La consapevolezza quale motore immobile di un universo denso, intimo, essenziale. Lo spazio-io in equilibrio con lo spazio-mondo. Un passo alla volta, il tempo muove le proprie ombre sulla fune dell’intuizione, con le note a calzare i timbri di ciascuna parola, di ogni dichiarazione d’amore. Dichiara amore Adorami e perdonami. È amore supremo ed eleganza, immaginazione e pacatezza, piaga e balsamo. Il cinema, l’architettura, la danza, la poesia: tutto concorre, accorre, occorre alla musica. Incontrare la Visione di Paolo Cattaneo è un equinozio: laddove la notte si mischia al giorno nella penombra di una sera infinita, la sensazione della luce evoca pienezza, una visione salvifica, la bellezza nella sua accezione di nudità. LostHighways incontra una delle voci più affascinanti e discrete di questo 2009 immaginato e reale nell’occasione dell’uscita del suo terzo album. Immagini, parola, filosofia, ricordi: ri-scoprire una musica Donna con la vita sottile di una tecnica impeccabile, i fianchi generosi della terra, lontana dagli eccessi, capace di arrossire, di rendere omaggio, di crescere ad ogni gesto, di farlo ancora. (Sei qui per me e Ombre cinesi sono in streaming autorizzato)
La copertina del disco ospita un’opera di Mikel Robinson, A slight camera trick. Colpiscono la morbidezza della luce, dei viola, del volo delle farfalle contro l’audacia della figura, dell’uomo con due teste, della fissità viva, accesa, penetrante dell’unico sguardo concesso. I colori del dipinto possono dirsi i colori dell’album?
Le atmosfere notturne del disco si rispecchiano pienamente nei colori dell’opera. Il disco è una ricerca personale dei propri sentimenti, l’adorami e il perdonami rappresentano il divino (prima della consapevolezza) e l’umano. La copertina descrive perfettamente questa idea: la testa bendata si mette in mostra senza però voler vedere, non tiene in considerazione nulla di esterno a se stessa (adorami) e la sua luna è metà, incompleta; la testa nascosta invece vuole vedere senza essere vista, per vergogna o per debolezza (perdonami), ma la sua luna è piena, completa; le farfalle notturne (la consapevolezza, leitmotiv di tutto il disco) escono dal corpo comune per raggiungere la luna intera, il sentimento pieno. La coscienza è rappresentata dal coniglio, lontano ma presente.
Architetture di Luce. Ombre cinesi. L’Oriente e il fascino impeccabile di un profondo equilibrio fra l’infinito e la misura delle cose vane. “A volte i muri manifestano un potere che confina con la violenza”, scrive Tadao Ando. “Siamo una fiamma libera dentro lanterne magiche”, canta Paolo Cattaneo…
Un amico musicista un giorno mi disse: “vedo in te un architetto dei suoni; alcuni compositori sembrano pittori musicisti, tu invece vedi la musica come una costruzione architettonica, a strati”.
Tadao Ando è un percorso sonoro preciso, un brano sostenuto da una partitura scritta insieme al compositore contemporaneo Mauro Montalbetti. Una razionalità che tiene però in considerazione i sentimenti e le emozioni che lo circondano; Tadao si muove apparentemente sottile, leggera ma precisa nell’intento come il suo protagonista.
“Sul ring siamo io e il mio futuro” è l’architetto (ex pugile) ancora alla ricerca del suo personale percorso…
In Ombre cinesi invece si mescolano in modo arduo ma efficace il fascino orientale che il titolo lascia svelare, e l’omaggio al maestro svedese Bergman che ha scritto, appunto, l’autobiografia Lanterna magica.
Adorami e perdonami. L’adorazione ed il perdono. Atti del sentire che si appartengono? Oppure si percorrono, l’uno l’altro? Gesti dell’Amore, tempistica d’Amore, o Amore in sé?
Un conflitto interiore, un passaggio nella vita e quindi una crescita.
Con questo lavoro discografico ho cercato di essere essenziale ma non minimale, ho cercato un mondo sonoro denso (quindi volutamente breve) ed emozionale che potesse sostenere con forza ma senza disturbare le parole, intime e precise.
“Piango e non mi accorgo/ Mentre recito in silenzio/ Guardo indietro e lascio il mio futuro. Torno qui”, del ritorno, di una maturità raggiunta e del disincanto. Una linea d’orizzonte che è gomitolo, resa e finalmente pace. Rimanere. Quando si torna? Perché si rimane?
Nell’ultimo brano Torno qui l’uomo è finalmente consapevole e accetta con struggente serenità i propri sentimenti (“Guardo indietro e lascio il mio futuro”).
