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Can we please have fun – Kings of Leon

KOL_CAN_WE_PLEASE_HAVE_FUNAl nono capitolo di una carriera ventennale è difficile sorprendere ancora, ma si può essere sinceri e onesti come nel primo album. I Kings of Leon ritornano a registrare nella loro nativa Nashiville e si affidano alla produzione retrò non invasiva di Kid Harpoon (Harry Styles e Florence and the Machine). “C’è una guerra fuori, dovremmo tutti sballarci”:  questo verso di Nohwhere to run dovrebbe essere il perno concettuale su cui dovrebbe ruotare tutto il disco, ma invece si rivela solo uno stenuo tentativo ottimista di un uomo confuso che sente quell’ansia di mezza età come nella profonda Split Screen  (piacerebbe all’ultimo Peter Gabriel) o che affonda nella solitudine di un pranzo domenicale a base di cibo in scatola e deprimenti notiziari alla radio come in Ballerina Radio. Nel songwritng di questi dodici pezzi si avverte lo smarrimento tra bombe che cadono, disordini civili e collasso ecologico in cui ci troviamo, dove non ci resta che aggrapparci alla nostalgia giovanile e ad un’unica certezza che la nostra vita e il nostro desiderio d’amore devono scorrere necessariamente in questo caos incontrollato. C’è una gamma di sapori: ballate pop sintetiche, post-punk carbonizzato e southern rock malinconico in Can we please have fun. I Followills sono ancora capaci di catturare melodie accattivanti nel mezzo di chitarre roventi ancorate a bassi incrollabili come in Nothing To Do ma anche di ritornare alla loro frequente fascinazione per il twang del sud-ovest come in Actual Daydream o ad una ballata country alternativa come Don’t Stop The Bleeding. Riescono anche a sorprenderci con la finale Seen, dove il synth scopre nuova linfa creativa della band, tra i Fleetwood Mac ed i Survive. Possiamo dire che dopo otto nomination ai Grammy (di cui tre vittorie) e 20 milioni di album venduti, scrivere un disco schietto senza autocitarsi come Can we please have fun non era facile. Non siamo per nulla davanti ad un disco stanco ma ad un album denso di viva e resistente creatività rock nella scia del secolo scorso.

Credits

Label: Capitol Records – 2024

Line-up: Caleb Followill (lead vocals, rhythm guitar) – Jared Followill (bass, keyboard, synthesizer, backing vocals) – Matthew Followill (lead guitar, backing vocals) – Nathan Followill (drums, percussion, backing vocals).

Tracklist:

1. Ballerina Radio
2. Rainbow Ball
3. Nowhere To Run
4. Mustang
5. Actual Daydream
6. Split Screen
7. Don’t Stop The Bleeding
8. Nothing To Do
9. Television
10. Hesitation Generation
11. Ease Me On
12. Seen
Links:Sito Ufficiale, Facebook

Nothing To Do – Video

Album – streaming

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