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Indietrotutta! Percorsi di indipendenza tra musica e fumetto: Zu + Il teatro degli orrori @ T.P.O. (BO) 12-13/06/2009

indietrotutta_live01Indietrotutta! Festival 2009 si staglia nel tempo e nello spazio: Bologna e Trento sono le città che lo ospitano, due città profondamente differenti, nella storia, nella cultura, nella popolazione. Nato dall’esperienza dei Centri Sociali T.P.O e il C.S.  Bruno, grazie al supporto di Radio Kairos e Radio Sherwood, Indietrotutta! si propone come un nuovo punto di incontro tra musica e fumetto, all’insegna dell’indipendenza. Non per la prima volta unite per un obiettivo comune, le due arti vanno a pari passo alla ricerca di punti di incontro, di esperienze di sopravvivenza vissute empiricamente nella nuova realtà storica ed economica in cui tutti viviamo. Forse anche a causa della recente (e indomita) diffusione dell’uso di internet, musica e fumetto hanno trovato nuovi mezzi da sperimentare, nuove capacità di dialogo tra artisti e pubblico.

Si rinnovano le tecniche riproduttive, di distribuzione, cambiano i metodi di vendita e di divulgazione culturale. In un periodo in cui il mercato cerca di assestarsi, risultando smembrato e “vagante senza meta”, nel contempo si nota un parallelo processo di riscoperta dei luoghi, della materia, del palpabile, dei rapporti sociali. Paradossalmente parte della generazione del web quando si accorge che la tecnologia è un mezzo e non necessariamente un fine riscopre la persona e il contatto. L’autoproduzione per gli emergenti (e non solo) è una necessità, oltre che talvolta una scelta di vita. Utilizzando proprio il mezzo tecnologico, tra queste pagine in codici binari, Losthighways è qui a descrivervi la bellissima esperienza umana ed artistica vissuta in due giorni in cui tutti sono stati attori e registi di un mondo artistico di cui non possiamo fare a meno. (In collaborazione con Ilaria Agrò; si ringrazia Flavia Tommasi del T.P.O.).

indietrotutta_live03Venerdì 12 Giugno 2009 – Indietrotuttta! Festival 2009 @ T.P.O. Bologna
Il T.P.O. è un centro sociale che ha trovato la sua nuova casa a due passi dai viali che avvolgono il centro di Bologna, tra un deposito ferroviario e la sede della Guardia di Finanza. L’area dedicata al festival, contenuta, intima, quasi da festa “paesana”, presto si riempie, raccogliendo giovani in una piccola Babele di lingue, accenti e dialetti. Una gara di torte, gli stand della cucina, le esposizioni artistiche di illustratori e i progetti di improvvisazione fumettistica. Il vociare, il socializzare.
La musica arriva sorda ed ovattata, oltre la parete del capannone si celano due sale dedicate ai concerti nelle quali sfila il ricco gruppo di band tutte caratterizzate da un suono particolarmente pesante. Gli headliner della serata sono Il Teatro degli orrori, che fin dall’esperienza One Dimensional Man risultano tra i più autorevoli esponenti della musica indipendente italiana, quella che fatica, si diffonde, vuole essere libera, il tutto in perfetta coerenza con gli obiettivi del Festival. Dagli emergenti fino alla band di Capovilla, la musica strappa applausi sviluppandosi in continuo dalle prime ore della sera fino alla notte fonda. Tra i gruppi è doverosa una nota di merito per i Morkobot. La band riesce ad esprimersi sul palco con due bassi elettrici e una batteria: la sessione ritmica è l’unica protagonista di un suono furente e fragoroso. Criptici e psichedelici allo stesso tempo, i Morkobot sono capaci di creare un suono potente che strega la mente con una musica che pare nascondere segreti primordiali.
La notte, giunta al giro di boa da poco più di mezz’ora, offre il suo migliore pubblico a Il teatro degli orrori. E se il teatro è davvero quell’evento che si verifica quando c’è una relazione tra chi agisce dal vivo, lo spazio scenico e lo spettatore, possiamo ben dire di esser stasera tutti partecipanti attivi di questo spettacolo che è la vita. Il Teatro degli orrori si manifesta con la musica. Non musica qualunque. C’è una violenta e fisica determinazione a scuotere la falsa realtà che si stende sulle nostre percezioni. E così si parte. Pezzi nuovi come La vita è breve, I love you baby e Direzioni Diverse ci fanno assaggiare ilnuovo disco che arriverà il prossimo autunno. Dell’impero delle Tenebre è eseguito per intero, da Vita mia alla meravigliosa e melanconica Maria Maddalena, mentre Nostalgia non manca di ricordarci che la sera dopo potremmo assistere al concerto degli Zu. Il teatro degli orrori traghetta le nostre anime su un fiume di musica per quasi due ore. Sono le 02:10. Così, come dice Guccini, “un altro giorno è andato, la sua musica ha finito“. E noi torneremo domani per averne ancora.

