Come le posso spiegare? Come potrei farle capire in poche parole? / Io sono completamente solo. E per di più nelle mani del primo che voglia colpirmi. / La mia indipendenza che è la mia forza, implica la solitudine che è… / La mia debolezza. / Odio, l’ho detto tante volte, l’indipendenza politica, così la mia solitudine quindi è un indipendenza, diciamo umana. Un vizio, non potrei farne a meno. / Una schiavitù. / Forse è una nostalgia della solitudine goduta nel ventre materno. Anzi, sono quasi certo che è questo. / Ma mi dica lei, come può un feto, vivere fra gli adulti?
Disegnando e cantando. Può essere un modo efficace.
Non ci sono altre soluzioni per Davide Toffolo. La matita, la china e il pennarello sono per lui naturali proseguimenti delle mani, come la chitarra lo è del suo ventre. Le note vibrano dentro, e solo dopo nella chitarra. Le parole, invece, sono nuvolette, cariche di pioggia.
E’ un po’ come un temporale, dove le nuvole delle sensazioni si sfregano a produrre una scintilla! Che diventa un fulmine… l’idea!
Fin dall’età in cui tutti i bambini disegnano omini di stanghette come quelli presenti nei cartelli stradali, El Tofo (soprannome con cui ama farsi chiamare) si fa distinguere per i suoi tratti puliti. Svariati “Accidenti, sai disegnare ragazzo!” incominciano ad avvolgerlo e sorreggerlo.
“Ma che diavolo posso fare con un pezzo di carta? Chiccazzo mi ascolterà? Meglio una chitarra e il punk… il rock’n’roll!. Ora Volo sulla mia città e cerco chi è come me, in questa dannata provincia. Li riconoscerò dai vestiti.” Riesco ad immaginarle le frasi del giovane Davide in cerca della sua voce, della sua immagine, del suo essere.
Prima nacque il tratto, poi visse la nota, fino all’incontro e alla coesistenza simbiotica.
L’intera produzione di Toffolo sembra essere una ricerca, uno scavare, uno scovare, un frugare, quasi animalesco.
L’intricato progetto dell’artista unisce magnificamente il disegno (che rimane), la musica (che scuote e percuote) e la parola (che stupisce).
Di conseguenza non si può parlare dei Tre Allegri Ragazzi Morti senza prima (o dopo) perdersi tra i morbidi tratti dei fumetti dell’artista. Tutto fluisce in un unico fiume della creatività che porta sempre la stessa acqua, arricchendosi dei sali minerali di ogni terra che attraversa, delineando un progetto davvero vasto e potenzialmente inesauribile.
Davide è pienamente d’accordo con l’idea di Andy Warhol per cui un artista ha una cosa da dire e quella cosa la dice sempre. Per Toffolo questa cosa credo sia l’amore.
Ho l’impressione che il nostro fumettista sia magnificamente affascinato dall’amore, in ogni veste esso si presenti. L’amore crea in lui la necessità di sbandierarlo al mondo: l’amore in quanto energia interiore, l’amore inteso come dio.
A mio parere, Toffolo ama cercare il suo dio in ogni cosa ritrovandolo soprattutto in tre soggetti: natura, animali e voglia di vivere. E forse una quarta: se stesso. Dentro se stesso. Molte sue tavole lo ritraggono nudo, in posizioni disarmate che solo i gatti riescono ad assumere di fronte al loro potente padrone. In quelle immagini c’è la lotta tra lo spirito e la dimensione umana.
Voglio respirare come un animale / voglio stare bene come un animale / spero di dormire almeno come un animale / e riuscirò a giocare come un animale / voglio rotolare come un animale / ti voglio annusare come un animale / voglio imparare a stare solo come un animale / guardare in faccia ad ogni pericolo / ma sono un uomo / e non lo posso fare / non sono un animale / respirare, correre, riposare / abbaiare, continuare a far l’amore / invecchiare, morire / ululare, rotolare, correre, dormire, respirare, morire.
La sua persona è al centro di molte narrazioni; è cantata, scritta e disegnata.
Questa ricerca incessante a 360 gradi, non è però fine a sé stessa. In ogni opera di Toffolo c’è sempre una critica più o meno esplicita alla società odierna, come se l’arte per lui non possa essere scissa dall’impegno sociale e politico. Non necessariamente schierarsi, mantenendosi lontani dal ridurre il tutto ad uno squallido tifo, ma riconoscendo che il fumetto, come la musica, è un mezzo di espressione: entrambi sono canali per la comunicazione.
Ho letto molte interviste e in tante di esse El Tofo ricorda lo stupore dopo la pubblicazione dei suoi primi lavori. Molti giovani lettori gli chiedevano in quale angolo della loro camera avesse nascosto le telecamere.
E’ splendido che i TARM, dopo tanti anni di storia nella musica indipendente italiana, continuino a parlare di adolescenza e riescano a farlo così bene.
Ogni adolescenza coincide con la guerra / che sia falsa / che sia vera.
Lungi da chiunque il pensiero che il trio friulano se la prenda comoda cavalcando un onda sempre forte e carica di energia, perché è vero che sempre ci saranno adolescenti pronti a saltare o sbattersi a terra , ma questi, negli anni, cambiano molto.
