina dell’ indie-rock internazionale, proseguono con tanta luce in volto questo loro nuovo corso (iniziato già tre anni fa col loro Misery is Butterfly). Non poteva che fare quest’effetto: chi ha amato tanto i primi dischi così insanguinati di quel noise tanto sporco (di giovine e sonica devozione) quanto acerbo, di quel rock sempre in penombra, di un intimismo così asciutto ed al contempo così lacerante ancora non si rassegna a metabolizzare questa nuova e geniale formula pop-oriented. Ebbene signori i Blonde Redhead, che vi piaccia o meno, sono cambiati e, dopo la timidezza del precedente disco, questa è la normale e naturale evoluzione che uscirà in superficie rapendo con tutto il suo ammaliante splendore e convincendoci che l’amima di Kazu Makino e dei fratelli Pace è rimasta invariata. Elaborato un lutto, non restano che le lacrime di gioia per l’emozione di una nuova nascita. 23, accolto fra le braccia della 4AD (storica e sempre lungimirante etichetta di produzioni dream pop e sperimentali) come un figliol prodigo, è un disco che cresce in grembo al susseguirsi degli ascolti, un disco di luci che filtrano antiche sui tasti di un pianoforte, dolcezze in movimento che svelano la loro genialità e ti riempiono di armonia. Il rumore non è scomparso, ma si è sublimato in arie danzanti e in dolcezze più levigate rispetto alle vecchie spigolosità. La title track è dream-pop riletto per le generazioni del nuovo millennio post-pop, è un brano magnetico, armonioso, ammaliante quanto le melodie di Kazu Makino che sanno stregare e catturare inesorabilmente. Ammalia l’eleganza quasi lounge di Dr.Strangeluv e quel giro di basso così pieno di passione che ti viene quasi voglia di piangere e poi di correre lontano. Luci e ombre, crepuscoli di seta leggera che col vento notturno nascondono il lamento dei pensieri sembrano evocati da The Dress dall’ atmosfera intima, quasi noir, vicina al trip-hop dei Portishead… almeno quanto l’episodio minore di Publisher; SW è una danza piena di tristezza e malinconia, una generazione che si reca sulla tomba dell’ultimo shoegazer a celebrarne quel suo ultimo paio di scarpe, feticcio di un’epoca. L’intima cavalcata di Spring and by Summer Fall, con i riff delle chitarre a fenderne in diagonale la bellissima melodia, è un’altra piccola pietra sulla mia convinzione che questo 23 è un altro difficile ma spacciato capolavoro dei Blonde Redhead. Se la ballata Silently strizza l’occhio alle carinerie elettro-lounge stile Stereolab miste a reminescenze disco-wave ‘80s, sempre con un velato e sottile strato di sana malinconia, Heroine è ancora più bizzarra ed evanescente in quel suo accostare arpeggi minimalisti a ritmiche e melodie ancora più fatue. Se 23 non è un disco che cambierà la storia del rock, ciò che è sicuro è che rimarrà nel cuore di chi, abbattuti i muri del pregiudizio, deciderà di lasciarsi sedurre.
Credits
Label: 4AD – 2007
Line-up: Kazu Makino (guitar, vocals, keyboards) – Simone Pace (drums) – Amedeo Pace (guitar, vocals)
Tracklist:
- 23
- Dr. Strangeluv
- The Dress
- SW
- Spring and by Summer Fall
- Silently
- Publisher
- Heroine
- Top Ranking
- My Impure Hair
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