indietrotutta_live02Sabato 13 Giugno 2009 – Indietrotutta! Festival 2009 @ T.P.O. Bologna
Il programma della giornata prevede musica dalle ore 19, escludendo altre attività che invece avevano di fatto permesso un afflusso di pubblico fin dal tardo pomeriggio: la gara di torte, si sa, attira sempre, ma pure la tavola rotonda dal titolo Nuvole indipendenti: i fumetti oltre l’autoproduzione alla quale hanno partecipato editori ed esponenti del mondo fumettistico, di certo è stato un evento che ha interessato ed attratto addetti ai lavori e semplici appassionati. La cucina questa sera lavora a ritmi più umani, mentre si passano il testimone i primi gruppi sul palco. Il pubblico pian piano arriva perchè il concerto degli Zu è un’esperienza che pochi vogliono perdersi.
A ridosso degli stand culinari, gli Zu hanno finito la cena e noi andiamo a disturbarli chiedendo a Massimo Pupillo di rilasciare un’intervista. Cordiale, ci accoglie nei camerini e sul finire della chiacchierata le note dei Red Worms Farm rimbombano nella stanza.
Risuonano con potenza e colore, la band padovana, con il proprio sound indie contaminato ed ossessivo, martella le menti, fa battere i piedi e scuotere la testa a ritmo. Coinvolgenti fino al midollo, i Red Worms Farm infilano una serie di brani in cui la batteria ha un incedere determinato e le chitarre tagliuzzano l’aria con prepotenza. Bravi, davvero bravi, si meritano tutti gli applausi che il pubblico ha dedicato loro.
Ma ormai è tempo per gli Zu che in un attimo saranno capaci di strappare via dalla sala ogni ricordo di cromatismi e luce. Il sax di Luca Mai è una tra le cose più imponenti che si possano vedere da sotto un palco, neppure i contrabbassi e i pianoforti riescono ad avere quel fascino. Come un rettile dorato si inarca e pare guardarti dritto negli occhi mentre strazia il silenzio con le sue note. Il basso di Massimo Pupillo è un tutt’uno con il musicista. La musica scorre nei suoi nervi, contrae e distende i muscoli, con movimenti esplosivi, sofferti, veri. La performance è quasi “mostruosa” nella sua umana bestialità. La forza che il trio imprime sugli strumenti è impressionante ed il tempo sembra perdere senso. Il tempo non è più un continuo scorrere che scandisce la vita, può cambiare, può essere fermato, dominato. La batteria di Jacopo Battaglia è il cuore pulsante di un corpo impazzito che vuole ribaltare l’ovvietà che il mondo ci propina.
Assistere ad un’esibizione degli Zu è come essere una tazzina da caffè su un tavolo che viene sparecchiato strappando via la tovaglia.
Terminato il concerto, il vociare della gente si disperde tra i tavoli e i marciapiedi. Tutti se ne vanno con qualcosa in più dentro, o forse qualcosa in meno. Gli Zu e Il teatro degli orrori insegnano a cambiare rimanendo se stessi, affermare il proprio essere nel cambiamento determinato dalla crescita, frutto dell’esperienza e della contaminazione umana ed artistica. Indietrotutta! ha colpito nel segno con la sua semplicità, e gli si augura lunga vita. (Lost Gallery)

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