A Napoli è nato un progetto musicale ambizioso che non ti aspetti: FANALI. Il primo album Shidoro Modoro è un disco sinestetico, dove il post-rock dei Sigur Rós si intreccia con la maestria del compositore Hans Zimmer e con gli echi di un Mediterraneo mai lontano. Abbiamo voluto incontrare Michele De Finis, uno dei meravigliosi artefici di una combo che vi consigliamo di esplorare.
Come nasce il progetto FANALI? Raccontami della ricerca sinestetica di immagini e suono…
Io e Jonathan suoniamo da anni assieme in più progetti (EPO, Unòrsominòre). Ci siamo resi conto che non ne avevamo uno dedicato all’aspetto più improvvisativo, rumoristico o comunque “meno immediato” della musica, che è un aspetto che invece fa molto parte del background di entrambi. Abbiamo così iniziato con dei set di impro radicale, poi sonorizzando dal vivo film muti.
Infine è arrivata l’idea di “estendere l’invito” a Caterina, con la quale avevavo diviso altre esperienze (Argine, Tropico).
Shidoro Modoro è il vostro primo album. Possiamo parlare di concept album?
Tu credi alla “composizione naturale delle cose”? Io sì.
In molti ci hanno fatto domande simili e non si può dire né che si siano sbagliati né che ci abbiano preso. All’arrivo di Caterina abbiamo ricominciato ad improvvisare, dandoci però stavolta dei “paletti”, degli atteggiamenti musicali da tenere, come fosse un esercizio. La musica che è venuta fuori è quella che trovi nel disco; proprio così, un brano alla volta, in questo ordine.
Come è nato il brano Era?
Era – appunto – è stata la prima “cosa” che abbiamo suonato assieme. Avevo in mente da giorni quel tema e quel loop ritmico inziiale, che all’epoca cazzeggiavo con il basso. Ci sentivo tanto gli archi e finalmente li avevamo. Siamo partiti e…
In Anche c’è la voce stupenda di Caterina Bianco. Un brano perfetto. Me ne parli?
Innanzitutto ti ringrazio. Anche è un ottimo esempio di “cut up” musicale e testuale. Si tratta di spunti sonori e testuali raccolti in momenti diversi e riassemblati fuori dal loro contesto. Dovrebbero insegnare a scuola questa tecnica, è incredibile quanto si impari su sé stessi con esperimenti simili: è venuta fuori una canzone che parla di un addio. Non c’è stato dubbio alcuno che dovesse cantarla Caterina, la cui voce piace molto anche a noi.
Cos’è la sperimentazione per FANALI?
Sono sempre un po’ a disagio con termini che finisco per trovare “più grandi di me”. A FANALI interessa fare bella musica, “pensata”, ma di presa emotiva. Lavoriamo molto su ogni singolo aspetto del progetto nell’ottica di fare qualcosa “out of the box” ma che abbia comunque sempre una sua leggibilità e che non risulti dissuasivo o poco accessibile per chiunque.
Un progetto di questo tipo avrebbe bisogno di essere esportato. Come vi state muovendo in tal senso?
Come tutto il segmento del comparto musica, che, come sai, è bello che provato dai tempi che corrono: da soli e a tentoni. Siamo “manager, social media e booker presso noi stessi”; impariamo continuamente come raddrizzare il tiro. Rimane che ad oggi senza “i numeri” e una maggiore professionalizzazione delle singole figure è davvero molto dura. Per fortuna facciamo musica per esigenza.
La cinemacità delle vostre soundscapes è perfetta per colonne sonore. Avete pensato di proporvi in questo ambito?
Praticamente parliamo di FANALI da sempre come di una “colonna sonora di un film non ancora scritto”. Non vediamo l’ora di parlarne con qualche regista.
Parliamo dell’artwork del vostro vinile e quindi dimmi delle immagini della visual artist Sabrina Cirillo…
Sabrina figura spesso come “gli occhi di FANALI” e la trovo una definizione azzeccatissima: c’è lei dietro tutto l’output visivo del progetto, dalle foto ai video, a qualsiasi altro contributo non musicale. L’artwork è basato su degli scatti backstage del video di Anche, nel quale le mani di Caterina inscenano una danza che coinvolge i colori e l’acqua. Erano tutti meravigliosi, è stato così duro sceglierne uno solo che alla fine abbiamo stampato anche le altre foto e le abbiamo accluse randomicamente in ogni copia del vinile a tiratura limitata.
Link: Facebook.