Non lasciatevi impressionare dal titolo: in questo album di satanico c’è ben poco, anche se la magia e l’irresistibile fascino della musica che contiene pongono qualche dubbio sulla sua provenienza terrena. I Portugal. The Man non sono nuovi a stupire, dato che i precedenti due album sono stati considerati dalla critica dei veri e propri capolavori, ma sicuramente in questo 2009 la band riuscirà a guadagnare la meritata popolarità. The satanic satanist è un album coinvolgente e spiazzante, suona fresco e pulito, suona familiare, suona rock. Ogni definizione però è riduttiva, dato che la band ama spaziare letteralmente in ogni genere facendo uso dei più disparati strumenti che sanno districarsi nelle scale blues come nel funk, nella psichedelia come nel rock alternativo più moderno. Apostoli di un nuovo rock che fissa le proprie radici della musica americana degli anni ’60 e si pone di fronte ad essa con uno sguardo lucido e moderno, i Portugal. The Man non sono vittime di imbarazzi nell’utilizzo di organi e drum machine. People say inonda di colori floreali l’ambiente: tipicamente estiva, la prima traccia è il biglietto da visita dell’intero lavoro, mostrando con quale naturalezza il funk e il country possano andare d’accordo. La più suadente Work all day anticipa l’elettrica e schizofrenica Lovers in love, perfetta in tutte le sue sfumature con picchi di percussioni e riff veloci, cori di stampo sixties’ e quel tanto di sonorità elettroniche che in esibizioni live devono essere capaci di creare il putiferio. La triade The sun, The home, The wood segue la stessa scia di psichedelia. I colori diventano molli, si fondono, creano bolle, morbide e fluttuanti, tanto genuine e retrò quanto avvenieristiche nell’approccio musicale. Guns and dogs offre per la prima volta un ambiente claustrofobico perdendo un poco la brillantezza che la seguente Do you recupera. La magia raggiunge l’apice nelle ultime tre tappe di questa maratona che corre su pentagrammi lucenti. Everyone is golden è splendida nella sua freschezza, con le sue chitarre frizzanti, curate, con la sua melodia perfetta e quel canto che sa farsi acuto e sognante; Let you down è un canto appassionato, quasi gospel, accompagnato da un organo intenso, riverberi e cori distorti che preparano il campo alla più degna chiusura; Mornings è l’altare sul quale i Portugal. The Man celebrano la musica, specialmente quella che splendeva una cinquantina di anni fa. Da lì la band di Portland parte, da quelle note e scale che aprono il brano, per poi dare spazio alla propria anima, sconvolgere e reintepretare, evolvere, indossare, reinventare e poi vivere.
L’unico elemento che ha di diabolico The satanic satanist è l’impossibilità di non spingere di nuovo play una volta che si è giunti all’ultimo brano. E per chi non si accontenta del colorato ed ingegnoso packaging dell’album, è possibile acquistare su internet The satanic satanist (the Majestic Majesty Deluxe Edition) che offre in più le versioni acustiche di tutti i brani.
Credits
Label: Equal Vision – 2009
Line-up: John Baldwin Gourley (voce, chitarra, organo) – Jason Sechrist (batteria e percussioni) – Ryan Neighbors (piano, organo, synth, voce) – Zachary Scott Carothers (basso, percussioni, voce)
Tracklist:
- People say
- Work all day
- Lovers in love
- The sun
- The home
- The woods
- Guns and dogs
- Do you
- Everyone is golden
- Let you down
- Mornings
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