“Due non è il doppio ma il contrario di uno, della sua solitudine. Due è alleanza, filo doppio che non è spezzato”. Così scrive Erri De Luca a proposito del suo libro di racconti Il contrario di uno. E il trio di Catania Locomotif (Carmine Ruffino, Federica Faranda, Luca Barchitta), affascinato da questa paradossale rivelazione e da tutti i possibili significati del numero 2, ne trae spunto per il suo secondo full-length dal titolo Be2. Una solida alleanza a tre quella del gruppo, che si prepara ad affrontare l’autunno e i suoi colori e un tour fuori dalla Sicilia, per far conoscere la maturità musicale raggiunta con Be2 e il loro mondo che non è fatto di uno e nemmeno di due. Ma di tanti, tutti quelli che attraversano le loro vite e che vi lasciano un segno.
Ben ritrovati! Ci eravamo lasciati con Twimog e personalmente con un live in provincia di Brindisi (che ricordo sempre con immenso piacere) in un bar con vista sul mare nel lontano fine Aprile 2012. Come state?
Stiamo bene, andiamo verso cose belle: l’autunno, i colori bellissimi e uno strano tepore che ancora riscalda.
Come sono cambiati i Locomotif in questi anni e quanto il vostro vissuto ha inciso sulla genesi dell’album Be2?
Cambiati in meglio, cresciuti, qualche cicatrice in più, ma anche qualche bel ricordo in più. Be2 è tutto ciò che abbiamo dentro, tutto ciò che da dentro esce e circonda la nostra sfera personale. E la nostra sfera personale è fatta anche di altro, di altri e le cose degli altri ci sfiorano e ci avvolgono. Quindi Be2 siamo noi e gli altri.
Si legge nel comunicato stampa che Be sta per “essere”, 2 sta per “il contrario di uno”. Come mai avete scelto Be2 come titolo del nuovo album?
Abbiamo scelto Be2 per colpa di Erri de Luca e di Due è il contrario di Uno. Questa idea ci ha completamente ammaliati. Significati e implicazioni talmente affascinanti che potremmo stare ore a discutere. Due è insieme ma anche polarità, due sono le direzioni che a volte portano al dubbio, due le relazioni che vorremmo non avere, due è la complicità. Due è anche il disco numero due. Due è una coppia, di fatto. Due non è soli.
Mi sembra di non aver percepito in questo nuovo lavoro la presenza delle toy bells di Federica (che confesso di aver tanto amato in passato) e che le melodie si siano arricchite di strumenti quali la chitarra elettrica e una piccola sezione di archi e fiati. Qual è il processo compositivo dei brani di Be2 o più in generale dei vostri brani?
Il processo è sempre lo stesso: trovare tempo e provare fino allo svenimento a fare quello che ci piace, a fare quello che sentiamo. Prima le parole poi la musica, poi la musica prima delle parole, “stasera non posso”, “vabbè mi libero”, “sono le 2 dobbiamo andare a dormire che domani si lavora”. Ecco una sintesi, aggiungi gli ascolti del mese e qualche disco storico che ogni tanto mettiamo in sottofondo tra una pausa e l’altra e pezzi di pane caldo che calmano la fame, il tutto in un garage più o meno umido, ma pieno di noi, bello forte.
Il singolo 30 Trains conferma la vostra genuinità, data la performance di Lulu come ghost track. Una curiosità: chi è la piccola Lulù? Come è nata l’idea?
Lulù è Lulù. Una meraviglia del mondo che Locomotif ha visto nascere e se c’è una cosa bella tra le cose retoriche del mondo, quella cosa è vedere la cosa più piccola che conosci crescere e inondarti d’amore. Lulù è la figlia di Carmine (già, è una storia triste, ma io e Luca puntiamo tutto sulla madre) ed è appassionata di musica. Siamo riusciti a registrare di nascosto una delle sue migliori esibizioni canore. Per mesi non abbiamo potuto usufruire dell’ascolto in sua presenza per via di una blindatissima promessa e di molta timidezza. Rassegnati al fatto eravamo pronti a fare fede al patto. Qualche mese dopo, ricevemmo direttamente dalle sue mani una liberatoria (scritta da lei, che ha 5 anni) in cui, come dono di Natale, avevamo ricevuto proprio il permesso di poter utilizzare 30 Trains per uso privato e scopi personali. Ci guardammo: “nel disco!” (pensammo)
Come in Twimog anche in Be2 c’è un omaggio a Italo Calvino rappresentato dalla strumentale Lezioni americane in chiusura dell’album. Come l’arte in generale (letteratura, poesia, cinema, ecc.) influenza la vostra musica?
Niente di particolare, la influenza come influenza le vite e le notti di chiunque la faccia entrare. La influenza quando leggiamo una poesia e rimaniamo senza parole, allora ci aiuta la poesia. La influenza quando una pagina di un libro ci racconta di una persona che è nel libro, ma è anche nel nostro letto o nella nostra vita. La influenza la tristezza dell’autoritratto di Ligabue, la influenza la meraviglia di un film che dopo dici “mamma mia”. Così, senza neanche accorgertene.
Quali sono i vostri progetti futuri e soprattutto a quando il prossimo live in Puglia?
Presto, presto inizieremo un piccolo tour fuori dall’isola, troverete maggiori info sul nostro sito www.locomotif.it o sulla nostra pagina Facebook. Progetti per il futuro: non sottovalutare le conseguenze dell’amore (cit.)
Sperando di potervi ascoltare al più presto dal vivo, vi lascio chiedendovi di suggerire ai nostri lettori un disco o un brano di artista o band a cui siete maggiormente legati e/o che abbia influenzato la vostra musica…
Come facciamo, solo uno non è corretto. Scelgo io che sono donna e comando, il mondo: Space Oddity, oggi va così.
(Carmine: No! Scelgo io che t’ho fatto scoprire il mondo: Holocene di Bon Iver)