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Laisse nous la mer pour la folie: intervista a Luigi Cozzolino (El-ghor)

el-ghor_inter002Mentre la maggior parte delle band emergenti clonano e seguono il genere del decennio ovvero l’indie-rock di gruppi come Bloc Party, Franz Ferdinand e The Wombats c’è chi ha deciso di interpretarlo con una propria identità. Questi sono i campani El-ghor che, dopo l’ottimo esordio  Dada Danzè, non sbagliano il loro secondo lavoro Merci Cucù. Tutta la critica ha mostrato notevole attenzione per uno stile che si avvale  della lingua francese, di arrangiamenti mediterranei e che si muove su liriche surreali e suggestive. LostHighways li rincontra per approfondire quest’ultimo lavoro ed i progetti futuri.

Possiamo definire Merci-Cucù il punto di inizio di una vostra identità musicale? La scelta assoluta di accostare la lingua francese al vostro indie-rock dalle tinte mediterranee (vedi i colori folk-progressive) risulta una fantastica cifra distintiva del vostro progetto?
Innanzitutto mille grazie per le splendide parole nella recensione di Merci Cucù, vi riteniamo tra le web-zine più attente e conoscitrici di questo mondo sognante e nascosto quale l’indipendente. Ritornando alla domanda,  Merci Cucù racchiude l’intero lavoro di gruppo svolto in questi anni ed evidenzia, secondo me, anche una crescita umana e artistica dei singoli componenti, cosa che non è presente in Dada Danzè. Non disprezziamo il nostro primo album, ma non lo sentiamo interamente nostro. Ho sempre sostenuto che nei mesi seguenti alle registrazioni, avevamo le idee molto più chiare su come e dove indirizzare la nostra musica; da lì siamo arrivati a questo album, che sentiamo come soundtrack di questi ultimi anni trascorsi insieme. La lingua francese era già presente in alcuni brani del primo album e secondo noi era il modo più giusto per sigillare questo nuovo lavoro.

Com’è nato il titolo dell’album?
Per caso. Tutto è partito da Matilde, nipotina di Ilaria ed ora di tutti noi. Ilaria provava ad insegnarle “merci beacoup” e lei ripeteva, ridendo, “Merci Cucù”; in quel momento io ed Ilaria avemmo la stessa intuizione, che proponemmo al resto della band dopo quasi un anno. Ci piaceva il suono delle due parole in successione, ma anche l’apparente nonsense, questo ibrido tra francese e non. Per noi “Merci Cucù” equivale a “Grazie di Niente” ed è il sunto di tutte le storie raccontante nell’album ed anche quelle illustrate nel booklet.

Le liriche surreali portano sul palco della vita marionette di sognatori che annaspano nella palude della costrizione sociale, mimando l’ascolto dimenticato dell’amore. Autocitando la mia recensione, possiamo approfondire la tematica delle vostre liriche?
Non è mai facile, almeno per me, parlare dei propri testi, credo non vadano spiegati ma interpretati. Ho sempre creduto che l’arte non debba essere necessariamente descrittiva o autobiografica, ma debba stimolare la fantasia. Un brano o un testo deve rievocare delle sensazioni differenti in ogni persona a seconda del proprio background, così ascoltare o leggere diventa uno stimolo per esplorare il proprio mondo interiore e non solo quello che ti obbliga a vivere lo scrittore o il musicista.

el-ghor_inter003“Laisse, laisse nous la mer pour la folie et ses richesses”. Ti va di approfondire questi versi?
Il testo di Laisse nous la mer lo abbozzai ritornando dalla Sicilia (dopo la partecipazione al nuovo disco dei Maisie, Balera Metropolitana)  ammirando dal mare lo splendore ed il fascino di una città come la nostra, martoriata da un’infinità di tempo, per molteplici cause. Il testo pur non acquisendo una forma di denuncia  in un certo senso lo è, anche se ci sono molteplici direzioni ed interpretazioni, che non vi svelo  per uno scopo assolutamente artistico.

Come sono nate e come sono risultate le collaborazioni con Francesco Di Bella dei 24 Grana e Davide Arneodo dei Marlene Kuntz?
Tutte le collaborazioni sono frutto di un’ amicizia che c’è da anni con questi musicisti. Davide Arneodo lo conosciamo da un paio di anni e sin dall’inizio c’è stata una grande stima reciproca; si trovava per un concerto a Salerno con i Marlene Kuntz e si fermò nei giorni seguenti in studio con noi. In studio si è rivelato, e noi non avevamo dubbi, un grande artista.

Francesco Di Bella lo conosciamo da tantissimo e potremmo dire che i 24 Grana ci hanno visti crescere; era da tanto che avevamo in mente questa collaborazione e durante le prove immaginammo la sua voce su Miss Marianne, e ciò è avvenuto splendidamente.

Il 27 febbraio avete presentato il disco alla Casa della Musica a Napoli. Com’è andata la serata? Quanto è importante suonare dal vivo per gli El-ghor?
La presentazione dell’album è stata una grande dimostrazione di stima da parte delle persone che in ambito regionale ci seguono. Avere più di mille persone che per la prima volta ascoltano i brani del nuovo album è una grande responsabilità ma allo stesso momento molto stimolante.
Molto bella l’atmosfera di festa che si è creata, vista anche la presenza degli Scarlatti Garage ed i Torreggae, amici di avventure in SuoniVisioni, label, management , booking nonché organizzatore dell’evento. La dimensione live è quella che preferiamo, la troviamo molto spontanea, distruttiva e voluttuosa.

Il cantato in francese sarà un bel trampolino di lancio per date live in Francia. State pensando di realizzare un mini tour da quelle parti?
Noi ci pensiamo, ma bisogna organizzarsi molto bene e non è facile viste le distanze. Ormai per molti gruppi, da Roma in giù, è difficile anche passare per Firenze, Milano, ecc. Comunque mai dire mai, noi aspettiamo e speriamo.

el-ghor_inter001Quali sono gli ultimi cinque dischi che avete trovato interessanti?
Per quanto mi riguarda direi : Noah And The Whale – Peaceful, The World Lays Me Down, Norfolk & Western – Unsung colony, Bishop Allens – The Broken String, Malajube – Trompe-l’oeil, Why – Alopecia. Sono quelli che mi sono venuti ora in mente, ma ce ne sono molti altri.

Come vi trovate con la SuoniVisioni records e la Seahorse Recordings?
Per il momento molto bene, speriamo di poter crescere bene con loro.
La Seahorse di Mr. Messere si sta affermando sempre di più a livello nazionale ed è tra le labels indipendenti più produttive degli ultimi anni. SuoniVisioni è una realtà giovane che si è mossa già molto bene, producendo nel primo anno tre album, ovviamente ci vuole tempo per crescere ed affermarsi, ma sono partiti bene.

Laisse nous la mer– Preview

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