Piccoli fragilissimi film – Reloaded

Roberto Grimaldi Album, Recensioni Lascia un commento

Attendevo l’11 ottobre 2024, data di uscita di Piccoli fragilissimi film – Reloaded ( Woodworm/ distribuito da Universal Music Italia e prodotto dallo stesso autore con Luca Baldini), come un infante che passeggia nei pressi del Natale. E quindi si aprano le danze, anzi le sinfonie. Fanali puntati su un remake, nel vero senso della parola, in quanto risuonato e ricantato immergendosi in quell’allora con una consapevolezza del tutto nuova dettata dalle acque nel frattempo scorse sotto i ponti e con la formula di accompagnamenti, (per non usare l’orrenda parola “featuring” che inevitabilmente associo alle altrettanto orrende porcherie da streaming gettate come ghiande ai suini devoti al dio Instagram ed al suo profeta Tik Tok), con pregevoli artisti della scena musicale italiana, tra veri totem e piacevolissime scoperte. E quindi tra i solchi del vinile si accomodano di fianco all’autore, a turno, senza spingere: le mani ed il fiato di Stefano Fresu con la voce soffiata di Ermal Meta per Il mare verticale, l’eleganza di Tosca su Cerchi nell’acqua (una delle 5 canzoni al mondo che sempre e dico sempre mi percuote ed accarezza fino alle lacrime) e di Malika Ayane che incede regale sulle note di Io e te, l’originalità di Giovanni Truppi che riveste un brano definitivo come Il sentimento delle cose senza fare sgarbi alla versione originale, l’arrembante versione di Suggestionabili, eseguita con passionario vigore dai Fast Animals and Slow Kids. Fiamme vede la sorprendente comparsa di un Piero Pelù insolitamente non eccessivo, Veronica Lucchesi (del duo La Rappresentante di Lista) dolcifica in maniera gradevolissima É solo un sogno, prima che altro fuoco arrivi dalla voce di Motta che irrompe sulla linea di bisturi al cuore di Brucio. Appino, frontman degli Zen Circus si affaccia su una Only For You che sembra quasi registrata in una Seattle di fine anni ‘90, mentre Dente interviene su uno dei pezzi iconici, Quando passa lei, con la sua tipica delicatezza vocale ad incorniciare forse uno dei reloaded meglio riusciti, mentre la sorprendente Lamante (mea culpa, a me ignota fino ad allora) disegna un trucco quasi disperato ad una Catherine che attraversa una lunga notte senza speranze.
Basterebbe già questo a guadagnare posto di pregio sugli scaffali, ma Natale non era lontano e le strenne sono per chi sa apprezzarle ed aspettare. E così, tre inediti che mettono il fiocco ad un regalo che a distanza di vent’anni dalla prima stesura ne viene arricchito per veleggiare verso i posteri per altri venti almeno. Giulio Casale (poeta, scrittore ed ex frontman degli Estra) cammina insieme a Benvegnù, quasi con le gambe di entrambi legate dalle caviglie per mantenere lo stesso passo senza inseguirsi, fermandosi a sorridere sulle salite di Preferisci i silenzi. Irene Grandi e la sua voce intrisa di gioia e venature di calore ci invita all’abbandono al respiro del mondo sulle colline de Le gioie minime, mentre a chiudere il disco ci pensa Max Collini che traccia i confini di Isola Ariosto, uno sperimentale e riuscito flusso di coscienza parlato che tracima in discesa verso visioni ed improvvisazioni da ascoltare più volte per berne gocce su gocce. Que aproveche!

Credits

Label: WOODWORM /Distribuito da Universal Music Italia – prodotto da Paolo Benvegnù e Luca “Roccia” Baldini 2024

Line-up:
Collettivo Benvegnu’
Paolo Benvegnu’ (Voce, Chitarre, Sintetizzatori)
Luca Roccia Baldini (Basso)
Daniele Berioli (Batteria )
Gabriele Berioli (Chitarre)
Saverio Zacchei (Fiati)
Tazio Aprile ( Piano)
Andrea Franchi (Batteria in 01, 14)
Francsco Chimenti (Archi in 07)
Matteo Orenzi (Chitarre in 02)
Guglielmo Ridolfo Gagliano (Coda in 11)

Tracklist: