Dopo aver celebrato il decennale di attività del gruppo, scalpitando per ritrovare il contatto diretto col pubblico, in ogni caso stuzzicato negli ultimi due anni da una gustosa serie di episodi e collaborazioni, è finalmente giunta l’ora di assaporare un nuovo album della band partenopea, che si mostra fin da subito in cerca di una svolta o comunque di un’evoluzione del proprio sound, senza snaturarsi, sotto la consolidata produzione di Dario Sansone, Luigi Scialdone e Daniele Chessa. L’attacco solo voce e chitarra di Nunn’è ancora fernuta, infatti, è posto ad aprire l’album con intento programmatico, quasi a voler a dire: “questa è l’anima dei Foja, quella che avete conosciuto nel corso degli anni, che avete amato … beh, tenetevi forte perché ora scoprirete che c’è molto altro”. E infatti il passaggio dall’introduzione della ballata al suono pieno dell’arrangiamento con la band al completo è l’emblema di una dimensione intima che si fa collettiva in impavido grido di speranza, addolcito dalla bucolica Lira Pontiaca di Michele Signore. La ballata Duje comme nuje, ascoltata nella colonna sonora del film di animazione Yaya e Lennie – The walking liberty, rimanda alla leggerezza dei Tarall & Wine muovendosi al ritmo brioso di un tre quarti che danza tra i vicoli di una Napoli in festa in un giorno di pieno sole, tra leggeri mandolini squillanti, mani schioccanti, flauti sfuggenti e armoniche franche. L’indie rock nostrano schiaccia il pedale dell’acceleratore nella dinamica A cosa stai pensando?, che cerca suoni nuovi ad ogni passaggio del giro armonico, in un arrangiamento guizzante e satirico che irride la frenesia dei social, complice la voce di Davide Toffolo dei Tre allegri ragazzi morti che duetta con Dario su un loop assurdo di fischietti di notifiche e messaggi ricevuti, lasciati per una volta a squillare senza curarsene. Introdotta da misteriose note fiabesche, Santa Lucia, come lascia intuire il titolo, è una moderna canzone classica napoletana, di cui condivide la tragedia di fondo, chitarre classiche e violini, la struggente e cadenzata apertura melodica, che conserva la sua forza antica anche nella divagazione rap di Clementino. È una dedica accorata alla propria città, “sempre in bilico tra il sovrannaturale del miracolo e il bisogno di rivoluzione”, come dichiarano gli stessi Foja. Le prove gospel dei Blur, il reggae melodico di certi Led Zeppelin, ma anche dei Beatles, insomma un’Inghilterra atipica viene importata nelle acque del Golfo con ritmo incalzante, chitarre affilate e cori ariosi per inseguire ‘Na cosa sola, una soltanto, ma preziosa, che scintilla alla testa di una parata rischiarata dal sole, come nell’allegra copertina di Alessandro Rak. Un fischio siderale destabilizza l’atmosfera da ballata western di Stella, che intreccia con rapide mosse le corde calde di Scialdone e Frongillo, e si tinge di jazz e di blues toccata dal piano misurato di Lorenzo Hengeller, coi suoi accordi sincopati e il suo fraseggio nubiloso che accentua il dramma nella voce di Dario. L’intreccio arcaico delle corde barocche di Pe’ te sta’ cchiu’ vicino, vertice lirico dell’album, unisce il ricordo della ricerca filologica della Nuova Compagnia di Canto Popolare alle prove affini del giovane Branduardi, aggiungendo alla voce corposa di Sansone una coralità sognante che disegna una scena di sete fruscianti e maschere storte dentro un teatro di gouache che entrano in scena al suono vibrante della fisarmonica di Claudio Del Vecchio. Cassa rullante, cassa rullante, il ritmo essenziale