Passando gli anni, di generazione in generazione, gli adolescenti mutano insieme alla società, ma i turbamenti e i sentimenti rimangono invariati. Toffolo e i TARM non parlano di giovani brufolosi, bensì di crisalidi che diventeranno forse farfalle, oppure allegri ragazzi morti. Sempre che tra questi ci sia in fondo una differenza.
Le opere di Toffolo, quelle su carta, nel tempo si sono sempre più articolate, ma osservando con attenzione, si può notare come ognuna di esse sia in realtà nata da uno scampolo dell’altra. Come il lievito naturale e il pane.
La madre è la stessa e i racconti danzano sulle storie di personaggi che si sentono in gabbia, protagonisti vivi, soggetti che sono veri e propri dei.
In questi romanzi a fumetto si parla di adolescenti dalla vita difficile che inseguono i loro sogni di realizzazione, persi tra le scelte e l’ambizione. L’adolescenza è come un treno, ci si sale, ma non si sa dove ci si ferma. Scegliere è difficile. E grazie a Dio c’è qualcuno che non scende mai da quel treno; personaggi come El Tofo appunto. Trovare la propria stazione è spesso impossibile, o troppo rischioso. Talvolta il rischio è più grande nel voler continuare a cercare, e in quel frangente l’adolescente diventa un dio.
Così come Primo Carnera. Un uomo che di mitologico ha sicuramente l’altezza, oltre all’eleganza. Quell’eleganza imponente, che ha il sapore di tempi andati e fascini che non si trovano più in questi anni. Il dio del ring sbarca in America, e sente quella nazione sua come è vero che ogni rockstar si sente un po’ americana.
Toffolo scopre anche un magnifico Pasolini. Così lo pedina, lo cerca in giro per l’Italia seguendo le sue orme, diventando la sua ossessione. La vita di Pier Paolo Pasolini è unica nel suo genere: un uomo sempre alla ricerca della migliore espressione. Il monologo nella parte iniziale di questo articolo è un piccolo brano estratto dal romanzo di Davide Toffolo: a parlare è proprio il Sig. Pasolini sconsolato ma orgoglioso della sua dimensione infantile, a delineare una sorta di dolore necessario.
La ricerca si perde anche tra le strade di Madrid, in uno zoo.
Un vero e proprio dio vive da trentacinque anni in gabbia. Lontano dalle foreste e dal branco d’origine, nel cuore della Spagna c’è Copito de nieve, Nfumu-ngui, Floquet de neu, Fiocco di neve: il gorilla bianco. L’unico esemplare al mondo di gorilla albino troneggia in terra spagnola, prossimo alla morte per via di un cancro alla pelle dovuto probabilmente proprio al suo albinismo. Il destino beffardo vuole che sia proprio la sua più grande qualità a ucciderlo. Vittima dei proprio pregi come gli adolescenti esuberanti, come Pasolini e la sua voglia di Libertà e come quasi tutti i personaggi delle canzoni dei TARM. Questi ultimi giorni, prima di dormire le mie solite notti senza sogni, leggendo i fumetti di Toffolo sentivo la musica. Ascoltando la musica vedevo le immagini. Nella mente si creava un film.
Solo in questo modo si può capire l’esperienza totale dei Tre Allegri Ragazzi Morti e di Davide Toffolo : Benvenuti al piccolo cinema onirico / prima di dormire ad un passo dal risveglio / puoi vedere cose che trovi soli lì / è uno spazio grande poco più dell’universo / e se non ci sei, riprova lunedì.
Dopo tredici anni di attività musicale e dieci album pubblicati le vite dei Tre Allegri Ragazzi Morti e Davide Toffolo sono ancora floride di produzioni, emozioni, collaborazioni, innovazioni, citazioni e senza dubbio moltissime altre cose che finiscono in -zioni. E’ splendido vedere i TARM scambiarsi il palco con piccole grandi realtà musicali italiane come i Perturbazione. E’ emozionante sentire le note e le parole di questi ultimi mentre mani da fumettista creano personaggi e situazioni su uno schermo alle spalle dei musicisti. E’ divertente vedere scambiarsi i ruoli: Tommaso dei Perturbazione creare una salamandra di pongo mentre i TARM cantano un loro pezzo che ha come protagonista proprio il sinuoso rettile.
E’ affascinante osservare i TARM fissare negli occhi e scuotere la testa verso chi, da sotto il palco, scatta fotografie ai loro vulnerabili volti senza maschera.
E’ a dir poco mitico ammirare il vento di una piccola località dell’appennino spingerli con forza. Vedere questi eroi senza mantello rimanere immobili mentre la natura manifesta la sua forza con nuvole di polvere alle loro spalle. Toffolo canta e suona. Canta e come un drago sputa nuvole dalla sua bocca.
E se il vento urla forte che non posso pisciare / allora penso a lei che mi faceva volare / che mi portava col caldo della sua bocca / dove l’aria è così alta, alta che non si tocca / dove c’è spazio soltanto per la fantasia / per la sua, dentro la mia…Aaaaaaaah! Venghino,Signori venghino in questa bellissima plaza l’incredibile spetaculo de Tre Allegri Ragazzi Morti. Tre Allegri Ragazzi Morti canteranno, balleranno e suoneranno per voi l’incredibile spetaculo de la vida,l’incredibile spetaculo de la muerte. L’incredibile spetaculo de la vida, l’incredibile spetaculo de la muerte!
Video – Occhi Bassi
interessante analisi sulla figura artistica di Davide Toffolo… i miei complimenti