Continuano a sorprendere. In dieci anni li abbiamo visti cambiare la rotta della sperimentazione tante volte. Rinnegare l’attitudine psycho-dance del fortunatissimo album di debutto Oracular Spectacular per le incursioni acid-jazz del secondo capolavoro Congratulations. Quindi ritornare alle strutture pop nell’omonimo MGMT con attitudine alla Flaming Lips, per intederci. Ora in Little Dark Age ritroviamo quell’attitudine al pop danzereccio però imbevuto più di rimandi volutamente synth-pop anni ottanta con il mood ironico e sarcastico di Ariel Pink, che ha collaborato anche nel brano When You Die. Il quarto disco del duo del Connecticut è ricco di uncini pop ma non vi aspettate pezzi come Time to Pretend e Kids. Abbiamo teneri singoli synth-pop alla Pet Shop Boys e Bad Boys Blue come Me and Michael e brani psycho-pop attraverso un approach “technicolor” come One Thing Left to Try e Little Dark Age, densi di stratificazioni sonore, dove linee di bassi spaziali instradano nella massa critica della piccola età oscura, in cui sono piombati gli USA con l’avvento di Donald Trump. Hand It Over è il brano che esce alla scoperto in questa critica nel finale dell’album. Si può prendere posizione politica anche facendo pop sperimentale e gli MGMT sono riusciti in questa sfida. Grande ritorno.
Credits
Label: Columbia Records – 2018
Line-up: Andrew VanWyngarden (voce, chitarra, batteria, basso, tastiere, flauto, armonica, sitar, percussioni) – Benjamin “Ben” Goldwasser (voce, synth, organo, pianoforte, omnichord, percussioni)
Tracklist:
01 She Works Out Too Much
02 Little Dark Age
03 When You Die
04 Me and Michael
05 TSLAMP
06 James
07 Days That Got Away
08 One Thing Left to Try
09 When You’re Small
10 Hand It Over
Link: Sito Ufficiale