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Djelibit – Baba Sissoko / Nicodemo feat. Lilies on Mars

recensione_nicodemo-babasissoko-djelibit_img_201610Quando si parla di contaminazioni, in ambito musicale, il passo verso la forzatura ed il pastrocchio intellettualoide è sempre dietro l’angolo. A maggior ragione quando si cercano di mixare generi apparentemente opposti tra di loro.
Vi ricordate di tutte quelle derive afro-techno-dance di qualche anno fa? Io, a volte, me le sogno ancora la notte, non so voi.
Se alle atmosfere calde, tribali e malinconiche, però, ci integriamo dei bit acidi, urbani ed elettronici senza snaturare ed estremizzare i rispettivi mood, vi assicuro che può saltarci fuori anche un risultato notevole.
Prendetevi qualche momento ed ascoltatevi (più volte possibilmente), Djelibit, un disco prodotto da XXXV Label, con la collaborazione editoriale di IRMA Records e Materiali Musicali, nato dalla jam di Baba Sissoko, polistrumentista griot maliano già noto per aver contaminato il jazz con la musica nera, Nicodemo, produttore discografico attivo da anni nel campo della ricerca musicale, e delle Lilies On Mars, duo femminile italiano ma di stanza a Londra che si muove fra techno e atmosfere shoegaze.
Quello che ne nasce, dicevamo, non è un incubo dalle derive indipendentiste, anzi: è un abbraccio transculturale tra Africa ed Europa, tra linee e spigoli, tra luci ed ombre.
Vi avverto: i primi ascolti non saranno facili. I viaggi interessanti però, hanno sempre le loro difficoltà.
Nove tracce in cui bit fluorescenti e radici terrene si fondono. Prendete Diki Seme, la seconda traccia del disco, per esempio: il ritmo acido, sincopato, cupo, orlato dai sottili cori delle Lilies, incornicia il canto tribale di Baba. Spiazzante: “se conti su te stesso, avrai sempre la natura dalla tua parte”. Ebi mischia la potenza malinconica dell’afro-loop- ipnotico con gli elementi base della new-techno. Coinvolgente. “La natura è la chiave, il motore, è l’energia e la forza”. Tchi Wara è il riassunto della contaminazione dell’intero album. Letteralmente significa: “il leone tra gli agricoltori”, ovvero, il migliore degli agricoltori del villaggio, perché  capace di assicurare la maggior quantità di cibo, non solo alla sua famiglia, ma alla comunità intera. I Yele I Yele è una cantilena profonda ed arpeggiata; una sorta di tarantella blues, semplice ma toccante da commuovere: “Fammi un sorriso, divertiti con me. Quando giochiamo, quando parliamo, quando mangiamo, quando balliamo, stiamo bene insieme”.
Riassumendo: un lavoro complesso, avvolgente e spigoloso nello stesso tempo. Un disco non facile, ma questo lo avevamo capito. Del resto, ritrovare i profumi dell’Africa nei sobborghi nebbiosi londinesi non è proprio immediato.
Prendetevi del tempo, è un disco che merita più di un ascolto per essere apprezzato in pieno.
I loop sono tanti, il rischio di perdersi c’è; si parlava di non snaturalizzare i due generi però, e così è. Correte il rischio di perdervi; la vocalità profonda e melodica di Baba vi riporterà comunque a casa. Girerete un po’ intorno, forse vi sentirete spaesati tra gli ossimori ritmici, i controcanti algidi ed evanescenti e tra tutti quei piccoli bit che si rincorrono affannosamente tra di loro: alla fine, vi assicuro, tornerete comunque a casa, dovunque essa sia.

Credits

Label: XXXV Label/IRMA Records – 2016

Line-up: Baba Sissoko ( Vox, Ngoni, Tamani, Kamalengoni, Darbuka, Electric Guitar, Karagnan, Bongo, Percussions) – Nicodemo (Synthesizers, Bass, Electronic Production, Arrangements) – Lilies On Mars (Vox, Modular Synth, Fx, Glockenspiel, Modular Percussions, Keyboards)

Tracklist:

  1. Djallo Djallo
  2. Diki Seme
  3. Ebi
  4. Djuku Malolà
  5. Wori Ko
  6. Dje Gnua Gna
  7. Tarà Tarà
  8. Tchi Wara
  9. I Yele I Yele

Links: facebook

Djelibit – streaming

Dje Gnua Gna – video

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