A woman a man walked by. Una donna, PJ Harvey, e un uomo, John Parish, camminano insieme da molti anni in un’unione artistica particolarmente fortunata. Ogni collaborazione tra i due riesce a regalarci dischi di grande impatto, ogni volta diversi, ogni volta pronti a raccontarci storie differenti. Era già successo con White chalk, il precedente album della cantante inglese e accade di nuovo per questo A woman a man walked by, in una maniera diversa. Entrambi i dischi si sono rivelati un viaggio nel mondo interiore di una donna dall’apparenza oscura e nera, ma mentre White chalk si muoveva su un terreno molto unitario dove a farla da padrone c’erano atmosfere cupe, misteriose, quasi gotiche, A woman a man walked by è un disco che attraversa momenti diversi, dove la voce di PJ sa essere interprete di ogni distinta sfumatura. L’apertura è affidata ad un pezzo dall’evidente influenza rock, Black harted love: attacco di batteria e giro di chitarre piuttosto orecchiabile, riconoscibile e la voce di PJ è chiara, pulita, assolutamente diversa da quella che invece canta Sixteen, Fifteen, Fourteen, sicuramente uno dei brani migliori dell’album. Sembra quasi un canto sciamanico, l’inno di una persona in preda all’estasi divina che danza attorno al fuoco di notte narrando la vicenda di un uomo e una donna. La voce di PJ è vibrante, graffiata, implorante, la senti arrivare dirittamente allo stomaco in una sensazione di disturbante ossessione che vorresti ascoltare all’infinito. Reminescenza delle atmosfere del precedente disco è invece Leaving California: PJ si è trasformata in un fantasma di bianco vestita, che si muove nel suo castello buio senza camminare, e che ammalia con la sua voce sottile e acuta accompagnata dalla musica che ricorda un inquietante carillon. A metà del disco troviamo un’altra piccola perla, April, dolce e malinconica ballad, intensa e riflessiva: il pianoforte riempie lo spazio accompagnando la dolente voce di una donna che sogna nonostante la pioggia di Aprile. Ad essa si contrappone come uno schiaffo sul viso A woman a man walked by /The Crow Knows Where All The Little Children Go, irruente e violenta nella sua parta iniziale, dominata dalle voci di PJ Harvey e John Parish poi si smorzata nella variazione strumentale, spezzando la tensione che si era concentrata nella prima parte del brano e fluendo direttamente in Pig will not: un unico, fortissimo grido: “I will not!”. La voce di PJ è alterata per tutta la canzone, scatenata e trascinante. Il disco si chiude con un pezzo che sembra quasi una preghiera, Cracks In The Canvas:“I’m looking for an answer/ Me and a million others/ Disbelievers/ Deserted lovers/ Dear God/ You better not let me down this time.”
A woman a man walked by è senza dubbio uno dei dischi più belli di questo 2009, affascinante, dalle molteplici facce e dalle infinite possibilità proprio come l’enigmatica PJ Harvey.
Credits
Label: Island – 2009
Line-up: PJ Harvey and John Parish
Tracklist:
- Black Hearted Love
- Sixteen, Fifteen, Fourteen
- Leaving California
- The Chair
- April
- A Woman A Man Walked By / The Crow Knows Where All The Little Children Go
- The Soldier
- Pig Will Not
- Passionless, Pointless
- Cracks In The Canvas
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Un solo commento
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