“Le cose vane del mondo – senza pentirmi le ignoro” (Tadao Ando). Amore Luce, domanda primitiva, luce che interagisce con la materia, carezzandola, ingannandola, dandole in-finitezza, planando le scie di uno schiudersi onirico, tanto vero quanto odoroso di placidi tuttavia. Amore Vita, architettura d’intenti, carne, cosa necessaria, perché il tempo non si sprechi in briciole, la fame non venga a noia, il doppio rimanga occasione d’altro, dell’altro in sé, da sé. Amore tatto, udito, olfatto, sentimento poetico di una prosa di gesti appesi ad un filo sul vuoto. Come ombre si compongono le intersezioni fra corpi, echi di una libertà raggiunta negando le declinazioni del buio. Amore che contempla la presenza, l’unicità della presenza, di righe scritte a dire fine, domani, possesso, fuga, delicatezza, paura, pace. Amore che cambia, avvolge, respira, brucia, riposa. Amore inseguito, senso al senso, summa, colorito, sintesi. Amore adorato e perdonato, predicato del Dunque Sono, laddove tutto scorre ma qualcosa osa fermarsi, oltre la trappola dell’io, dentro un guscio di normalità che è stravaganze di beatitudine, di sguardi oltre la misura del detto, del dicibile. Amore che salva, taglia, rinnega, torna, rimane; che sceglie se stesso, movimento e gesto d’attesa, tempo d’aspettative, rivelazione, inganno. Adorami e perdonami, tienimi e poi perdimi, guardati, cambiami, cambiati: “siamo una fiamma libera dentro lanterne magiche” (Ombre cinesi). Un disco che si rivela nello spazio dell’impalpabile, visibile al cuore, semplice d’enigmi svelati e prosciolti in forma di delicatezza, di soffio. Otto canzoni intense, raffinate, essenziali, giocate sul filo di un equilibrio melodico impeccabile e di sonorità dalle tinte ambrate, eticamente alternative, nella loro sostanza di simmetrie timbriche, laddove l’elettronica bisbiglia echi ipnotici in uno spazio di assoluta nitidezza pop. Otto canzoni d’autore, di una voce viola, sensazione, polso. Otto farfalle che pulsano l’idea del volo, otto giorni di otto vite che sono una sola il cui senso è la pelle prestata al privilegio di sentire. Sono ali il pianoforte di Tadao Ando, di Torno qui; il vibrafono di Sei qui per me, la tromba di Troppi sogni strani, gli archi della title track, quel particolare “senza te non sono niente – un costume di scena mai usato” di Quello in cui credo. Sono volo la copertina del disco (“A Slight Camera Trick”, opera di Mikel Robinson), le preziose cure di Daniele e Riccardo Sinigallia, l’eleganza unica di Paolo Cattaneo nell’approccio alla composizione. Ventotto minuti per un attimo che trascenda la piccolezza dei tanti giorni tutti uguali: non un buon disco fra tanti, ma un meraviglioso album fra i pochi che infine non si lasciano dimenticare, che non abbandonano. Impeccabile.
Credits
Label: Eclectic Circus Records – 2009
Line-up: Paolo Cattaneo (voce, basso, rhodes, loop); collaboratori: Maurizio Rinaldi (chitarra elettrica), Paolo Fappani (chitarra elettrica), Giacomo Papetti (basso), Fabrizio Saiu (batteria), Fidel Fogaroli (rhodes, synth), Federica Zanotti (vibrafono), Lorenzo Lumachi (fagotto), Daniele Sinigallia (chit. elettrica, basso), Mauro Galbiati (echi, elettronica), Emanuele Maniscalco (pianoforte), Riccardo Sinigallia (chit. Elettrica), Mauro Rovetta (violino), Laura Cuscito (violino), Monica Vatrini (viola), Paolo Perucchetti (violoncello), Mauro Montalbetti (partitura archi), Fulvio Sicurtà (tromba), Osvaldo Tagliani (trombone). Musica: P. Cattaneo, M. Montalbetti, G. Peli; Musica: P. Cattaneo, M. Montalbetti, G. Peli. Produzione artistica: Paolo Cattaneo; coproduzione artistica: Daniele Sinigallia; collaborazione alla produzione e supervisione testi: Riccardo Sinigallia.
Tracklist:
- Tadao Ando
- Ombre cinesi
- Sei qui per me
- Quello in cui credo
- Troppi sogni strani
- Adorami e perdonami
- Colpo di grazia
- Torno qui
Links:Sito Ufficiale,MySpace
Un solo commento
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