Premo play. Un leggero arpeggio di chitarra vola basso ad aprire l’album Sweet party. Così alzo il volume… e vengo investito da un muro di potenza e devastazione. Chitarra, basso, batteria e voce spingono al massimo in un inizio che crea spavento prendendoti alla sprovvista. I Devotion sono una rock band che suona crossover. Se consideriamo però il crossover quell’unione di rock e rap, allora siamo lontani: qui non si sentono echi di Rage Against the Machine, tanto meno di Incubus o dei primi Linkin Park. Forse si può notare di questi ultimi la vicinanza stilistica nelle aperture più pop in certi bridge che anticipano i ritornelli: lì dove c’è bisogno di ossigeno, i Devotion riescono a piazzare quei dieci secondi di quiete orecchiabile che portano luce e colore ai brani, in un mare di urla hard-core. Stiamo forse parlando di nu-metal? Forse sì, sempre che il termine abbia senso. Dopo cinque pezzi tiratissimi, il sesto (Bubbles) appare come un bizzarro giro di boa: inaspettata la musica si dilata su una base quasi hip-hop, con elettronica ed effetti; il canto distorto (recital-parlato) porta il brano a scemare nel silenzio prima dei potentissimi riff di Paint(t). Il ritmo travolgente di Peignoir vert porta alla chiusura il primo album dei Devotion, band vicentina che si è potuta avvalere di collaborazioni d’oltreoceano vicine ai Deftones. Che piaccia o no, l’Italia non è mai stata troppo affascinata dalle sonorità di questo genere; non per niente la band si trova alle spalle già un tour in Germania e Svizzera, dove non è difficile immaginarseli suonare in skate-park ricavati sulle rive di fiumi di birra. In Italia riescono a resistere solo i Linea77, anche perchè la loro musica è molto varia, capace di accontentare palati differenti, apparendo anche meno ripetitiva ed ossessiva.
Sicuramente i Devotion sanno suonare e lo fanno con passione (l’attività live e i tour all’estero ne sono la conferma), ma nella nostra penisola all’ascoltatore “esigente” appariranno forse banali. Senza snaturarsi potrebbero pensare di distinguersi maggiormente da altre band a loro analoghe, cosa forse nemmeno troppo difficile in un panorama che spesso appare piatto, piattissimo.
Credits
Label: Bagana Records – 2009
Line-up: Bro (batteria) – Gianna (chitarre) – Buzz (basso e seconde voci) – Pucho (voce)
Tracklist:
- Calendula
- Teen diary
- Paper boy
- Dancin’ on my asian fantasy
- Last coffee motel
- Bubbles
- Paint(t)
- Palpebra
- Manga football
- Peignoir vert
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