Aversa. Terra di parto medievale. Nodo di dinastie e complotti. Splendore e ombre. Le ombre dei sistemi delle amministrazioni contemporanee che ingoiano la storia e livellano i perimetri limitrofi: la chiamano provincia. Come se nel nome fosse rimasto il concetto di conquista, sottomissione e insieme anche il morfinico andazzo della sopportazione fatta virtù.
Eppure è nel circuito provinciale che ogni tanto s’alza il fermento. Basta lasciare spazio all’aggregazione, oppure è necessario prendersi lo spazio. Qualche idea, la voglia di agire, di innescare il movimento, il coinvolgimento. Fabbricaria è un’associazione culturale che ha scelto di provare ad agire ad Aversa, ancora oggi nonostante le ultime tristi vicende: il Comune di Trentola Ducenta non ha rinnovato la concessione per l’uso dei locali che ne erano sede stabile, una sede che è stata svaligiata senza segni di effrazione. Evidentemente certe attività risultano fastidiose o semplicemente inutili, così inutili da eliminarle.
L’alternativa c’è sempre, se si vuole in qualche modo continuare. Così nasce la collaborazione tra Fabbricaria e l’Ultraviolet, locale dal mood un po’ disco, ma non è un male perché è la musica a decidere l’atmosfera, a cambiare l’aria dentro le forme. E capita con il concerto in programma la sera del 23 Ottobre. Capita con gli Amor Fou, band milanese che si muove a proprio agio nel territorio campano incontrando un considerevole favore di pubblico ad ogni appuntamento… ormai da due anni. E in due anni la band è cambiata, perdendo Cesare Malfatti e Lagash, acquistando in pianta stabile Giuliano Dottori (supporto della dimensione live sin dagli inizi) e Paolo Perego. Filemone e Bauci, ep uscito ai primi di giugno di quest’anno, ha rivelato un sound di svolta rispetto allo splendido album d’esordio La stagione del cannibale (2007), sostituendo ai veli d’elettronica una struttura molto più solida, corposa e sincera, puntando sempre all’eleganza pop e alla scrittura fedele a certo cantautorato (Battisti e De Gregori su tutti) esplorato con originalità. Cambiamento evidente durante l’esecuzione di brani del vecchio repertorio, riproposti con colori e attitudine nuovi. Venti giorni di vita di una donna famosa, Se un ragazzino appicca il fuoco, Ore 10: parla un misogino, Cos’è la libertà, Il periodo ipotetico.dimostrano un dato prioritario: gli Amor Fou sono finalmente una band coesa, in equilibrio perfettibile (ed è un bene) tra la puntualità dell’impeccabile batteria di Rescigno e la profondità del basso di Perego, tra le trame delicate della chitarra di Giuliano Dottori e la voce più spinta di Alessandro Raina. Il Ticinese e Filemone e Bauci scivolano con fascino, attimi cristallizzati come promesse e attese. Promesse mantenute, attese ripagate perchè gli Amor Fou regalano anche qualche inedito: Anita, I sogni di provincia, b.r.u.n.e.t.t.a., Dolmen, episodi sonici che confermano quel talento fatto di intuizioni melodiche, divagazioni noise, cura della parola incastrata col codice della poesia.
Un buon concerto, col pregio di mettere in circolo energia e scambio, e coadiuvato nella sua vena di contaminazione dalle immagini di Ilenia Corti. Immagini che raccontano l’amore in chiave misterica, come se la separazione e il rincorrersi nel ricordo fossero epifania del possibile oltre il tempo e lo spazio, dentro le foschie del sogno che si fa anestetico del quotidiano. Un tempo lungo eppure fermo, quello dell’attesa, in una treccia e negli occhi che piangono mare. Il ri-cercarsi, tra negazione e sconfitta, diventa geografico nel girato di una Super8 nel corso di viaggi in Turchia, Inghilterra, Emirati Arabi, Islanda, Italia. Come una saga carolingia di sequenze in rallenty, in bianco e nero… farfalle, insetti, tanto verde, acqua. Natura ed esseri umani, visti da molto vicino. E il nero assoluto su cui posa il bianco di due verità: Ci siamo ingaggiati nell’amicizia… Per poi disertarne le concessioni. Un’ottima collaborazione che si ripeterà il 18 Dicembre a Napoli per la rassegna SuoniInstabili (appuntamento con una performance teatrale inedita).
Una serata umida. Di un cielo pesante avvolto nella sua notte di luna crescente. Come la fase degli Amor Fou. (Foto di Rosa D’Ettore)