LoStileOstile – Marta sui tubi

Emanuele Gessi Album, Recensioni Lascia un commento

A distanza di tre anni dall’ultimo album in studio (Cinque, la luna e le spine – 2013) tornano i Marta Sui Tubi.
Con LoStileOstile si assiste ad un ritorno all’essenza del progetto musicale, confermando la riduzione ai minimi termini della band a tre elementi, come agli esordi e come nell’ultimo tour dello scorso anno (Muscoli e dei tour). Giovanni Gulino alla voce e al synth, Carmelo Pipitone alle chitarre e alle seconde voci, Ivan Paolini alla batteria: loro sono i Marta sui tubi, le colonne portanti del folle mondo che dalle osterie del Pratello a Bologna ha raggiunto il luccicante palco dell’Ariston e collaborazioni importanti con Lucio Dalla, Franco Battiato e Malika Ayane.
La particolarità dei Marta Sui Tubi, confermata anche in questo nuovo disco, è di avere uno stile davvero unico e inconfondibile. L’assenza di archi e tastiere, strumenti che avevano fortemente caratterizzato gli ultimi album, ha comportato un rilancio dell’essenza più autentica del progetto Marta Sui Tubi, forte però delle tante esperienze vissute ed elaborate in questi anni anche grazie a Mattia Boschi (violoncello) e Paolo Pischedda (tastiere). La nascita e lo sviluppo parallelo del progetto imprenditoriale MusicRaiser (sviluppato e seguita dallo stesso Giovanni Gulino) è stato sicuramente determinante anche per questo album, anch’esso sostenuto, e in qualche modo, cresciuto e plasmato insieme ai fan.
Nessun titolo poteva essere più azzeccato: quello dei Marta Sui Tubi del 2016 è indubbiamente uno “stile ostile”. L’album, contenente alcune perle eccezionali, risulta ostile in quanto disordinato ed eterogeneo. Sfaccettato come il carattere di tutti noi, LoStileOstile raccoglie tredici brani che passano dal singolone orecchiabile (Amico pazzo), incapace però di scaturire vere emozioni, al pezzo caciarone che dal vivo farà impazzire i più giovani (Da dannato); dalla delicatezza di stampo swing (Con un sì) al brano che scatena headbanging (Rock + roipnoll).
Una delle perle, invece, è senza dubbio Spina lenta, un brano di rara bellezza che vive nella leggerezza degli arpeggi di chitarre, nell’ascesa sonora, nella musicalità del testo e nell’incrocio di voci maschili e femminile (ospite una rediviva Gigliola Cinquetti).
Un’altra perla è Il delta del poi, dove il marchio MST spicca proprio nel crescendo del canto, arricchita dalla rochissima seconda voce di Carmelo.
+D1H (Più di un’ora) è un’altra perla originalissima: la batteria scandisce un ritmo netto, la chitarra crea lievi spigolature di fondo per poi aprirsi su un canto che unisce melodia e ritmo splendidamente ondeggiante, quasi ballabile. Visto che il testo coinvolge la figura del deejay, il brano sembra scritto apposta per poter luccicare anche in una versione remix elettronica.
Sul finale del disco La calligrafia di Pietro stupisce per la miscellanea di generi e stili facendo pregustare l’eccezionale resa dal vivo; Niente in cambio vira alla dolcezza romantica di un pop cantautorale che delizia ma non sconvolge; L’impossibile è una chiosa strumentale delicata che accompagna ed accarezza l’ascoltatore realizzando una pausa fondamentale nella previsione di un ascolto del disco in ripetizione.
LoStileOstile è un album vario, contenente brani capaci di attirare un po’ tutti i palati. L’unica mancanza forse risiede nei testi, curatissimi nella loro musicalità e cantabilità, ma un poco poveri di quei contenuti che avrebbero offerto valore ed emozioni aggiuntivi ad un supporto musicale unico e di qualità come quello dei Marta Sui Tubi, un trio che sembra non invecchiare mai.