Come dire, partiamo da una razionalità che tiene in considerazione i sentimenti e le emozioni che lo circondano (il lavoro di Ando) e, passando attraverso stati d’animo ben precisi, arriviamo al finale (Torno qui) in cui l’io ritrova i propri sentimenti attraverso l’emotività e la consapevolezza.
Un album intimo, intimista, pervaso di sensazione, che sceglie i luoghi della discrezione, della canzone d’autore introspettiva, riverberi jazz, sfumature pop, alta qualità del suono. A quali autori ti avvicini idealmente? Parlami della musica che ami, di come la ami …
Amo gli autori che mi trasmettono visceralmente emozioni e disagi, di conseguenza non posso che adorare Anthony e Thom Yorke, lasciandomi affascinare anche dalle sonorità di Sigur Rós, Mogwai ed Elbow.
Sei qui per me ricompare, delicatissima, dopo tre anni. Era il 2006 e la ospitava la compilation bresciana Note di Natale. Raccontami la sua storia.
Nasce come brano per la compilation, perché il ritornello “Sei qui per me, fragile e bianca” possiede una forza visiva intensa e sensibile, come la neve, come una donna. E’ una canzone d’amore assoluto.
Mi sono legato subito a questo brano, ed ho voluto appunto riproporlo in questo cd con un nuovo arrangiamento, delicato ed immediato, ed è diventato il singolo dell’album.
Hai, fin dai tempi di L’anima del cipresso, un profondo legame con il teatro. Cosa ri-vive del teatro nella tua musica? Di cosa con-vivono?
Con il teatro e soprattutto con la danza. Sono sempre stato affascinato dalle contaminazioni infatti il mio primo tour (del 1996!) vedeva sul palco oltre a me e ai musicisti, anche una compagnia di danza e proiezioni video multimediali di me stesso, ripreso in diretta, ma estraneo al palco. Su YouTube si può vedere un frammento del tour cercando: “il fiore crescerà più in fretta”…
Questo legame è dovuto ad un utilizzo molto rarefatto delle armonie e degli arrangiamenti nei miei pezzi, che portano immediatamente ad una necessità visiva e quasi cinematografica dell’ascolto.
L’album nasce con la collaborazione di Daniele e Riccardo Sinigallia e di Giovanni Peli. Parlami di loro, del vostro lavoro insieme, di come i pezzi vi sono cresciuti fra le mani …
Giovanni è il mio storico paroliere, poeta di Brescia con il quale collaboro da parecchi anni. In questo disco la nostra sinergia è stata ancora più intensa, quindi musica e parole si sono legate in modo naturale e potente.
Molto importante nella produzione la figura di Daniele Sinigallia che ha trovato lo spazio sonoro adatto per ogni brano, usando anche gli effetti come parte creativa del progetto. Ho avuto la fortuna di trovare in lui il mio Nigel Godrich…
Riccardo invece ha alleggerito i testi dove troppo criptici, e li ha resi forti dove avevano debolezze, Colpo di grazia e Ombre Cinesi ne sono un valido esempio. E’ uno dei più importani autori che l’Italia possiede, sono stato fortunato ad incontrarlo durante il mio cammino artistico, e miracolato di poterlo vivere anche come amico.
Anche l’apporto creativo dei musicisti presenti nel disco è stato fondamentale, sia per l’architettura dei brani che per il sound dell’intero album.
Il 28 giugno scorso hai presentato l’album in Piazza Duomo a Brescia. Hai in programma un tour? I musicisti che hanno partecipato alla realizzazione dei pezzi sono gli stessi che suoneranno con te dal vivo?
Abbiamo una serie di date che potete trovare aggiornate sul sito internet www.paolocattaneo.it.
Dal vivo utilizzo una formazione diversa da quella del disco, un po’ per motivi artistici perché durante la produzione dell’album ho affrontato una direzione sonora personale e precisa ma lontana dalle estetiche musicali che alcuni musicisti avrebbero desiderato, e un po’ per motivi di produzione perché utilizzando questa band live sono riuscito ad avere un suono diretto e completo pur essendo solamente in quattro.
Le tue pagine web sono gestite impeccabilmente: il tuo sito personale, Myspace, Facebook, Twitter. La cura del mezzo rende il mezzo non solo utile ma fruibile con piacere. Forse la bellezza si difende anche così …
Oltre ad amare e capire il valore del passato, adoro vivere la contemporaneità.
I social network rappresentano insieme alla musica, ai testi e all’artwork del disco la totalità del progetto e sono il mezzo più importante per raggiungere ed essere raggiunti dalle persone che lo desiderano.
Grazie Paolo.
Grazie a voi!