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Sempre quasi indissolubilmente adatti: Tre Allegri Ragazzi Morti @ Onirica (PR) 20/02/09

tarm_live01“Quasi adatti… quasi adatti… quasi adatti”. I Tre Allegri Ragazzi Morti sono da sempre portavoce di quella generazione infinita di giovani che cercano di far valere il proprio diritto di vedere il mondo adattarsi a loro, e non il contrario. Un tempo i giovani si potevano trovare ad un bivio, con diverse strade che la vita proponeva loro; i giovani d’oggi restano solo vittime delle vertigini all’interno di vorticose rotatorie. Il ragazzo che tu vedevi come un amico più grande, ora parla a te, sempre dallo stesso palco, forse più come un padre ad un figlio. L’età anagrafica non è fondamentale, ma riflettere sul fatto che il quarantenne Davide Toffolo sia ancora a cantare di adolescenza, lo rende quasi un essere mitico, di cui narrare le gesta, dal quale rimanere affascinati, dal quale è importante carpire la saggezza e la sua arte.
Sta per concludersi il tour dei Tre Allegri Ragazzi Morti, e al Circolo Onirica di Parma va in scena lo spettacolo della band friulana che si presenta al pubblico in una composizione “allargata”: il trio Toffolo-Molteni-Masseroni vede al proprio fianco il bravo Stefano Pasutto che con la sua chitarra elettrica offrirà calore ed una notevole “quantità di suono”.
Il concerto si apre con la già citata Quasi adatti: la lunga scaletta (ben ventidue brani) attinge da tutti i lavori dei TARM, suonando in qualche modo come un Best of senza mai apparire frammentario né frettoloso. Ogni brano è una tessera di un enorme mosaico che porta con sé le tinte, i profumi, le idee e i concetti da sempre appassionatamente narrati dalla band per mezzo di note e parole.

Il ritmo di Mio fratellino ha scoperto il rock’n’roll si lega alla più melodica Principe in bicicletta, mentre buona parte del pubblico canta tutte le canzoni. Il pubblico: quindicenni, ventenni, studenti, lavoratori; ci sono anche capi stempiati ed imbiancati ad assistere allo spettacolo multicolore e multigenerazionale dei TARM… dove si cela il segreto? L’adolescenza, quella vera, non finisce mai. Se essa finisce, non si esiste più. Il bambino che diventa adolescente, l’adolescente che diventa adulto, l’adulto che vuole rimanere adolescente: queste sono le irraggiungibili (ma indispensabili) tappe per un allegro sviluppo, contrapposto a quello che vogliono “loro”, che ci vedono morti, senza volontà né obiettivi. Adolescenza come processo di scontro con nuove realtà, avvicendamento con nuovi gusti, interesse verso idee, ricerca: curiosità. E se ci sono curiosità e scontro, presto nasce la critica sociale di Bell’Italia; se ci sono interessi e gusti, presto ci si può imbattere nell’amore (In amore con tutti). Se c’è curiosità e ricerca, la necessità di rincorrere i propri desideri diventa indomabile (Prova a star con me un altro inverno a Pordenone). Sono tante le storie narrate dalla voce di Davide Toffolo (che più passa il tempo e più migliora, come il buon vino), e dalla coinvolgente sessione ritmica dei compagni al basso e alla batteria. Dopo la bellissima interpretazione di Gennaio, brano dei Diaframma inserito ne Il dono (album tributo alla band di Federico Fiumani), i Tre Allegri Ragazzi Morti eseguono cinque pezzi in versione semiacustica. Suoni più caldi, minore elettricità nelle chitarre, ritmo incalzante dettato da Luca Masseroni avanzato al fianco di Toffolo con il solo rullante. E’ il tempo di Una ragazza, Country boy, Povero me, Alice e Rock’n’roll dell’idiota.
tarm_live02Lo spettacolo volge al termine, e non può mancare la voce e il carisma di Marcella De Gregoriis in Mondo prima e per la grandiosa Ninnanannapernina che accumula energia durante tutto il brano, per poi esplodere sul finale. Due brani che hanno fatto da bandiera per i Tre Allegri Ragazzi Morti concludono una serata di rinnovata magia: Occhi bassi e Mai come voi.
In queste note, tra queste parole (ri)vivo la mia adolescenza in un evento sincero, senza maschere, senza trucchi. Piena e totale sincerità. Perchè un adolescente sa dire le bugie, ma i suoi occhi non sanno mentire.

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