Adoro la mia città. Tecnicamente non sono cittadino bolognese, ma partecipo alla vita della città da sempre. E’ la mia città: io la considero tale.
Parlo di Bologna, del mio amore per la città felsinea. Talvolta mi fa arrabbiare tantissimo, ma serate come quelle di ieri sera spazzano via tutto, ripulendo, lucidando, facendo splendere ogni cosa.
Spesso partecipo a tantissimi eventi musicali dei quali non è per niente povera la città, ma questi spettacoli coinvolgono una frazione ben precisa della comunità bolognese, per lo più studenti o giovani donne e uomini che in qualche modo operano nel settore. Eventi bellissimi nella città, ma nei quali “manca la città”.
Il Cinema Ritrovato, iniziativa della Cineteca di Bologna, è l’unico evento che davvero unisce la città, che “è la Città”.
Il 25 giugno, sullo schermo allestito in una delle piazze più belle d’Italia (quindi del mondo), è stato proiettato Tempi moderni, capolavoro di Charles Chaplin del 1936 nella magnifica versione restaurata dalla Cineteca di Bologna e musicato dal vivo dall’Orchestra del Teatro Comunale diretta da Timothy Brock. Cinema e musica davanti a non so quante migliaia di persone.
L’essenza di Bologna era lì, in quella piazza ieri sera. Forse non avevo mai visto prima Piazza Maggiore così tanto gremita ed ordinata, così attenta, così emozionata e grata nel sincero applauso finale.
C’era il frutto del lavoro, il frutto della cultura, il frutto della politica che (nel bene e nel male, ma stasera soprattutto nel bene!) da anni riesce a finanziare questo programma di proiezioni nel cuore della città, piazza che è nodo nevralgico della Storia e delle tante storie private e quotidiane dei bolognesi.
Poi c’era la popolazione, appunto, i bolognesi con la “eSSe” certificata all’anagrafe, e quelli che Bologna l’hanno scelta. Giovani, studenti, anziani, famiglie hanno riempito la piazza in ogni spazio, seduti sulle poltroncine di plastica, e poi sul selciato, ovunque.
L’emozione di un magnifico film, l’emozione dell’orchestra dal vivo (con quelle sagome eleganti che mi hanno riportato alle suggestioni indelebili delle ore di infanzia passate a guardare Fantasia di Disney), l’emozione delle reazioni tra il pubblico, che rimbalzano da un corpo all’altro.
E dopo il buio le luci si accendono sulla piazza, il pubblico si alza in piedi per applaudire e si guarda intorno stupito, nell’abbraccio dei palazzi le cui pietre prenderanno in memoria anche questo evento.
Questa è la bellezza di Bologna. La bellezza che pochi giorni prima era stata raccontata per immagini anche dal regista Giorgio Diritti in un documentario celebrativo dei 900 anni di storia della città. Questa è la bellezza popolare, nel luogo della partecipazione, la bellezza che segna le persone. La bellezza dell’incontro tra arte e comunità. Un vero spettacolo.
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