C’è il deserto americano. C’è il calore di un buon bicchiere di vino. C’è la nostalgia di un luna-park abbandonato. In questo album d’esordio di The Giant Undertow aka Lorenzo Mazzilli si conserva quell’antica dote dell’artigiano-cantautore d’oltreoceano: inbracciare una chitarra, ascoltare il soffiare del vento che attraversa l’anima e lasciarsene guidare nella scrittura di canzoni sincere, senza orpelli e fronzoli. In brani come Lone e The Battle of wine si percipisce subito la chiara matrice folk-country del progetto che segue le orme di miti come Neil Young, ma che predilige anche certo rock maledetto alla Nick Cave, Mark Lanegan e Tom Waits. In Murder Cue e Dance in a Bone The Giant Undertow sembra resuscitare Johnny Cash nelle vesti di uno sciamano morrisoniano. The weak custodisce otto pezzi che lentamente accendono il camino interiore dell’ascoltatore per poi non smettere più di ardere nella testa. Ottimo debutto che non ha nulla della tradizione italiana e che risulta credibilissimo progetto di stampo internazionale. Alcune volte non bisogna andare troppo lontano per trovare l’America.
Credits
Label: In The Bottle, Shyrec, Indipendead, POpeVrecords, Death Roots Syndicate – 2016
Line-up: Lorenzo Mazzilli (voce, chitarre acustiche, elettriche, basso, banjo, percussioni) – Francesco Mazzi (chitarre elettriche) – Emanuele Zaniboni (batteria) – Matteo Dall’Aglio (batteria, percussioni) – Mario Zambrini (tromba, fisarmonica, corno francese) – Roberta Palazzini (voci).
Tracklist:
1. Lone
2. The Battle of Wine
3. Captivity Waltz
4. In the Trees
5. Murder Cue
6. Palpah
7. Where is My Bedroom?
8. Dance in a Bone
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