Sottile, tenue, delicato. Malinconico, misurato, silenzioso. Sospiro, racconto, sussurro. Amarezza, corpi, veli, notti senza luna, strade desolate, passi solitari. Strade perdute. Sono quelle che attraversa con andatura sempre più riconoscibile e personale, quanto indefinibile e sfuggente, Francesco di Bella. A partire da un titolo spiazzante, ‘O Diavolo, evocativo di concetti antichi e condivisi, quanto attuali e individuali. E infatti la title track è una tammurriata, Alli uno, alli uno, anzi no un reggae dub, o forse una ballata pop, però, quel solo rock vintage alla fine, insomma il diavolo ha mille volti, un concetto arcaico e moderno che trova nella musica di Francesco il suo dolce e pacifico esorcista. Un rituale del quotidiano, già intravisto nel precedente album, che trova qui la sua piena espressione in brani come Scinne ambresso o Stella nera. Solitudine, isolamento e incomprensione appena accennati con misura elegante e controllo lieve di una tempesta interiore, impreziosita dagli zuccherini sbriciolati della tastiera di Andrea Pesce. Grazie al suo deciso contributo persino la Giamaica rastafariana di Rivelazione si ripara sotto l’ombrello da una pioggia leggera di suoni che rendono acquosa e umorale la struttura ritmica del reggae. La leggerezza pop dei sixties si aggiorna dentro Il giardino nascosto, grazie ai colpi netti del basso di Roberto Dellera e alla chitarra acida di Alfonso Bruno. Inevitabilmente il mellotron si porta dietro l’immaginario progressive e quella sensazione di dilatazione onirica che fanno della coda di Rub a dub style uno dei punti di forza di un album che gioca sulla ricerca dei suoni e l’uso sapiente degli strumenti più di ogni altra prova di Di Bella. Ma per quanto ami sperimentare l’autore non dimentica le sue radici, ed ecco che il poeta Ferdinando Russo offre lo spunto per la drammatica ballata Canzone ‘e carcerate, i cui archi minimali si srotolano su un tappeto di venti silenziosi. Aria in lento movimento che conduce alla dedica Sulo pe’ te, pop screziato di malinconiche venature bossa nova, archi da cinema d’essai, chitarre jazz, senso di smarrimento e desiderio di ritorno, ‘ogni strada perduta tene case ‘a cercà‘. Potrebbe essere il finale aperto, a suo modo lieto, dell’album e invece Notte senza luna, col suo timing acustico sostenuto, offre una chiave di lettura opposta, di amarezza crepuscolare, ‘a vita è ‘na jurnata nera ‘a morte è tutto chello ca ce da’. Una dicotomia sintetizzata anche nella copertina dello street artist David Diavù Vecchiato, che trasfigura il feticcio ancestrale del male in acida icona della pop art.
Credits
Label: La Canzonetta Records -2018
Line-up: Francesco Di Bella (voce, chitarra acustica) – Alfonso Bruno (chitarre, banjo) – Alessandro Innaro (basso, chitarra acustica) – Cristiano de Fabritiis (TR808 Roland, percussioni, campionamenti, vibe, mellotron) – Andrea Pesce (pianoforte, wurlitzer, synth, mellotron, tampura, organ vox) – Sebastiano Forte (chitarra acustica) – Houcine Ataa (voce) – Roberto Dell’Era (basso) – Valerio Vigliar (arrangiamento archi) – Roberto Izzo (violino) – Angelo Maria Santisi (cello) – Claudio Mosconi (basso) – Angelo Elle (drum programming, vocoder)
Tracklist:
- ‘O Diavolo
- Scinne Ambresso
- Stella nera
- Rivelazione
- Il giardino nascosto
- Rub-a-dub style
- Canzone ‘e carcerate
- Sulo pe’ te
- Notte senza luna