Se qualcuno avesse detto che, quella ragazza in copertina, era solo una comparsa di un oscuro Tim Burton che dirige The Ring non avrei esitato a crederci. Pellicola sovraesposta a trasmettere informazioni macchiate ed angosciose. Come se i segnali inviati dal buco nero che ci circonda fossero stati riletti, de-criptati e modellati per dargli una forma sinuosa, colore e significato aperto. Lovetune for Vacuum ha un suo percorso, un ipotetico cammino, uno sforzo teso a fuoriuscire dall’epica disperazione che sembra regnare nel disco. Difficile non ravvisarvi similitudini con le composizioni classiche dei secoli scorsi. Un pulviscolo di colori che spazia dal nero a varie sfumature di grigio sul ritmo incessante del battere sui tasti del pianoforte. Poco spazio per sfaccettature che facciano intravedere speranza di riconciliazione con il mondo esterno (Cry Wolf e Brother of Sleep). La giovane età dell’autrice austriaca (poco più che diciannovenne) fa pensare più ad una deriva tardo-adolescenziale piuttosto che ad una donna dalla vita combattuta. Eppure qui c’è una capacità fuori dal comune di riuscire a dar vita a quel malessere insano che si porta dentro, materializzarlo per poterlo osservare, dargli un significato e così esorcizzarlo. Non è un caso che a molti ricordi Nico e, giustamente, ancor più una Cat Power più scura e chiusa in se stessa. I guizzi elettronici (Turbine Womb, Fall Foliage, DDMMYYYY) danno un sapore quasi marziale al tutto, pennellate volte a rinvigorire un quadro dai toni già di per sé ben definiti. Un quadro che si pone a collegamento tra tempi, periodi e suoni differenti. La voce spesso raddoppiata somiglia quasi più ad un coro mesto e solenne.
Esordio sulla lunga distanza da brividi. Un macigno che si ama o che potrebbe irrimediabilmente comprimere in un eccesso di claustrofobica rassegnazione.
Credits
Label: PIAS – 2009
Line-up: Anja Plaschg
Tracklist:
- Sleep
- Cry Wolf
- Thanatos
- Extinguish Me
- Turbine Womb
- Cynthia
- Fall Foliage
- Spiracle
- Mr. Gaunt Pt 1000
- Marche Funèbre
- The Sun
- DDMMYYYY
- Brother of Sleep
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Che disco!! L’inquietudine che pervade e affonda più della paura. E poi rimane lì! Sembra la perfetta trasposizione sonora delle parole visionarie di Edgar Lee Masters.
Bella recensione!