di Addo’ se va, costruita su un acido riff blues tra Jack White e Gil Scott Heron, sfocia nel ritornello in una psichedelia che disorienta come in un film noir andato in acido, sferzato dai colpi dell’elettrica che risalgono ad Hendrix via Portishead. Lo grinta viscerale di Mario Musella degli Showmen rivive nelle armonie e nella struttura soul della passionale Tu, che mescola il gusto per la citazione con brevi incursioni di chitarra e il commento ebbro del violino di Marco Sica. L’omaggio a Partenope, ai suoi miracoli, le sue rivoluzioni, prosegue nella riscrittura della celebre hit di Alejandro Romero, che diventa in napoletano ‘A mano ‘e D10S. Portata al successo in versione cumbia ballabile da Rodrigo Bueno, la canzone viene qui rallentata con la partecipazione dello stesso Romero come un lamento alla memoria immortale del moderno eroe classico Diego Armando Maradona. Già dalle prime note di fisarmonica argentina, però, è la nostalgia a prendere il sopravvento sull’arrangiamento, forse per eccesso d’amore, peraltro pienamente condiviso. Non me ne vogliano i Foja, ma nulla riuscirà a superare la versione data dallo stesso Maradona, grasso e sconfitto, che canta sé stesso innanzi alle telecamere di Kusturica, per una delle pagine più commuoventi del cinema degli ultimi decenni. ‘Nmiezo a niente rappresenta, invece, il passo più ardito dell’album con la sua spigolosa e oscura base, tra drum’n’bass e jungle, sulla quale si struscia come carta vetrata la voce popolana di Enzo Gragnaniello, nero piperno che affonda lentamente nel sangue versato in vano in una impossibile consolazione consumistica (‘o sole fa ascì fore ‘a gente d’e ccase pe’ ‘e ffà accattà cocc’ata cosa / e tu vulisse tutto chelle ca nun te serve pe’ te sentì cchiiù ricco ‘nmiezo a niente). È una lettura desolante e sofferta della società attuale, appena trafitta dal fugace raggio di sole del ritornello, morbido fraseggio di speranza andante, prima di annegare del tutto in un crescendo finale che non lascia via di scampo. E allora è necessario lasciarsi coi buoni auspici de L’urdema canzone che fa rotta verso la spensieratezza dei caraibi con le parole di Alessio Sollo e la melodia classica napoletana in testa, accettando con rassegnazione e fatalismo, senza rimpianti, la fine di un amore: E mo’ nun me ne ‘mporta / si adda ferni’ accussi’ / l’ammore è comme ‘a morte / e tu me faje muri’.
Credits
Label: Fullheads / Audioglobe / Believe Digital – 2022
Line-up: Dario Sansone (Voce, Chitarra Acustica, Armonica, Synth, Drum Programming, Guitalele) – Luigi Scialdone (Mandola, Mandolino, Chitarra Elettrica, Synth, Ringtones, Piano, Drum Programming, Ukulele, Flauti, Tres Cubano) – Ennio Frongillo (Chitarra Elettrica) – Daniele Chessa (Synth, Drum Programming) – Giuliano Falcone (Basso) – Giovanni Schiattarella (Batteria, Percussioni) – Lorenzo Hengeller (Pianoforte) – Claudio Del Vecchio (Fisarmonica) – Caterina Bianco (Violino) – Clementino (Voce) – Michele Signore: Archi e Lira Pontiaca) – Marco Sica (Violini) –
Alejandro Romero (Voce) – Ernesto Nicolás Enrich (Bandoneón) – Juan José Martinez (Percussioni) – Enzo Gragnaniello (Voce) –
Tracklist:
- Nunn’e’ ancora fernuta
- Duje comme nuje
- A cosa stai pensando? (feat. Davide Toffolo)
- Santa Lucia (feat. Clementino)
- ‘Na cosa sola
- Stella (feat. Lorenzo Hengeller)
- Pe’ te sta’ cchiu’ vicino
- Addo’ se va
- Tu
- ‘A mano ‘e D10S (feat. Alejandro Romero)
- ‘Nmiezo a niente (feat. Enzo Gragnaniello)
- L’urdema canzone
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